Autore: Rosario Gallipoli Data: To: forumlecce Oggetto: [Lecce-sf] Fw: mobbing
Ricevo dal compagno Antonio Colazzo di Curzi, che vive e lavora ad Osimo (AN) una lettera di denuncia delle condizioni di vita e di lavoro all'interno della sua azienda dove chi è sindacalista, è perseguitato e represso.
Rosario.
Scrivo questa lettera per denunciare gravi fatti di attività antisindacale e mobbing che in prima persona subisco direttamente e che indirettamente toccano anche i miei colleghi all'interno dell'azienda Mait trivelle di Osimo.
Cominciamo dall'inzio.
Di ritorno dalle ferie di agosto io e altri 13-14 colleghi decidiamo di tesserarci con la Fiom-Cgil come riconoscimento per le consulenze e l'assistenza sul lavoro dateci in questi ultimi anni.
Premesso che fin da quando è nata la Mait trivelle non ha mai accettato l'ingresso del sindacato all'interno dell'impresa, nel momento in cui gli imprenditori di questa azienda ricevono la comunicazione delle deleghe inviata dalla Fiom vanno su tutte le furie.
Noi pochi tesserati veniamo così convocati uno ad uno (divide et impera) e subiamo all'interno degli uffici dirigenziali minacce professionali dal cambio di reparto al taglio del premio produzione ed altre pesanti intimidazioni.
Le minacce dei proprietari hanno avuto il loro effetto: siamo rimasti solo io e un altro collega, Piero Paparella, in possesso della tessera Fiom.
La triste vicenda prosegue con la mia esclusione dai corsi di formazione di elettronica e dal "programma cinese", ovvero se fino a poco tempo fa si parlava di un contratto di lavoro in Cina ora questa possibilità mi è stata tolta.
L'ultima insensatezza fatta con prepotenza e solo per colpirmi, visto che sono stato individuato come la mente ispiratrice di questo piccolo tesseramento di gruppo, è il mio spostamento di reparto dall'elettronico al meccanico – dove non ho esperienza – e l'ulteriore spostamento di un mio collega esperto di meccanica nel settore aste.
Perché tutto questo?
Il mio sindacato, la Fiom appunto, ha formalmente messo a conoscenza dei fatti Assindustria chiedendo un tavolo di incontro fra la Mait, Fiom e Assindustria per chiarire l'opera di ostacolo all'attività sindacale che sta avvenendo all'interno dell'azienda di Osimo.
Questo tavolo ad oggi non si è ancora svolto nonostante la criticità delle nostre condizioni di lavoro.
Perché Assindustria nicchia e non preme per un incontro tra le parti?
Ma soprattutto, Assoindustria pur sapendo delle condizioni in cui ci troviamo perché non redarguisce con gli strumenti in suo possesso i vertici aziendali Mait che con prese di posizione antiddemocratiche stanno infamando il nome di questa prestigiosa associazione di rappresentanza degli industriali?
Infine, cosa aspettano i politici e le istituzioni locali a difendere quegli stessi lavoratori che li hanno letti e legittimati?
Dove sono stati fino adesso?
Da quando è iniziata questa vicenda non riesco più a lavorare serenamente.
Intorno a me e soprattutto tra i colleghi respiro un clima ostile nei miei confronti e ho costantemente gli occhi puntati su di me dei capi reparto.
Sono disposto a tutto pur di vedere garantiti i miei diritti e quelli di tutti i lavoratori.
Cordiali saluti