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Campidoglio, battaglia dei canili Messi da parte i volontari, arrivano società private. Gli animalisti:"Diventeranno lager" di Laura Serloni Stop agli ingressi nei canili comunali ai cuccioli abbandonati e feriti, un diktat imposto più di dieci giorni fa dal Comune. Stop ai pagamenti dallo scorso maggio alla Onlus che gestisce le oasi di Muratella, ex Poverello, ex Cinodromo e Valle dei Cuccioli, così che i dipendenti non ricevono lo stipendio e si sono accumulati debiti verso i fornitori. E in più i canili comunali rischiano di finire nelle mani di società private, forse anche farmaceutiche. Per far sentire la loro voce su una situazione che si fa ogni giorno più drammatica, per protestare contro bando che vuole "trasformare un caso d´eccellenza in un lager", ieri pomeriggio le associazioni animaliste sono scese in piazza. Il 31 ottobre scade la convenzione stipulata tra il Campidoglio e i volontari che gestiscono le oasi della città. Non si
sa se verrà rinnovata. E intanto il Comune parla di una gara europea aperta alle società commerciali per l´affidamento di tutti i servizi: dalla cura alle adozioni, dai terapisti ai rieducatori, dall´ufficio rapporti con il cittadino ai servizi amministrativi. Insomma le oasi feline e canine di Roma rischiano di essere trasformate in un grande business. È partita anche una petizione online che ha già raccolto migliaia di firme. «Da 11 anni accudiamo centinaia di cani e gatti - spiega Simona Novi presidente dell´associazione volontari canile di Porta Portese - e Roma è sempre stata all´avanguardia nella politica dei diritti degli animali. Non si può affidare a degli imprenditori un´attività che da sempre è gestita da onlus senza scopo di lucro. Noi non ci guadagniamo nulla, abbiamo a cuore solo il benessere di altri esseri viventi mentre un ente privato invece deve per forza aver un ritorno economico. E se intervenissero società
farmaceutiche? Il rischio è per gli animali». Insomma dicono no alla gestione privata, ma sì ad una gara aperta solo alle associazioni. «Una situazione già disperata, si sta trasformando in una tragedia - dice Matilde Talli, presidente dell´Arca, l´oasi felina di Porta Portese - non sappiamo che fine faranno gli animali né tantomeno i lavoratori. Noi non abbiamo più neanche i medici. Vengono dei veterinari solo una volta alla settimana, proprio in questa struttura che ospita soprattutto cuccioli malati o portatori di handicap». Si parla di un giro d´affari da 4 milioni di euro l´anno: 1.300 cani e gatti, 100 lavoratori, 120 volontari ogni settimana e 430 soci iscritti. E ogni anno vengono garantite duemila adozioni. «Siamo stati abbandonati - incalza Novi - bloccano gli ingressi per sovraffollamento quando il canile potrebbe contenere molti più animali, basterebbe un´autorizzazione della Asl che da tempo non ci rilascia. E in più
l´azienda sanitaria non fornisce neanche i medicinali. Siamo al collasso».
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