[autorgstudbo] no gelmini

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Autore: News AutOrg.anizzazione Stud.entesca BO
Data:  
To: aulestudio, autorgstudbo
Oggetto: [autorgstudbo] no gelmini
Contro lo smantellamento del sistema delle formazione e della ricerca
 
15 ottobre-giornata di mobilitazione generale
 
Siamo
studenti e precari, ogni giorno facciamo i conti con il fallimento
delle riforme zecchino-moratti, con la dequalificazione della didattica
e con la precarietà lavorativa.
Tocchiamo con mano quotidianamente i fallimenti del 3+2, e  più
in generale la crisi dell’università italiana: una crisi strutturale da
un lato dovuta alla persistenza di forme di potere feudale negli organi
accademici, dall’ altro agita soggettivamente da
un’ insieme di pratiche di rifiuto della “misurabilità” del sapere e della disciplina dei tempi di studio.
L’
università si è fatta pienamente fabbrica della precarietà: precari
sono quei ricercatori che sostengono un surplus di lavoro didattico per
pochi euro, precari sono e saranno i nostri contratti di lavoro pre e
post laurea, precarie sono tutti i mesi le nostre vite.
In
questo quadro le gesta della coppia Gelmini- Tremonti tracciano le
linee di un progressivo smantellamento del sistema della formazione e
della ricerca: il taglio dei fondi e l’intero decreto 112 avranno come
effetto un peggioramento immediato delle condizioni economiche e
produttive di tutte quelle figure che all’ università creano e mettono
in circolazione conoscenza e saperi.
I
tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario, il blocco del turn-over del
personale docente e la possibilità per gli atenei di trasformarsi in
fondazioni di diritto privato sono i tre elementi principali che
investono l’università; proprio lungo queste direttrici, il decreto
112, pur non costituendo una riforma esplicita e organica, modifica
strutturalmente  le linee di sviluppo del sistema universitario, in cui
la rigida divisione tra università produttive e improduttive –  dove il
livello di produttività corrisponde ad una capacità maggiore o minore
di integrazione tra offerte formative e sfere della produzione –
viaggia di pari passo con la radicalizzazione selvaggia dei processi di
inclusione differenziale.
Inutile
dire che per gli studenti tutto questo implica un’ ulteriore
peggioramento della qualità della didattica e da subito tasse alle
stelle !!!
Ma
noi diciamo già da ora “non un euro in più!”, perché sia chiaro, non
saranno i precari e gli studenti a pagare nè la crisi dell’ università,
né la crisi economica.
Noi non la pagheremo.
Per
tutte queste ragioni da lunedì 6 ottobre apriamo una campagna di
mobilitazione generale di tutta l’ università, fatta di assemblee e
presidi, azioni e comunicazioni.
Chiediamo
inoltre pubblicamente a tutti gli organi di potere accademico e a tutti
i docenti di prendere posizione in merito al decreto 112 e di indire al
più presto un blocco della didattica.
Questa
campagna di mobilitazione vede nell’ assemblea d’ ateneo di martedì 8
ottobre( ore 16 a matematica) indetta dalla rete bolognese dei
ricercatori precari una tappa importante.
Inoltre
lanciamo già da ora per il 15 ottobre una giornata di mobilitazione
generale di tutti i settori della formazione e della ricerca di
Bologna. Una giornata nella quale gli studenti e i precari dell’
università si uniranno agli studenti medi, ai genitori e agli
insegnanti delle elementari per dire NO GELMINI.
 
Collettivo universitario Aut-of
UNIRIOT- network delle facoltà ribelli- Bologna
www.uniriot.org
 
 
 



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