vi giro la mail che ho mandato a Melossi per proporgli di tenere il
seminario previsto per il 2 dicembre sulle politiche securitarie come
forma di fascismo istituzionalizzato.
Aspettiamo una risposta, ciao
Salve Prof. Melossi,
sono Giulia Fabini di Scienze Politiche, quella che continua a proporle
seminari autogestiti nella nostra facoltà. Se si ricorda, sono venuta a
ricevimento per parlarle di questo mercoledì scorso. Le scrivo questa
mail per darle ulteriori dettagli rispetto al seminario.
Allora, come le avevo accennato, il seminario di cui le proponiamo di
essere relatore è inserito all'interno di un ciclo di tre seminari,
sotto il tema dell'antifascismo.
La seconda puntata, con Ferrari, verterà sulla descrizione e dibattito
intorno ai movimenti neo fascisti (blocco studentesco, azione nuova, la
fiamma tricolore, casa pound, edera,...) cercando di indagarne le
peculiarità, le differenze e gli elementi di novità.
La terza puntata, a cui parteciperà il professore Dall'Olio, docente di
storia in un liceo classico di Ferrara, verterà sul fascismo dal punto
di vista storico: la nascita, le caratteristiche, il ventennio, i perchè...
La prima puntata l'abbiamo pensata invece con lei come relatore e
stimolatore del dibattito, e verterebbe sulle politiche securitarie
quale forma di fascismo istituzionalizzato. Provo a spiegarmi meglio: a
mio parere, alcuni tratti salienti del fascismo possono essere
considerati, semplificando: uno stato forte, o che vuole mostrarsi tale,
una paura diffusa tra la popolazione, la marginalizzazione e
l'alienazione dei diritti di particolari categorie di persone. Tutto ciò
sta accadendo anche adesso in Italia, volendo rimanere all'interno dei
confini nazionali, nel senso che ci troviamo effettivamente di fronte ad
uno stato che vuole mostrarsi forte, marginalizzando alcune categorie
della popolazione, e che mette in atto delle politiche securitarie,
proprio contro queste categorie, per rispondere a delle paure diffuse
che esso stesso alimenta tramite delle campagne mediatiche. Inoltre,
queste politiche securitarie fungono spesso da copertura alla reale
volontà di repressione del dissenso politico. Ciò che voglio dire è che
la logica stessa che sottende alle politiche securitarie è profondamente
fascista: paura, marginalizzazione, potere, stereotipizzazione,
monopolio dell'informazione, repressione.
Le chiedo cosa ne pensa, se tale analisi di base può essere
condivisibile da lei. Mi piacerebbe parlarne a ricevimento, se è
disponibile. Altrimenti, se ne può discutere anche per mail.
Altra cosa importante sono le date e gli orari. Noi abbiamo pensato a 3
giorni consecutivi e Ferrari e Dall'Olio hanno già dato la disponibilità
per il 3 e per il 4 dicembre. Le chiedo quindi se può essere disponibile
per il 2 dicembre, nel pomeriggio, in base ai suoi impegni.
In attesa di una sua risposta le porgo distinti saluti,
Giulia Fabini