[NuovoLab] legambiente: osservazioni e proposte alle 17 vari…

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Autore: ANDREA AGOSTINI
Data:  
To: forumgenova
Oggetto: [NuovoLab] legambiente: osservazioni e proposte alle 17 varianti al puc esistente per la politica della casa

OSSERVAZIONI E PROPOSTE DI LEGAMBIENTE LIGURIA
LE 17 VARIANTI AL PUC ESISTENTE PER LA POLITICA DELLA CASA
PREVISTE NEGLI "INDIRIZZI DI PIANIFICAZIONE" DEL COMUNE DI GENOVA (Delibera di Giunta Giugno 2008 All.C1)

A-DI CHE COSA SI TRATTA E LE CONTRADDIZIONI INTERNE IN ASSENZA DI DOCUMENTAZIONE PROGETTUALE
1- L'Allegato C1 prevede "modifiche alla LINEA VERDE per l'individuazione d'aree da comprendere nel costruito:da destinare al settore abitativo sociale e da attuarsi mediante bando pubblico. Si tratta de "L'individuazione cartografica e schedatura d'aree da comprendere nel costruito con l'invito ai soggetti pubblici e privati a partecipare a proposte operative da inserire in PROGETTI SPECIALI SULL'EMERGENZA ABITATIVA per concorrere all'incremento dell'OFFERTA DI ALLOGGI IN LOCAZIONE. A questo scopo sarebbe importante conoscere gli attuali proprietari dei terreni, il valore catastale dei terreni, quale valore viene o verrebbe riconosciuto dal Comune, se in tempi recenti quei terreni hanno cambiato proprietà, il nome dei proprietari dei terreni limitrofi specie se edificabili - siamo a cavallo della zona verde e potrebbero risultare indebiti favori - molto importanti - per i vicini privilegiati dall'infrastrutturazione della zona.

2 - Per primo, si nota che l'allegato C1 è costituito da 17 tavole in scala 1:10000 con la semplice perimetrazione d'aree (linea verde tratteggiata) distribuite in forma del qua e là, in maniera sparsa e frammentata ai margini dei quartieri d'edilizia popolare Val Polcevera e nel Ponente. Le nuove aree destinate all'edilizia sociale sono previste all'estremo limite esterno della città compatta. e sono localizzate all'esterno e contermini della linea verde che circoscrive i quartieri popolari localizzati in zone collinari periferiche e isolati dai centri abitati dei Municipi e del Centro Urbano.
I nuovi insediamenti ricadono ai margini di zone abitate, che sono già di per se gravemente carenti sul piano della qualità sociale e ambientale - e' il caso di Begato .
L'operazione, così proposta in interventi disaggregati, non potrà che risolversi nella costruzione di nuovi ghetti, anche perchè le note condizioni finanziarie degli enti locali impedisce di fatto di programmare, in parallelo, le nuovi costruzioni e assieme un aumento degli investimenti in servizi alla cittadinanza con le necessarie risorse umane, oltre che finanziarie, come è ben verificabile a Ca Ventura e a Begato, nonostate il grande impegno dei cittadini e delle associazioni di volontariato.
La costruzione di centri protetti per disabili - in questo caso psichici - in zone lontane dal centro abitato, prive di servizi e di mezzi di comunicazione e trasporto li trasformerebbe inevitabilmente in reclusori sociali - e questo sia per l'intervento previsto a Pra' che per quello previsto in Val Bisagno.
Alcuni interventi, via dell'Acciaio a Sestri e via Mendoza a Quinto si andrebbero ad aggiungere a due aree recentemente attraversate da progetti realizzati e in via di realizzazione a forte impatto residenziale e gia' attualmente prive di servizi e viabilità sostenibile.

3 - Date le scarse informazioni che sono state messe a disposizione , le proposte del Comune sono così lontane da un progetto urbano d'edilizia popolare coordinato, sostenibile secondo le direttive europee e integrato con un qualsiasi schema o disegno urbano e metropolitano d'assieme, da far pensare che il tutto, fino a prova contraria, si riduca ad una semplice distribuzione d'aree rinviando al dopo il loro assetto locale e urbano. Sono date scarse informazioni spaziali planimetriche e tridimensionali , non si accenna a norme regolamentari costruttive e gestionali, né a quantità e caratteristiche tipologiche in termini di destinazioni d'uso e di dimensione delle superfici impegnate .
Non si conoscono l'entità degli abitanti e le tipologie abitative e urbanistiche previste, la qualità e le caratteristiche insediative e l'ammontare dei costi e tempi di intervento Si tace sulle modalità con le quali si intende valutare gli effetti degli interventi programmati sull'ambiente e sul criterio di inquadramento e d'integrazione nella più vasta valutazione ambientale strategica, a cui è assoggettato il nuovo PUC, in quanto modifica con forti, incisive e impegnative varianti il PUC esistente

4 - Tutto questo mette in luce quanto gli interventi di politica abitativa del Comune di Genova in corso di attuazione siano senza orientamento strategico, per ora e allo stato attuale delle conoscenze disponibili, e quanto non corrispondano nemmeno agli enunciati degli "indirizzi di pianificazione"

5 - In particolare, i documenti dell'allegato C1 contraddicono  gli obiettivi e i principi conseguenti alla scelta delle linee strategiche del nuovo piano per Genova.e mettono subito in discussione il tracciato della Linea Verde che assieme a Linea Blu dovrebbe delimitare la città compatta. Se la Linea Verde è intesa, secondo gli "indirizzi", come " la linea virtuale di demarcazione al di là della quale la città compatta non debba espandersi ", se la Linea Verde è definita come"un confine netto fra città e verde di contesto; se si considera prioritario "impedire il consumo di territorio e garantire la riqualificazione dei tessuti insediativi, favorendo il potenziamento del verde e l'uso delle tecnologie eco-sostenibili, di bioingegneria, bioarchitettura , come si spiega che il progetto di politica abitativa sociale sia così lasciato senza approfondimenti tecnici e gestionali e senza correlazioni con l'assetto urbanistico dell'insieme del territorio genovese? Tale assetto tuttavia è stato presentato dal  Comune  come innovativo nel metodo e nei contenuti 
B-CONSIDERAZIONI PROPOSITIVE e INDICAZIONI METODOLOGICHE  PER  UN PIANO ABITATIVO SOCIALE COMPATIBILE A LIVELLO URBANISTICO LOCALE E GENERALE 
1        Proprio perché il progetto di Politica Abitativa del Comune costituisce una scelta sociale e ambientale di fondamentale importanza per l'avvenire demografico, produttivo e urbanistico di Genova, Legambiente, pur rimarcando con forza queste palesi contraddizioni, spinge per una soluzione che integri i quartieri popolari tra loro e con poli vitali della città e del suo Centro Storico. A questo fine mette sul tavolo della discussione alcune considerazioni propositive, che purtroppo non possono avere che un valore puramente indicativo a causa delle poche e insufficienti informazioni  messe a disposizione dal Comune
2        Si può ipotizzare che la scelta delle aree così distribuite in forma dispersa, al punto che appare una scelta casuale, possa dipendere dal fatto che si sia data la priorità alla disponibilità pubblica e privata delle aree nelle vicinanze dei quartieri popolari esistenti. Il modello"sparpagliato" proposto avrebbe senso, solo se le aree fossero destinate solo a servizi di valore sociale da inserire là dove gli insediamenti esistenti ne sono più carenti. Questa modalità consentirebbe di immettere funzioni che portano nuova linfa di verde attrezzato, di servizi e infrastrutture, aventi il ruolo di strumento d'aggregazione e coesione sociale per mitigare o eliminare situazioni  di degrado fisico e di isolamento sociale e territoriale 
3 -  Dall'esame delle 17 tavole dell'allegato C1e relativa schedatura si evince che si tratta d'integrazione di servizi solo in alcuni casi, ma anche in questi e in tutti gli altri casi si propone un'offerta d'alloggi, ( bene che la finalità sia di darli in locazione, anche se in parte), ma in ogni modo tutti di nuovo impianto. Questa logica porterebbe a costruire 17 insediamenti, la cui entità non si conosce, ma da quello che si può dedurre sarebbero in ogni modo costituiti da edifici nuovi d'una o due o poco più unità abitative. Questo modello a poli sparsi dovrebbe affrontare, sia il problema dell'inserimento tipologico ed estetico nelle diverse situazioni esistenti, già di livello qualitativo architettonico, urbanistico e ambientale insoddisfacente, sia il problema dei costi di costruzione e d'urbanizzazione, che risultano più alti rispetto ad un modello che prevede  soluzioni  maggiormente concentrate, in modo tale da costituire unità di intervento che consentano  una aggregazione dello spazio e dei volumi e una dotazione consistente di verde e servizi, significativa dal punto di vista, urbanistico, sociale, paesaggistico e della qualità estetica della vita.Il sistema del verde è da considerarsi come la struttura portante, dai parchi urbani ai corridoi ecologici, del modello del nuovo PUC , e come tale da intendersi non solo come fruizione estetica e sociale - che manca totalmente nella proposta - ma anche come strumento di armatura urbanistica qualitativa e quantitativa che ridisegna e circoscrive il sistema storico e ambientale degli insediamenti esistenti e il sistema degli insediamenti innovativi di nuovo impianto e pertanto questo aspetto va sempre integrato in fase preliminare ancor piu' che in quella realizzativa dove i margini sono sempre ridotti, va anche definito un aspetto del tutto marginalizzato nella pratica urbanistica corrente da parte dell'Amministrazione Civica e che riguarda i costi di manutenzione spesso non definiti contrattualmente o nel migliore dei casi con vincoli inferiori al lustro e comunque sempre a carico dei costruttori e mai dei residenti.
4 -   Prendiamo per esempio il caso delle aree di nuovo impianto di Begato, aree che sono localizzate in cinque zone diverse (3 nei settori 9 e 2 nei settori3) Esse sono distanziate spazialmente le une dalle altre e non sembrano pensate, in stretto rapporto tra loro, per un loro coordinamento spaziale e funzionale, Tuttavia è possibile, verificatane la fattibilità con attento studio sul campo, concentrare queste cinque aree in un'unica zona baricentrica rispetto ai diversi settori del quartiere Begato, in modo tale da costituire un unico insieme d'unità abitative attrezzate di servizi, verde, percorsi pedonali, attrezzature e impianti per il risparmio energetico e l'uso d'energie rinnovabili, spazi per l'incontro sociale, ( come giustamente si prevede nella relazione degli "indirizzi di pianificazione del Comune").
Sarebbe un insieme urbanistico che potrebbe costituire elemento di riqualificazione urbana e di coesione spaziale e sociale in collegamento diretto funzionale e visuale con la situazione esistente
Questo ragionamento strategico sul tipo di modello di distribuzione spaziale più adeguato in termini di costi e benefici sociali e urbanistici potrebbe essere fatto alla scala di tutta la città per arrivare a diverse soluzioni alternative da mettere a confronto per la scelta ottimale dal punto di vista dell'interesse pubblico e da sottoporre al dibattito pubblico deliberativo all'inizio del processo decisionale e progettuale. 
Questo procedimento potrebbe portare a diversi scenari, tra i quali quello di una soluzione urbanistica che potrebbe essere quella, secondo un modello urbanistico concentrato, di localizzare un gran quartiere d'edilizia popolare ad alto mix funzionale e sociale di livello europeo, integrato all'interno della città compatta, in una zona d'insediamenti costruiti dimessi, liberi o da liberare 
Lo scopo è duplice: quello di non interferire con la Linea Verde, salvando le aree collinari verdi non ancora edificate, come quelle proposte per l'edificazione dalla Politica abitativa del Comune all'allegato C1, quello di sperimentare la costruzione di un eco-quartiere d'alta qualità estetica e funzionale, utilizzando le esperienze più avanzate in Europa, per farne un caso esemplare innovativo di riqualificazione delle aree periferiche e degradate. 
Questo è uno scenario di recupero dell'esistente. Non si esclude anche uno scenario d'espansione su un'area libera. Entrambi richiedono tuttavia che il Comune, per acquisire l'insediamento o l'area adeguata, deve avere l'intendimento di mettere in atto un'ineludibile politica pubblica delle aree. Ne consegue che si dovrà istituire un corretto rapporto con i soggetti privati proprietari d'aree e d'edifici che siano interessati alla sperimentazione costruttiva e all'innovazione nella ricerca tecnologica. 
Per un obiettivo di così alta qualità è necessario innovare nella gestione del governo del territorio e nel metodo del progetto urbano a regia pubblica. Raggiunta questa consapevole strategia pubblica è possibile ed efficace utilizzare in maniera programmata lo strumento del"trasferimento del volume". Si otterrebbero qualità urbanistica, sperimentazione costruttiva ed energetica, contenimento dei costi monetari e sociali e un alto valore simbolico di democrazia civica che sarebbe essenziale per governare la strategia pubblica del nuovo PUC, ma anche una politica della casa, che si basi sul recupero non solo dell'esistente da ristrutturare, ma anche dell'esistente d'interesse storico, artistico e ambientale, in altre parole dei centri storici ricchi di possibilità di recupero e di restauro  
Legambiente è disponibile ad essere un interlocutore a servizio delle Istituzioni per dare un contributo alla costruzione di Genova città-porto europea, a livello metropolitano, sostenibile urbanisticamente e socialmente, modello d'accoglienza e di democrazia partecipativa.
Giovanni Spalla Presidente Comitato Scientifico Legambiente Liguria
Andrea Agostini Presidente Circolo Nuova Ecologia Legambiente Genova