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*Pasolini: gli occhi (foto di Pedriali) 21 novembre 2008
***
*** **Perciò io vorrei soltanto vivere*
*pur essendo poeta*
* **perchè la vita si esprime * *anche solo con se stessa.*
* **Vorrei esprimermi con gli esempi.*
*Gettare il mio corpo nella lotta/./*
*Pier Paolo Pasolini* **
**
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* giocare...ascoltare...liberare... ** *
*
giornale per e.mail a cura di* g*ianni quilici **[
**gianniq@???* <mailto:gianniq@protocol.it>* ]*
**
*collaborano:*
* ... aldo zanchetta, anna, betty bastai, dante albanesi, diego simini, *
*emilio michelotti, franco dinucci, loredana, marisa cecchetti,
maurizio della nave, **nicola cuciniello, peppe de angelis, raffaella,
renzia d'incà, ** tommaso panigada, ** umberto franchi, valeria giglioli
... **
*
**
**
****Email spedite: n. 1 0 6 1
**
**Per raggiungere la propria libertà
il primo impegno è con l'Altro,
cioè con se stessi.
Non vi è distanza
tra me e l'Altro
perché non esiste un essere
senza Altri,
non esiste essere
senza Mondo.
Io sono l'Altro me stesso.
Il primo impegno è dunque
vivere pienamente
la propria epoca
Jean-Paul Sartre
**
* Il re degli imbroglioni
Così Roman Polanski vede "il cavaliere"**
*
Al minuto 27 della chiacchierata, iniziando a parlare di cinema italiano,
Roman Polanski si alza dal divano di pelle nera del suo studio e va a
prendere sulla scrivania una foto ritagliata da un giornale inglese.
È un'immagine di Berlusconi colto mentre sale in auto sorridente e
saluta a mano aperta:
"Guardi che espressione. Mi fa molto ridere questa foto ed è emblematica:
ha un sorriso da clown, pare una maschera, e saluta come Hitler.
E guardi il contrasto tra il suo sguardo da giullare
e quello truce e solenne delle sue guardie del corpo. Dice così tanto
questa foto...".
"Onestamente io l'Italia non la capisco" prosegue il regista premio
Oscar nel 2002 con Il Pianista.
"Per me è del tutto impossibile prevedere dove state andando.
Berlusconi sfida ogni norma, ogni regola alla base del funzionamento del
Paese.
È sorprendente.
Una cosa che mi ha sempre preoccupato, sin da quando abitavo a Roma
trent'anni fa, è che il vostro eroe nazionale,
dalla letteratura al cinema - soprattutto al cinema - è sempre una
specie di imbroglione.
Piccoli truffatori, furbastri disonesti. Gli italiani amano questi furfanti:
si danno di gomito e dicono "ah ah, guarda quello come li ha fregati
tutti" (in italiano, ndr).
Non so se è un'eredità dell'impero romano, ma è pericolosa.
In ogni cultura c'è il personaggio un po' mascalzone e canaglia,
ma mai al livello italiano.
E ora avete eletto il re degli imbroglioni.
*
Per Letizia*
Ho letto in questi giorni le tue poesie, le tue email e mi stavo
chiedendo com'è che ti sento così vicina, così amica, così compagna?
Eppure io non ti conosco... luoghi diversi, età diverse, vite diverse,
forse un solo caro amico in comune,
ma di sicuro un sentire comune, un amore comune: le parole!
Laddove le parole vengono usate come scalpello che pazientemente cesella,
come bisturi che finemente incide,
come pennello che con vitalità colora.
Quelle emozioni, quei sentimenti, quei pensieri
che si agitano, spesso sconnessi, nel turbinio del più profondo dell'animo
con le parole ed attraverso esse prendono forma,
una forma che con grazia si muove,
diventano un suono
unico e seducente
o una straordinaria sinfonia di vita.
E quindi ti volevo soltanto dire che anch'io
"Amo le parole
amo il loro suono
amo il loro potere evocativo
e la loro forma"
e, questo comune amore,
ci ha reso vicine,
ci ha fatto incontrare.
Loredana
* *
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*discutendo discutendo*
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*Attenzione al linguaggio di Berlusconi.
Dietro le balle e la beceraggine
c'è altro
di Ilaria [Sabbatini]
*Già, le balle di Berlusconi sono pari solo alle sue gaffes. Forse.
Ma attenzione: il suo non può essere semplicemente considerato un
atteggiamento superficiale, incoerente, grottesco.
Faccio un esempio di questi giorni.
Bondi chiede la chiusura di Glob - L'osceno del villaggio, programma
di Enrico Bertolino, comico nonché esperto di comunicazione.
Sui giornali on-online si discute se sia per l'intervista a Ilona
Staller (che peraltro parla di sesso, pornografia e politica,
sostanzialmente roba che non scandalizza più nessuno).
O se sia stato il servizio satirico su Mara Carfagna, il quale non è
poi niente di sconvolgente a dirla tutta.
Lasciamoli discutere per i fatti loro e noi invece indirizziamo
l'attenzione altrove.
Domenica 9 novembre alle 23.30, la sera dell'intervista a Ilona
Staller, ho visto la puntata di Glob, tutta.
Non mi succede mai, ma stavolta mi interessava perché parlava della
gaffe di Berlusconi: Obama abbronzato.
E mentre si discute se sia stata la Staller o la Carfagna a
scandalizzare Bondi, il vero motivo si perde tra gli starnazzamenti da
gossip.
Bertolino quella sera analizzava, da comunicatore, la strategia
comportamentale di Berlusconi, prendendo spunto dal caso
dell'aggettivo pararazzista "abbronzato".
Quello che diceva era che, ben lungi dall'essere una gaffe, questa
forma di paralinguaggio (e metalinguaggio) fa parte di una precisa
strategia di comunicazione.
Purtroppo non ritrovo lo spezzone. Chi ha Sky può trovarlo forse:
sarebbe molto istruttivo per tutti vederlo.
Il concetto era chiarissimo. Il linguaggio ammiccante, gli
atteggiamenti politically incorrect, quelle che noi, gente di
sinistra, riteniamo al più delle boutades becere sono, al contrario,
parte integrante di un modo di fare politica.
Berlusconi non fa gaffes,
Berlusconi usa le gaffes e tutto un repertorio di gags e
battute come aggancio nei confronti di un elettorato su cui quegli
strumenti fanno presa. "Come si risolve il problema dei precari?"
"Sposi il figlio di Berlusconi. Con quel sorriso se lo può
permettere". Io mi incazzo, voi vi incazzate, tutti ci incazziamo,
scriviamo e diciamo parole di fuoco per la giusta indignazione e
intanto però abbiamo abboccato al giochetto. Lo sa anche lui che è una
dichiarazione stupida, scorretta, offensiva della dignità di un
lavoratore e di una donna. Ma intanto ha portato il discorso su un
altro piano. Anche perché se non ricordo male, la domanda venne
proprio da una giovane esponente di FI. Non si parla più del
precariato bensì della scempiaggine di Berlusconi. Anzi di più: il
problema del precariato è diventato qualcosa che si può trattare con
la sublime banalità che in uno strano cortocircuito accomuna i potenti
e il popolino. Osservatelo bene: ciò che dice, ciò che fa, lo mette
apparentemente alla pari delle discussioni da bar (con tutto il
rispetto per i bar e per la gente che li frequenta, me compresa) e
quindi alla portata di tutti.
In fondo cosa ha detto di straordinario? Che Obama è abbronzato?
Capirai... quante volte l'avremo sentita questa battuta?!
E' ovvio che è scorretta e razzista. Ma potrebbe dirla chiunque. E
proprio su questo Berlusconi ha fatto leva per porsi al di fuori e al
di sopra della necessità di correttezza politica.
Il suo gioco, a mio parere, è di incarnare il contadino furbo, l'uomo
che viene dal popolo, che si comporta come il popolo dicendo le bugie,
dicendo battute scorrette in barba ai protocolli, addirittura facendo
le corna ai capi di stato nelle foto ufficiali. Che lo vogliamo o no,
molta gente ritiene le sue delle battute innocue. Addirittura ci si
può identificare con lui.
E allora? I politici dell'opposizione dovrebbero giocare allo stesso
gioco? Ovvio che no.
Però bisogna cominciare a pensare che Berlusconi non fa gaffes, non è
semplicemente becero e superficiale.
Bisogna cominciare a osservare il suo comportamento con un ottica
diversa.
Tant'è vero che al buon Bertolino, che ci ha provato, gli hanno subito
fischiato il fallo.
dal "Forum Lucca"
*Chi vivrà vedrà...
ma dopo anni di sana sinistra sono deluso
e oggi sto alla finestra...*
di Franco Dinucci
Cari discutendi "Chi vivrà vedrà"
Mi avete quasi convinto che il male è esclusivamente di una ben
catalogata classe politica italiana.
Qualche dubbio però mi tormenta....
Mi tormenta ammettere che la guida dell'Italia sia in mano ad una classe
politica corrotta
senza che mi si prospetti un'alternativa
Sono tormentato dal dubbio quando come esempio di alta moralità mi si
indica un personaggio di un'altro mondo
che, il fronte studentesco di questo mondo acclamava come "BOIA".
E ancora un dubbio mi pervade se per scoprire le malefatte di un
personaggio devo rifarmi ad una legge del 1957
(qui bisognerebbe aprire una discussione a parte, se il parlamento
risulta intasato dalle troppe e inutili proposte di legge).
(impossibile in qualunque altro paese democratico)
forse saranno le mie frequenti soste di lavoro in paesi come Turchia,
Libia, Algeria, Nigeria, Sierra Leone
a farmi sopportare e non mandare alla gogna certi personaggi.
Infine vorrei farvi notare che "se" non significa sono, infatti non lo
sono.
Dopo anni di sana sinistra come disperato mi sono attaccato ai radicali
e più deluso che mai, oggi sto alla finestra.
Dalla finestra mi piace questa squadra di governo al 55% e so che per
ora mi devo contentare;
non vedo in Italia spuntare una classe politica DOC, però ho speranza
nelle nuove generazioni.
Franco
*Q u o t i d i a n o F i r e n z e
di Gianni Quilici**
*1.
*Sul treno verso Firenze*
Case, canneti, strade
qualche collina in lontananza
e nulla nelle immagini
che la pupilla esalti
o anche semplicemente sommuova.
E questa luce dolce di novembre
lucida e frizzante
si stende sopra il paesaggio
ibrido e stanco
*2.*
Penso che *Clint Eastwood* sia sopravvalutato
Certo ricostruzioni accurate.
storie lineari e forti,
pellicola in b/n pura
ma c'è un elemento sentimentale
che lo porta alla schematicizzazione,
a vedere gli estremi
senza farli coesistere
*3.*
*L'intellettuale*
Stava con la testa china
gli occhi socchiusi
la mano sulla nuca
quasi a trattenere
i fiumi di pensieri
(così si poteva pensare)
quando invece c'era
soltanto e soprattutto
dei pensieri il desiderio.
Il suo essere intellettuale
(non perché elaborava,
perché si sforzava)
era sincero
e questo lo salvava
non c'era parodia
solo dolore
leggero
in fondo lui
viveva bene
nel suo essere
non essere
4.
*La favola del pennello* di *Andreas Kassel*
con Tonino Guerra.
Grande fascino.
Il fascino affabulatorio di Tonino Guerra
che sa raccontare magnificamente
con dialoghi, pause giuste, reiterazioni che creano attesa
ed un giovane regista che ha
la forza, l'essenzialità, la limpidezza
del grande regista.
Al festival dei Popoli
5.
*L'ora del caffè*
Quando il piacere si è diffuso
sazio e leggero
in corpo...
Per concludere
"un caffè...
per favore"
6.
Leggo "Il ballo"
di Irene Némirovsky (Adelphi)
romanzo breve per una notte.
80 pagine di una limpidezza
ed essenzialità folgoranti,
che rappresentano con acume
la radicalità vendicatrice
di una 14enne tanto lucida
quanto sognatrice...
eccetera, eccetera.
**
*
*
*A torinofilmfestival...
non avendo tempo
di crearmi un pre-immaginario...
mi butto...
*
*
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****
**
* *
* *
*/ /**Invio **/Queste email le ho inviate anche a chi conosco poco o
pochissimo,/*
*/o a chi magari non mi conosce o che solo casualmente/*
*/ è entrato nella (mia) posta
ettronica.
/*
*/Chi per qualsiasi ragione non vuole ricevere questi messaggi/*
*/me lo faccia, e scusatemi, sapere: gianniq@???
<mailto:gianniq@protocol.it> /*
*/Chi invece si sente partecipe, anche quando dissente,/**/ aggiunga,
proponga, faccia le sue critiche, e magari faccia circolare ..../*
*/ Chi vuole
essere inserito
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