[Forumlucca] GIORNI E NUVOLE

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Autor: gia nni
Datum:  
To: forumlucca@inventati.org
Betreff: [Forumlucca] GIORNI E NUVOLE


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*Venerdì 14 *alle ore 15.30 al cinema Centrale
continua il ciclo dell'Unidel con uno dei film italiani più premiati e
visti
Giorni e nuvole
di Silvio Soldini
con Antonio Albanese e Margherita Buy.
Il film verrà introdotto, e discusso alla fine con il pubblico,
da Gianni Quilici.
L'ingresso è gratuito.

E' un film che emoziona, che crea vette di acuta tensione e questa
tensione è vera: nasce dalla disperazione di chi scende rapidamente (e
se ne vergogna) di grado sociale, di chi si trova costretto senza
costrutto ad umilianti ed inconcludenti colloqui, di chi poi si adatta a
fare lavori umili, di chi si ritrova, infine, a mani vuote e scarica
violentemente sui "prossimi" (la moglie che a sua volta sta percorrendo,
ma in modo più pragmatico le stesse difficoltà) la propria impotenza.

Non si deve, però, pensare ad un film che fa solo soffrire, perché
questa sofferenza diventa empatia nello spettatore, partecipazione,
commozione talvolta. Merito di una sceneggiatura calibrata, in cui
questo progressivo perdersi dei protagonisti culmina in scene madri di
forte impatto emotivo. Merito della adesione ricca di sfumature di
Antonio Albanese e Margherita Buy, che mai gigioneggiano, come, pensando
all'Albanese comico-grottesco, si poteva benissimo sospettare. Di una
regia che sta addosso ai personaggi, li fa vivere in lunghi piani
sequenza, ma sa tagliare al momento giusto. Di una fotografia che dà a
Genova, ripresa in bellissimi piani totali, il sentimento dolente della
vicenda. Di una musica che dà sopratutto un ritmo al film, senza
sottolineature sentimentali.*
*Il finale rimane ambiguo. Mette insieme gli occhi dei due protagonisti,
sdraiati sul pavimento nella visione della bellezza (l'affresco nel
soffitto), che si offre come speranza, possibilità del futuro. Non è
ottimistico, né pessimistico. E' aperto. Come i due protagonisti, in
difficoltà, ma in "lotta".
Può risultare una metafora dell'Italia di oggi: degradata, ma anche
percorsa da un desiderio di riscatto.