CLAMORI DALLA COLOMBIA!
COMUNITA DI PACE SAN JOSE DE APARTADO MINACCIATA DA GRUPPI PARAMILITARI
La Comunità di Pace di San José de Apartadó è stata nuovamente oggetto di intimidazioni e minacce da parte di gruppi paramilitari ed anche dellEsercito ufficiale. Dopo varie provocazioni intimidatorie compiute dallEsercito, il 28 ed il 29 ottobre, lo stesso permane tutto il giorno nel municipio La Esperanza occupando varie case e la scuola. Agli abitanti che hanno invitato i militari ad abbandonare la scuola è stato risposto che questa comunità era un nido di guerriglieri e che per questo motivo doveva essere sterminata. Il giorno seguente alcuni membri della comunità sono stati fermati da individui armati che assicuravano possedere una lista di sei persone da assassinare, invitando gli abitanti a sfollare onde evitare un massacro.
Il copione è sempre lo stesso: prima arriva lEsercito provocando e minacciando, seguito dallazione dei paramilitari, che molte volte sono gli stessi appartenenti alla Forza Pubblica. Il pretesto che chiunque si opponga alle logiche di potere sia additato come guerrigliero, è ormai un ritornello stancante. Lungi dallessersi smobilitati i paracos continuano ad essere una delle colonne portanti della dottrina della sicurezza democratica di Uribe.
ARRESTATI MILITANTI DELLA REGIONE DI ARAUCA
Il 4 novembre almeno 13 persone, fra attivisti dei diritti umani, dirigenti sindacali, militanti del Polo Democratico Alternativo e dirigenti comunisti locali sono stati privati della libertà per ordine della magistratura inquirente di Arauca. Secondo informazioni provenienti dalla città di Arauquita, dove sono state effettuate le detenzioni, la magistratura li accusa di essere ausiliari della guerriglia criminalizzando la denuncia e la protesta sociale in questa provincia secondo il solito copione, che imita misure simili prese a livello nazionale contro dirigenti del Polo e del Partito Comunista. Come sempre, la scusa per colpire gli attivisti e gli oppositori del regime è quella di affiliarli d'ufficio all'insorgenza colombiana; eppure essi sono le principali vittime della violenza dei paramilitari e dell'esercito; il presidente Uribe (in quanto comandante in capo delle forze armate) ed i suoi alleati narco-parlamentari sono responsabili della
violenza fisica, verbale e giudiziaria contro chi denuncia le barbarie della società colombiana.
RINUNCIA IL COMANDANTE DELLESERCITO
Il comandante dellEsercito colombiano, Generale Mario Montoya, ha rinunciato dopo essere stato travolto dal caso dei falsi positivi. Il questionato ufficiale era già coinvolto in vari casi di violazione dei diritti umani: dalla creazione di un battaglione di intelligence alla fine degli anni 70, che di fatto era ununità clandestina terrorista, responsabile di sequestri, assassini ed attacchi dinamitardi, alla protezione dei gruppi paramilitari e allattacco della Comuna 13, un quartiere di Medellin, dove perirono 14 persone durante gli operativi militari contro milizie bolivariane delle FARC, e ne sparirono altre 50 nelle settimana seguenti.
Questo ex istruttore della famigerata Scuola delle Americhe, dove sono stati forgiati i peggiori torturatori e macellai dellAmerica Latina, è lo stesso che durante lo show massmediatico del la operacion jaque, che portò alla liberazione della Betancourt, usò lemblema della Croce Rossa, in piena violazione dei Trattati Internazionali e commettendo un crimine di guerra. Solo nel 2007, secondo Amnesty International, sarebbero almeno 330 le esecuzioni extra-giudiziarie perpetrate dalle forze dellordine, comandate da criminali del calibro di Montoya.
EX AUC CONFESSA OMICIDI DI CIVILI IN FALSI COMBATTIMENTI
Un ex paramilitare colombiano, identificato come Daniel Alfonso Guerra Ruiz, ha confermato davanti alle autorità giudiziarie che diversi civili che aveva egli stesso riunito, attirandoli con l'offerta di un lavoro, sono stati assassinati da effettivi dell'esercito per poi essere presentati come guerriglieri morti in combattimento, secondo una informativa pubblicata dal quotidiano El Tiempo.
L'ex AUC ha confessato ad agenti della Polizia Giudiziaria di avere contattato 7 ragazzi su richiesta di Roberto Carlos López Vega, militare di professione; sei di questi sono ricomparsi come morti in combattimento, con gli abiti che avevano il giorno della loro sparizione, oltre a stivali e armi; di un altro giovane non si hanno più notizie,i suoi genitori lo danno per morto.
Uno degli agenti che era presente all'atto del ritrovamento dei cadaveri, e che ha preferito non rivelare il proprio nome, ha affermato che gli stivali ritrovati davano l'impressione di essere nuovi, e che sembrava che quasi tutti i giovani fossero stati uccisi da un solo colpo di fucile (come in un'esecuzione).
Oggi che gli ex AUC confessano una piccola parte dei loro crimini, le cronache riportano dell'indissolubile intreccio fra esercito regolare e forze paramilitari, nient'altro che crudeli esecutori di un piano ideato nei piani alti della politica; il desiderio di sbandierare inesistenti risultati sul campo contro-insurrezionale e la macabra pratica delle ricompense per i guerriglieri abbattuti, unita all'altissimo grado di corruzione delle forze armate, portano a questi aberranti risultati.
ENNESIMA PROVOCAZIONE AI DANNI DEL DIRIGENTE RIVOLUZIONARIO DOMINICANO NARCISO ISA CONDE
La notte del 5 novembre, mentre insieme a sua moglie si recava a casa di suo figlio, il dirigente comunista dominicano Narciso Isa Conde è stato oggetto dellennesima provocazione da parte della polizia nazionale. Mentre i due compagni appartenenti alla scorta lo attendevano in macchina, alcuni poliziotti hanno chiesto a loro i documenti. Molto tranquillamente la scorta ha spiegato che attendevano Narciso e che lo chiamavano immediatamente per gli opportuni chiarimenti, ma costoro non ne hanno voluto sapere minacciandoli di trarli in arresto. La tensione è aumentata fino a quando i due uniformati hanno impugnato le armi; a questo punto la scorta ha avuto la stessa reazione nel timore che volessero assassinarli. Solo lintervento di Isa Conde e del figlio, che ha chiamato alcuni mezzi informativi, hanno scongiurato una tragedia.
Mentre le autorità dominicane si limitano a definire questa nuova istigazione solo come un incidente mal gestito, si tratta di un tentativo provocatorio, dopo quelli attuati poche settimane orsono, per trucidare il noto esponente politico. Le pressioni del regime narco-terrorista di Uribe e della CIA sulle autorità dominicane, per concretizzare leliminazione di Narciso sono finora fallite per la straordinaria determinazione e calma dello stesso. Le denunce contro loligarchia mafiosa ed i suoi rappresentati paramilitari, sono la causa di questo accanimento. Il presidente Leonel Fernández, che finora non è riuscito a garantire lincolumità fisica del dirigente rivoluzionario, dovrà a rispondere di questi inaccettabili fatti.
ECUADOR PROTESTA PER INCURSIONE PARAMILITARE
Il governo dellEcuador ha inviato unenergica protesta al suo omonimo colombiano e allOrganizzazione degli Stati Americani (OEA), dovuta allincursione di un gruppo di paramilitari nel suo territorio ed alla mancanza di controllo delle frontiere. I paramilitari delle Águilas Negras, dopo essere arrivati nella città di Borbón, situata nella confinante provincia ecuadoregna di Esmeraldas, si sono diretti in una discoteca in cerca di una persona da eliminare. Qui hanno malmenato il personale e ferito tre persone, di cui una deceduta in seguito. Il Ministero degli Esteri ha sottolineato la gravità dellepisodio dovuto alla mancanza di controllo militare nella frontiera, sollecitando le autorità colombiane affinché, attraverso contromisure adeguate, simili episodi non si ripetano.
La nota è stata inviata attraverso lambasciata argentina a Bogotà, dopo la rottura diplomatica avvenuta il 3 marzo, a causa della violazione della sovranità nazionale da parte dellesercito e dellaviazione colombiana. Un nuovo episodio istigatore da parte del paramilitarismo di Stato tenta di destabilizzare il vicino Paese, non disposto a lasciare impunito un atto criminale attuato congiuntamente con Washington. Lintegrazione politica, economica e sociale dei popoli latinoamericani, vede oggi il governo Uribe come il principale alleato delle politiche neoliberiste USA; testa di ponte dellimperialismo nordamericano nel continente.
TRUFFA MILIONARIA PROVOCA DISORDINI
Limpresa promotrice finanziaria DRFE (Depósito Rápido, Fácil y Efectivo ), ha messo in atto una scandalosa truffa ai danni di migliaia di piccoli risparmiatori colombiani. Con 66 agenzie sparse in 12 regioni del Paese, la DRFE ha usato il sistema della catena di SantAntonio per raggranellare, si stima, 200 milioni di dollari. I piccoli risparmiatori venivano allettati con interessi mensili che partivano dal 35% e raggiungevano anche il 150%. Il rappresentante legale, Carlos Alfredo Suárez, è sparito con 15 guardie del corpo e varie valigie, probabilmente colme del denaro sottratto illecitamente.
La rabbia popolare è esplosa quando alcune sedi sono state chiuse in fretta e furia, ed oltre al danno è arrivata anche la beffa: in alcune agenzie sono stati trovati biglietti di addio che ringraziavano lincredulità e la stupidità dei benefattori creduloni. È stato necessario imporre il coprifuoco in cinque città per contenere la protesta. Mentre la stessa impresa aveva in passato avuto problemi nel vicino Ecuador, il quale dopo indagini e perquisizioni ne aveva decretato la chiusura immediata, in Colombia come sempre il governo è rimasto passivo ed ora si appresta a chiudere la stalla; ma i buoi sono già lontano.
LA PROCURA GENERALE COLOMBIANA CERCA TERRORISTI NELLE UNIVERSITÀ
La procura generale della Colombia ha chiesto a diverse università pubbliche di Bogotà gli archivi con i dati su professori e studenti per stabilire se qualcuno di loro ha vincoli con organizzazioni terroriste.
Radio Caracol ha indicato che Jorge Piedrahíta, magistrato dell'Unità contro il Terrorismo, ha dato istruzione perché si chiedano alle università i dati dal 1992 ad oggi; per effetto di questa inchiesta, è già stato arrestato un professore del collegio Saludcoop Sur, nella zona ovest della capitale.
Gli agenti sono arrivati all'ora dell'ingresso degli studenti nel complesso, il che ha fatto sì che si opponessero alla detenzione gli stessi studenti,idocenti e anche la direzione dell'istituto.
Successivamente il professore ha deciso di consegnarsi alle autorità; secondo Olga Marina Amaya, direttrice del collegio, laccademicodetenuto teneva lezioni di Scienze Sociali alle scuole superiori, ed è titolare di una cattedra sui Diritti Umani nell'Università Distrettuale; inoltre ha assicurato che nell'ultimo anno, nel suo lavoro, non ha avuto comportamenti strani e che si è distinto per aver compiuto correttamente il proprio dovere.La caccia alle streghe lanciata dalla cosca uribista continua imperterrita a mietere vittime innocenti.
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