Autor: giovannino Data: Para: antifa CC: incontrotempo Asunto: [Incontrotempo] appello per la costruzione di una giornata
antifascista il 28 ottobre
28 ottobre fermiamo chi su Roma ci marcia
Invitiamo tutte e tutti quelli che si sentono antifascisti, oppositori e
ribelli ad incontrarsi al Centro sociale EX Snia, in via Prenestina, il
giorno 15 ottobre alle ore 19 per discutere insieme la necessaria
organizzazione di una manifestazione cittadina il 28 ottobre.
Il 28 ottobre è l’anniversario della marcia su Roma; nel 1922 in questa
data l’Italia entrava nel ventennio della dittatura fascista. Cominciava
quella discesa verso il fondo di un paese a cui, nel tempo, sarebbe stato
tolto ogni diritto di critica, ogni margine di dissenso, trascinato da una
concezione del potere autoritaria e vicina ai grandi interessi industriali
La paura e la violenza: gli strumenti con cui i fascisti hanno imposto il
proprio governo e che hanno permesso loro di decidere sul vivere quotidiano
delle persone, sul loro modo di lavorare, studiare, stare insieme, su chi
avesse diritto di cittadinanza e su cosa fosse lecito, morale e giusto.
La formazione dello Stato organico trasformò i cittadini in strumenti,
ingranaggi di un sistema senza autonoma volontà, guidati dalla propaganda
del regime che portò dritti al fronte, scambiando una tragedia collettiva
per un dovere necessario.
Da più di 60 anni per gli antifascisti è il giorno dell'insurrezione
generale del 25 aprile a rappresentare la festa della liberazione, il
giorno in cui finalmente esplosero desideri e sogni costretti da venti anni
di regime.
Ricordare con la mobilitazione il 28 ottobre, il giorno dal quale quei
desideri e sogni furono ingabbiati con il manganello e la censura, le leggi
razziali e la guerra, vuol dire ricordare e tornare a combattere nella
nostra città contro quel processo infame che chiuse un paese nella paura e
che, oggi più che mai sta tornando sotto altre forme e con ben altri
strumenti.
Oggi 2008, a Roma e in Italia il ceto politico nel suo insieme attacca le
nostre esperienze di attivismo per la dignità, la libertà e i diritti di
cittadinanza, e colpisce qualsiasi spazio di dissenso che parta dalla viva
partecipazione dei cittadini. Si illude di poter gestire fenomeni come la
crisi economica, le migrazioni, le culture urbane, con il semplice gesto di
autorità.
E allora militari per strada, violenza della polizia ovunque, decreti e
ordinanze d’emergenza di cui siamo noi, cittadini e cittadine, i primi a
pagare le conseguenze.
Oggi, il governo ha deciso, con il consenso di tutto il ceto politico di
salvare enormi capitali privati con denaro pubblico e, nello stesso tempo,
ha emanato una serie di norme senza opposizione politica ne sindacale, che
ledono ancor più la dignità delle persone nei loro posti di lavoro.
Oggi, permette agli squadristi in divisa di compiere violenze, impuniti e
protetti, dichiarando apertamente il proprio razzismo anche in atti
amministrativi ufficiali, contro giovani, donne e padri di famiglia,
perché il colore della loro pelle è nero.
Dal giorno dell'omicidio di Carlo Giuliani a Genova nel 2001 fino ad oggi,
al duplice omicidio di Peppe e Pasquale a Palermo, la violenza poliziesca e
l'assassinio caratterizzano la gestione delle politiche giovanili in
Italia.
Giovane, immigrato, G2, alternativo, donna, omosessuale o lesbica,
lavoratore e precario, occupante di case, ecologista dei NO, ribelle,
questo è l'identikit di chi viene ricercato, pestato, ucciso. Oggi.
Siamo noi, cittadini e cittadine del mondo a pagare le conseguenze di una
cultura appiattita, invertita di senso, in cui i peggiori crimini, le
scelte più infami, sono minimizzate o negate.
Siamo noi a pagare la riabilitazione dello stesso regime fascista, di salò
e dei criminali che ne hanno fatto parte.
Siamo noi a doverci riprendere le strade e le piazze della città, nel
giorno della marcia su Roma, per ribadire la nostra opposizione a tutto
questo e per togliere a chiunque, nostalgico e xenofobo, lo spazio per
commemorare una delle pagine più nere della nostra storia.
Antifascist* Sempre
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"mai la diversità è stata una colpa così spaventosa come in questo
periodo di tolleranza" PPP