[Lecce-sf] nuova legge regionale contro l'Ilva

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Autor: gabriele1985@virgilio.it
Data:  
A: forumlecce
Assumpte: [Lecce-sf] nuova legge regionale contro l'Ilva
Ilva Taranto: una legge regionale la obbligherà a ridurre le emissioni
di Gabriele Caforio da www.titolidicoda.org

Con una legge regionale la
Puglia obbliga lo stabilimento siderurgico Ilva di Taranto a ridurre le
emissioni di diossine nell’aria. È il primo caso in Italia di una
Regione che si dota di una legge di questo tipo. Dopo anni di
scellerato inquinamento qualcosa si muove.

L’11 novembre la giunta
regionale, presieduta da Nichi Vendola, ha approvato un disegno di
legge proposto dall’assessorato all’Ecologia con la collaborazione
dell'Agenzia Regionale Protezione Ambiente. Il provvedimento dovrà ora
passare in Commissione e poi sarà approvato dal Consiglio. Questa
norma e' stata concepita di concerto con gli enti locali più
interessati al problema: i sindaci di Statte, la Provincia e il sindaco
di Taranto.

È la prima volta che una regione italiana si dota di una
legge di questo tipo in materia di diossine. Nel resto d’Italia vige il
decreto legislativo 152 secondo cui l'Ilva e altri stabilimenti simili
sono assolutamente in regola. A partire dal 1 aprile 2009 tutti gli
impianti già esistenti e attivi dovranno adeguarsi ai limiti fissati
dal nuovo provvedimento. Entro 60 giorni dall’entrata in vigore i
gestori degli impianti dovranno presentare un piano per il
campionamento in continuo dei gas di scarico all’ Arpa (Agenzia
Regionale per la Protezione Ambientale), l’Agenzia Regionale effettuerà
poi dei controlli a campione per verificare l’effettivo adeguamento
degli impianti alla norma.
L'elaborazione del piano di campionamento e
la validazione dello stesso da parte dell'Arpa Puglia sono adempimenti
obbligatori per la concessione delle autorizzazioni e l'attivazione di
nuovi impianti. In caso di superamento dei limiti, Arpa Puglia li
comunica alla Regione che diffida il gestore a rientrare nei limiti
entro 60 giorni. Se ciò non accade, il gestore dovrà chiudere
l'impianto.

Questa norma è il primo vero importante passo nei
confronti di un impianto come quello dell’Ilva di Taranto che da ormai
un secolo sta ammazzando la Puglia. I danni finora creati sono
incalcolabili: danni all’agricoltura della zona, al mare e soprattutto
alla salute dei cittadini che sono vittima di un elevatissimo numero di
patologie tumorali dovute alle polveri sottili che quotidianamente si
respirano in Puglia.
Sulla base dei dati INES (Inventario Nazionale
delle Emissioni e loro Sorgenti) del 2006, la percentuale di diossina
emessa in Italia dall’unità tarantina è pari al 92% del totale
nazionale.

Le emissioni dell’Ilva non sono solo un pericolo per i
Pugliesi e gli italiani, ma detengono il triste record di essere causa
del 10% di diossine prodotte in tutta l’Europa, basta pensare che solo
l’impianto di Taranto è secondo in quanto ad emissioni rispetto all’
intera zona siderurgica tedesca. Una vera e propria emergenza
internazionale.
L’ altro triste record detenuto dall’ecomostro
tarantino e quello delle morti bianche: all’Ilva si muore con una
facilità estrema, colpa di impianti vecchi e investimenti nulli in
termini di sicurezza sul lavoro.

Ma se dal Golfo Tarantino ci
spostiamo sul litorale adriatico di Brindisi c’è un altro “piccolo”
ecomostro che sta silenziosamente avvelenando le terre di Puglia: la
centrale elettrica a carbone Federico II di Cerano, ma questa è
un'altra storia…triste!

da www.titolidicoda.org