[RSF] I: Fw: le mille vertenze sul territorio e lo stato di …

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Autor: pilar
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Para: forumroma
Assunto: [RSF] I: Fw: le mille vertenze sul territorio e lo stato di salute dei movimenti

Sarà anche la prima occasione per decidere iniziative comuni dopo l'esito del referendun autogestito di Vicenza.
Invito al Forum nazionale dei movimenti

a Brindisi, ore 15 di sabato 18 ottobre, ex convento di S. Chiara, via S. Chiara

nell'ambito dei tre giorni del Congresso Nazionale di Medicina Democratica-Movimento di lotta per la salute



(I comitati o i singoli partecipanti sono pregati di comunicare la propria adesione a questa e-mail, oppure al presidente nazionale dr. Tonino D'Angelo (tel. 3292921273 e-mail: toninodangelo@???) che risolverà anche gli eventuali adempimenti logistici.)



Nella cartellina all'ingresso troverete il documento di 20 pagine intitolato "Le mille vertenze sul territorio e lo stato di salute dei movimenti" (con schede relative a: movimenti per l'acqua, l'ambientalismo del fare, un altro modello energetico per un'altra economia, rifiuti zero, il movimento referendariodi ferrara, no coke civitavecchia, no al polo energetico dentro il delta del po, le produzioni di morte a marghera, bussi come a marghera, no nucleare, no tav val susa, no tav terzo valico dei giovi, no tav mugello, no tav corridoio 5, no tav trentino, grande opera amianto, amianto amiata val cecina, no mose, no dal molin e l'esperienza elettorale, no elettrosmog, movimenti pace e nonviolenza, coordinamento contro gli F35, eccetera.) di cui vi anticipiamo la prima pagina.



Potrete leggere lo stesso documento sulla rivista Medicina democratica (n. 177-179 pagg.136) che potete già ora prenotare agli indirizzi in calce.





Le mille vertenze sul territorio e lo stato di salute dei movimenti.                                                                                                             pag. 1 di 20




Esiste un immenso ma disperso patrimonio civile composto da mille vertenze sul territorio che si stanno scontrando sia con il potere economico sia con il potere politico in simbiosi, un patrimonio di movimenti che però non hanno spiccato il salto di qualità. Sono sì innervati in una serie di formidabili reti nazionali (acqua pubblica, rifiuti, inceneritori, ogm, elettrosmog, nucleare, tav, grandi opere, pace, grillo, amianto, medicina democratica ecc.) tutte di fatto convergenti su un comune modello di sviluppo alternativo, però senza una esplicita piattaforma comune, però senza la spina dorsale di un coordinamento, però senza mezzi di comunicazione unitari, però con difficoltà e resistenze al collegamento e all'unità, dunque sempre sull'orlo della sconfitta epocale. Insomma: una forza politica straordinaria e inespressa.

I contenuti non violenti e pacifisti e ambientalisti e civici delle mille vertenze territoriali aperte dai movimenti in Italia sono, di fatto, convergenti su un modello alternativo di sviluppo e -nel contempo- su un modello alternativo di politica, cioè formano, di fatto, un programma nazionale.

Ciascuna vertenza si scontra con i poteri economico e politico in simbiosi. L'occupazione del potere da parte della partitocrazia è speculare all'esercizio del potere economico, indifferente alla pace, all'ambiente e alla giustizia sociale. E' la crisi della democrazia. Le mille vertenze sul territorio spostano il baricentro, dalla "democrazia delegata" occupata dai partiti, alla "democrazia partecipata" esercitata dai movimenti. Però in questi anni è mancato il salto di qualità.

Per superare questi limiti, si era scommesso sul "Patto nazionale di solidarietà e mutuo soccorso". Era il 14 luglio 2006 quando a Roma si siglò il documento di fondazione del Patto: basato su due discriminanti (non essere il partito dei movimenti, garantire l'autonomia decisionale delle singole realtà) ma proiettato su ambiziose finalità nazionali.

Putroppo non è stato realizzato quanto previsto nel Documento fondativo, e cioè:

a)      il "Coordinamento nazionale (con sito web ed e-mail) costituito da un rappresentante di ogni organizzazione partecipante",


b)      l'allargamento "a tutti gli altri Comitati, Reti, Movimenti e Gruppi".


Ne è derivato un mini patto che esclude la più grossa parte del movimento ambientalista, che tiene fuori tutti i coordinamenti nazionali delle Reti: come a dire centinaia di comitati, migliaia di persone.

Spesso, da più parti, ci si è interrogati su come condurre a unità questo potenziale patrimonio di democrazia partecipata, come costruire il coordinamento unitario, gli strumenti unitari, la piattaforma unitaria, ma finora con parziali risultati.

Ci hanno provato Medicina democratica da Alessandria, la Rete nazionale Rifiuti zero che aderisce alla Rete mondiale GAIA (Global Alliance Incinerators Alternatives). Se ne è discusso in occasione del Controvertice al 20° Congresso dell'energia (Roma, novembre 2007), in occasione della Mobilitazione europea contro le basi militari (Vicenza, ottobre 2007), in occasione dell'Assemblee nazionali di ATTAC (Firenze, maggio 2007 e Verona, giugno 2008), in occasione della Manifestazione delle reti dei Comitati campani (Serre, maggio 2007), in occasione dell'Assemblea della Rete nazionale No elettrosmog (Firenze, aprile 2007), in occasione dell'Assemblea nazionale del Movimento per l'acqua (Roma, giugno 2007, marzo 2008), eccetera. Hanno prodotto documenti la Rete per la decrescita al Festival della decrescita felice (Colorno, ottobre 2006), la Rete Lilliput alla 5° Assemblea nazionale (Napoli, maggio 2007), la Rete econ.solidale al seminario "La Rete di Reti" (Milano, aprile 2007), l'associazione Legittima difesa (Perugia, giugno 2007), nonché ATTAC, Rifiuti zero, Medicina democratica, Rete No Inc., eccetera.

Malgrado tanto discutere, malgrado gli incoraggiamenti entusiastici di piccoli e medi comitati da ogni angolo d'Italia, è mancato il punto di fusione, che forse dovrebbe venire dalle "bandiere nazionali" dei movimenti: No Tav e No Dal Molin. Così non si è ancora prodotto l'auspicato salto di qualità per costruire una Rete dei movimenti che riconosca ciascuna vertenza territoriale come lotta di tutti/e, rafforzandone la capacità specifica e facendola risuonare come parte di una mobilitazione più generale, che costruisca una ancora più forte capacità vertenziale, mettendo in comune i saperi, le pratiche di democrazia sperimentata, le proposte alternative prodotte che si possono sintetizzare nel concetto di "modello di sviluppo alternativo".

Come? Innanzi tutto cercando uno strumento comune di comunicazione fra le Reti, che consenta e unifichi il dialogo tra gli attuali e numerosissimi siti web e mailing-list che quotidianamente ma separatamente mettono in contatto migliaia di italiani, e che potrebbero diventare milioni. Sarebbe la controinformazione che manca, anzi una rivoluzione nella democrazia.

Contemporaneamente, costruendo una Piattaforma comune dei movimenti italiani per un modello alternativo di sviluppo e fondato sulla partecipazione, nelle linee guida per l'antagonismo e il protagonismo sociale, dal basso che intraprenda incisivi percorsi di trasformazione sociale e di rifondazione della democrazia (uguale: partecipazione).

La Piattaforma come confronto collettivo per far avanzare l'avviato percorso comune verso il cambiamento generale della società, nel rispetto delle forme e dei modi che ciascuna realtà di base riterrà più consoni alla propria specifica esperienza da rafforzare.

Nella Piattaforma troveremmo le lotte quotidiane (insieme conflittuali e progettuali) di un universo di realtà e persone radicate e autorganizzate nel territorio. Troveremmo dunque intrecciate le lotte presenti e sempre più future riferite in sintonia alla questione globale pubblico/privato-beni comuni e servizi pubblici, alla guerra globale permanente, all'erosione della biodiversità nel pianeta, alla salute, all'energia, all'acqua, ai rifiuti urbani e industriali, alle infrastrutture, ai trasporti locali e nazionali, alle produzioni nocive, alla militarizzazione dei territori e delle relazioni sociali, alla pace, al sistema dell'informazione, alla democrazia non delegata ma partecipata ecc.

Insomma una Rete delle Reti e una Piattaforma rivendicativa con una più forte capacità vertenziale, capaci di incidere, attraverso il conflitto sociale generalizzato, sull'agenda politica nazionale. ...........................................





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