corriere mercantile
l'"Affare acqua", rebus e intrecci
Contratto in scadenza con Mediterranea Acque.
Rc: tornare alla gestione pubblica
La posta in gioco e' alta, dal punto di vista sociale ed economico.
Perche' la gestione del servizio idrico ha a che fare con il diritto a disporre di un bene primario come l'acqua, ma, sempre di piu', anche con un grande giro d'affari, che, dalle aziende municipali raggiunge le grandi multinazionali dell'acqua.
E cosi' accade che, mentre il famoso o, a seconda punti di vista, famigerato articolo 23 bis della legge 133 (che ha convertito il decreto Tremonti) impone di mettere a gara la gestione dei servizi pubblici locali "a rilevanza economica", il consiglio comunale d iParigi, nella francia delle multinazionali Suez e Veolia, proprio oggi voti per ripubblicizzare la gestione dell'acqua.
Il che significa che il 31 dicembre 2008, alla scadenza dei contratti con le due societa' private che gestiscono il servizio, l'acquedotto parigino tornera' ad essere un servizio municipale.
E, intanto, in Italia, e' dei giorni scorsi la protesta di molti Comuni contro il 23 bis della Finanziaria e di ieri, in conclusione, ad Aprilia del secondo Forum italiano dei movimenti per l'acqua che chiedono il ritorno ad una gestione pubblica del servizio idrico.
In questo fermento acquista una rilevanza particolare, il fatto che il 31 dicemrbe di quest'anno scada l'affidamento a Mediterranea dele Acque (societa' del gruppo Iride) della gestione del servizio dell'Ato, l'Ambito Territoriale Ottimale che riunisce i 67 comuni della provincia di Genova, capoluogo incluso.
Tanto piu' se si considera che Iride, societa' quotata in borsa nata dalla fusione fra la genovese Amga e la torinese Aem, sta per unursi alla multiutility Enia.
"E' una formidabile occasione per aprire una rifelssione sul ritorno a una gestione completamente pubblica dell'acqua, con un'azienda speciale di consorzi di Comuni" afferma Antonio Bruno, capogruppo di SE-PRC in consiglio comunale, tornato da poco dal Centro America dove ha partecipato alla Carovana dell'Acqua che ha attraversato Nicaragua, Honduras, Guatemal e Salvador "toccando con mano gli effetti devastanti di una gestione privvatistica del settore idrico".
Bruno chiede di avviare anche a Genova una riflessione su come poter far tornare la gestione dell'acqua intereamente nelle mani del Comune di Genova che, fra l'altro nel 2006 vendette all'allora Amga le dighe degli acquedotti Val Noci e Brugneto.
"Mediterranea delle Acque che fa parte del gruppo Iride e' una societa' per azioni partecipata anche da Impregilo, Veolia e fondi azionari (famoso quello delle vedove scozzesi) - osserva.
Nell'ultimo anno di cui si consoce il bilancio, il 2007, la societa' ha aumentato le tariffe del 14 per cento e, invece di impiegare gli utili per tariffe sociali e per l'ammodernamento delle reti, ha distribuito agli azionisti 4.595.000 milioni di euro (dividendo pari a 0,06 euro per azione in aumento rispetto ai 0,04 euro per azione dell'esercizio precedente).
Noi presenteremo, quindi, una mozione perche' si affonti in consiglio comunale il tema della ripubblicizzazione dell'acqua".
Tema evidentemente complesso che passa attraverso questioni normative e non solo.
Ripubblicizzare la gestione dell'acqua a Genova significa che il Comune da solo o con altri dovrebbe acquistare il pacchetto di minoranza di Mediterranea Acque adesso in mano ai privati.
"Ho chiesto un conteggio per verificare quanto costerebbe questa operazione - fa sapere l'assessore comunale al ciclo delle acque Carlo Senesi. Io sarei favorevolissimo al fatto che a Genova si tornasse a una gestione pubblica dell'acqua, ma non credo che i costi di questa operazione siano alla portata del Comune."
D'accordo, in linea di principio, anche l'assessore comuale per la costituzione dell'Authority di garanzia, Alfonso Pittaluga, molto piu' perplesso, invece, su come questo principio potrebbe essere tramutato in realta'.
Ma e' facile prevedere che la questone sara' sollevata quando il consiglio comunale, fra qualche settimana, dovra' pronunciarsi sulla'ggregazione Iride ed Enia.
Sempre che nel frattempo non sorgano ostacoli sulle proroghe all'affidamento del servizio a Mediterranea Acque. dopo il 2008.
Annamaria Coluccia
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