La gioiosa macchina da guerra era ormai partita e ogni
ordine e grado delle istituzioni aveva già ricevuto
l’invito quando è arrivato il Noe [Nucleo operativo
ecologico] a guastare la festa. Giovedì 13 novembre
sarebbe divenuto concreto, con l’inaugurazione del
nuovo gassificatore di Malagrotta, quel sogno vagheggiato
dal padre padrone della «mondezza» Manlio
Ceroni: la «Città delle industrie ambientali». L’invito,
un pieghevole in doppio cartoncino e dodici foto a
colori che mostrano il «sogno» esteso per ben 37 ettari
in tutta la sua magnificenza: pale rotanti, gigantesche
mani di acciaio, pensiline sospese nel vuoto, nastri
trasportatori, cabine di regia per compiere l’opera del
«FullCirce, il più completo ed efficiente sistema integrato
di trattamento dei rifiuti urbani» [così si legge
nella lussuosa brochure]. FullCircle è una definizione
piuttosto calzante e ricorda il titolo di un film del ’77
«Demonio dalla faccia d'angelo». Al momento il demonio
è stato fermato grazie a un giudice delle indagini
preliminari che di punto in bianco ha posto i sigilli al
nuovo impianto. Ora la Regione Lazio sarà forse meno
moderna ma di certo più sicura, stando alle ragioni
per le quali è stato sequestrato il gassificatore nuovo
di zecca. Quanto agli abitanti della zona, la festa per
loro è finalmente cominciata. Dopo aver convissuto
per trent’anni con la discarica più grande d’Europa,
potrebbero scampare anche l’inceneritore. A meno che
il signor Ceroni, come nel far west, al grido «o la borsa
o il gassificatore» pretenda dal comune di Roma [debitore
di svariati milioni di euro] quanto gli è dovuto
pari a 0,44 euro per ogni chilo di immondizia conferito
in discarica moltiplicato le 4.500 tonnellate l’anno, per
un totale di 44 milioni di euro l’anno.
Carta quotidiano martedì 11 novembre 2008 ore 17.00
ub
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Non potendo rafforzare la giustizia si è giustificata la forza B. Pascal
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