Comunicato stampa
Si conclude il convegno di Mani Tese: alla crisi alimentare è
necessario rispondere con un nuovo paradigma
Il convegno "Gli equilibri della fame. La cooperazione è la risposta?"
si è concluso con una sessione, moderata dalla coordinatrice di Mani
Tese Angela Comelli, incentrata sullo stato di salute della
cooperazione italiana: per il 2009 verrà tagliato il 55% dei fondi
rispetto all'anno in corso, riducendo ulteriormente la già esigua
percentuale del PIL che il nostro Paese destina all'aiuto pubblico
allo sviluppo (ad oggi, lo 0.19%).
La preoccupazione per queste scelte politiche è stata aggravata nelle
ultime settimane: il timore è che la crisi finanziaria servirà da
giustificazione per molte decisioni dei Governi e degli organismi
internazionali. In realtà la crisi è unica, è la crisi del modello di
sviluppo imposto dalla globalizzazione. Serve un cambio di paradigma,
in cui la cooperazione internazionale ha un ruolo, ma non è l'unico
attore in campo.
Un tema centrale è stato quello dell' empowerment: non è sufficiente
assistere ai processi, bisogna avere il potere di gestirli. I Governi
si oppongono a questa logica, e la cooperazione ha un ruolo
fondamentale nel dare spazio e fiducia al Sud del mondo. "La questione
di base è come i contadini potranno avere in mano gli strumenti per
nutrirsi e nutrire i loro figli. Viene chiesto a chi non ha riso e
mais di destinare le terre alla produzione di agrocarburanti per
alimentare le auto del Nord del mondo" ha sottolineato Theophile
Kaboré, dell'associazione Kibaré, partner di Mani Tese in Benin.
Nei due giorni di convegno il dibattito ha coinvolto rappresentanti
della società civile e delle istituzioni. Tra questi Luciano
Rocchetti, responsabile settore Solidarietà Internazionale della
Provincia Autonoma di Trento, che ha sottolineato l'importanza di
"ridare valore alla partecipazione e offrire strumenti positivi e
servizi per condividere le esperienze dei vari attori della
cooperazione internazionale".
A conclusione Antonio Tricarico (CRBM / Mani Tese) ha ricordato come
"già nel convegno del 1997 Mani Tese chiedeva un nuovo ordine
economico internazionale. Inascoltati, siamo al punto di raccogliere
le nuove sfide che si aprono nell'attuale scenario. Alla crisi
alimentare è necessario rispondere con un nuovo paradigma, quello
della sovranità alimentare, capace di dare risposte chiare anche a
questioni centrali come quella dell'utilizzo della risorsa terra."
Oggi si parla di ristabilire la fiducia nei mercati, ma "la vera sfida
è ristabilire la fiducia nei Governi e nelle istituzioni. I Governi
hanno una paura enorme di non avere il consenso: per questo dobbiamo
sentirci attori importanti e tornare nella società come protagonisti
delle questioni che abbiamo sempre proposto. Chi ha sbagliato deve
pagare e lasciare il campo a nuovi attori. Se non ora, quando?".
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