Autore: ugo Data: To: aderentiretecontrog8, forumgenova Oggetto: [NuovoLab] Confindustria: «Senza la Cgil»
Emma Marcegaglia: «Pieno mandato a siglare un accordo separato». Ma la Cgil è
ancora al tavolo. Alla Camera la maggioranza smantella i diritti
La Confindustria ha deciso: si può andare avanti anche senza la Cgil. Ieri una
Giunta straordinaria dell'associazione ha affrontato il nodo della riforma dei
contratti e si è conclusa con un «mandato pieno» alla presidente Emma
Marcegaglia e al suo vice Alberto Bombassei: «Io e Bombassei - ha spiegato
Marcegaglia lasciando la riunione - abbiamo ottenuto mandato pieno a continuare
la trattativa. Ovviamente l'obiettivo è trovare un accordo con tutte le parti,
anche con la Cgil. Ma il mandato è a proseguire, se necessario, anche per un
accordo separato». «La aspettiamo - ha continuato - ma se la Cgil non arriva,
si faranno altre scelte». Quanto ai tempi dell'attesa, Marcegaglia sottolinea
che «non potranno essere troppo lunghi». In sintesi, ha indicato, saranno
quelli previsti per l'allargamento del tavolo alle altre associazioni, come
deciso all'ultimo incontro con i sindacati. «Tutti sono importanti, ma nessuno
è indispensabile», ha commentato a caldo Raffaele Bonanni, leader della Cisl.
Dall'altro lato, il confronto sulla riforma contrattuale ha avuto ieri un
altro «palcoscenico»: l'incontro dei tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil
con la Confcommercio, particolarmente delicato dopo l'accordo separato siglato
l'estate scorsa. Guglielmo Epifani (Cgil), alla fine del tavolo ha spiegato che
è stato «un primo incontro, un'istruttoria: aspettiamo che si allarghi il
tavolo». Ha aggiunto di aver esposto alla Confcommercio «i punti che hanno
portato la Cgil a non condividere le linee guida al tavolo con Confindustria» e
di aver «sollevato il problema del contratto separato nel commercio, che per
noi è un problema importante». Lunedì il negoziato «si riaggiornerà con una
serie di tavoli tecnici, dove si tenterà di integrare - spiegano le parti - il
documento uscito dal confronto con Confindustria in base alle esigenze espresse
dal commercio»: se il testo a cui ci si riferisce sono le «linee guida», in
pratica non si farà altro che perpetuare le distanze con la Cgil.
Le minacce del governo
Il fronte del lavoro, comunque, continua a essere minacciato anche sul piano
legislativo. Ieri alla Camera è andata in onda la nuova puntata dello
smantellamento dei diritti da parte del governo Berlusconi: sono state
approvate in Aula diverse parti del disegno di legge 1441 che stravolge
garanzie cardine come l'articolo 18, si è intervenuti pesantemente sulle tutele
riservate ai disabili, sulla stabilizzazione dei precari, sull'accessibilità
universale ai concorsi pubblici.
Senza dimenticare che il ministro del Welfare Sacconi, due giorni fa, ha
preannunciato un apposito disegno di legge delega che impedirà di fatto gli
scioperi. E che nella «fase 1» di questo disegno complessivo (giusto prima
della pausa estiva) sono stati varati altri provvedimenti che risultano
ugualmente dannosi: dall'abrogazione della tutela contro le dimissioni in
bianco (che colpirà soprattutto le lavoratrici) alla riforma del Libro unico
del lavoro, che rende più difficile agli ispettori l'accesso immediato e
trasparente ai dati relativi ai dipendenti. E non vanno taciute «chicche» che
rivelano una filosofia più generale: la norma secondo cui, se l'ispettore
coglie la volontà dell'impresa di «non occultare il lavoratore in nero», allora
la sanzione si può anche risparmiare. Una sorta di ispettore-prete, insomma,
che perdona il «peccatore». Di seguito affronteremo le ultime norme approvate.
I precari di Brunetta
La Camera ha approvato lo stop alla stabilizzazione dei precari del pubblico
impiego, che entrerà in vigore l'1 luglio 2009: da allora in poi, si potrà
entrare negli uffici pubblici solo per mezzo di un concorso. Un colpo di spugna
per persone che hanno anche fino a 15 anni - e a volte anche di più - di lavoro
precario alle spalle. Le amministrazioni potranno bandire concorsi per posti a
tempo indeterminato, riservando fino al 40% dei posti ai precari che non
abbiano incarichi di dirigente e abbiano maturato tre anni di anzianità, anche
non continuativa: ma è solo una possibilità. «Un atto molto grave - commenta
Fulvio Fammoni, segretario confederale Cgil - Si privano di lavoro decine di
migliaia di persone e si mettono in crisi interi servizi pubblici. La nostra
mobilitazione continuerà fino al ritiro di queste norme sbagliate».
Concorsi «padanizzati»
Un altro «colpaccio» realizzato ai danni dei servizi pubblici, è stata
l'approvazione di un emendamento presentato dalla Lega, che regionalizza i
concorsi: la residenza del candidato verrà considerata «titolo privilegiato» se
l'amministrazione che bandisce il concorso lo ritiene utile al miglior
assolvimento dei servizi. Come la norma «cancella-precari», anche questa è
stata criticata dal Pd, e in particolare dai deputati del Sud, che temono nuove
discriminazioni.
Contro i disabili e l'articolo 18
Forti proteste dall'opposizione sono venute anche per la norma sui disabili,
che cancella le garanzie della legge 104. Si restringono le possibilità per chi
ha figli o parenti disabili di poter assistere il proprio caro: secondo il
ministro Renato Brunetta la finalità è di colpire i «fannulloni e gli
opportunisti», ma Livia Turco(Pd), ha chiesto una formulazione «più seria»
della misura, «in modo che colpisca i falsi invalidi, e non il diritto in sé e
le tante famiglie che ne usufruiscono per reale necessità». Ancora, è stata
approvata la riforma del processo del lavoro, dando più spazio al ricorso e
all'arbitrato e togliendo la possibilità al giudice di sanzionare i
licenziamenti per giusta causa. Sia il Prc che il Pdci protestano: «E' un modo
subdolo per smantellare l'articolo 18». L'approvazione dell'intero ddl è
comunque slittata ai prossimi giorni
Antonio Sciotto
ROMA
fonte il manifesto del 16 10 08
ub
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Non potendo rafforzare la giustizia si è giustificata la forza B. Pascal
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