Autore: nuovacolombia Data: To: NuevaColombia Oggetto: [RSF] [NuevaColombia] CLAMORI DALLA COLOMBIA! Bollettino di
informazione
AGGRESSIONE A NARCISO ISA CONDE
Lunedì otto settembre Narciso Isa Conde, dirigente comunista
dominicano nonché coordinatore della presidenza collettiva della
Coordinadora Continental Bolivariana, ha subito un'imboscata vicino
alla sua abitazione. Un gruppo di otto "linci" (appartenenti al corpo
speciale di polizia che è emanazione dominicana di una creazione su
scala internazionale del Mossad) ha bloccato la motocicletta della
scorta di Isa Conde, resasi necessaria in seguito ad un precedente
tentativo di omicidio ai suoi danni. Un'altra auto, priva di effigi
della polizia e con sei paramilitari all'interno, era in agguato
poco più avanti e pronta ad intervenire, probabilmente per "finire il
lavoro". Fortunatamente il traffico intenso ha impedito che questa
vettura potesse avvicinarsi per tempo; gli agenti hanno comunque
provocato la scorta ed il dirigente dominicano, cercando
deliberatamente lo scontro per giustificare un conflitto a fuoco ed
un massacro, ma il sangue freddo delle vittime dell'aggressione e
l'accorrere di numerosi passanti hanno impedito che la situazione
degenerasse. Il capo della polizia non ammette la premeditazione ed
afferma che le linci si sono "confuse", mentre seguivano delinquenti
motorizzati. Venerdì 19/09 Isa Conde ha denunciato che l'ex
ambasciatore della Colombia in Repubblica Domenicana, Juan Josè
Chaux, avrebbe fatto parte del piano orchestrato da Bogotà e dalla
CIA per assasinarlo; Chaux ha recentemente rinunciato al suo incarico
per via delle rivelazioni sul suo incontro nella sede della
presidenza della Colombia con alcuni emissari di capi paramilitari.
Narciso Isa Conde è noto a livello internazionale per la sua
incessante opera di denuncia delle violenze dello stato colombiano e
del carattere paramilitare e mafioso del governo di Uribe; la sua
coraggiosa smentita della versione uribista dell'operazione "Jaque"
(la liberazione di tre prigionieri in mano alle Farc) gli è valso
l'attacco della stampa colombiana al servizio degli interessi
dell'oligarchia, il che equivale ad una minaccia per l'integrità
fisica. Il presidente Leonel è tenuto a garantire a Isa Conde la
possibiltà di esprimere liberamente le proprie idee politiche ed è
corresponsabile della sua incolumità fisica e della sua sicurezza.
FIGLI DELLA SENATRICE PIEDAD CÓRDOBA COSTRETTI A RIFUGIARSI
ALL'ESTERO PER MINACCE DI MORTE
La senatrice Piedad Córdoba, denuncia che a causa delle ripetute
minacce di morte verso la sua famiglia, si è vista costretta a
rifugiare i propri figli all'estero. La politica colombiana,
oppositrice del governo Uribe, ha visto intensificarsi nelle ultime
settimane le intimidazioni che gli sono pervenute telefonicamente e
tramite corrispondenza al suo ufficio di lavoro e alla sua
abitazione. La Córdoba accusa il gruppo paramilitare "le aquile nere"
di esserne l'artefice, aggiungendo che anche alcuni dei suoi
collaboratori minacciati si vedranno costretti a lasciare il paese.
La senatrice considera che sia lo stesso Presidente Uribe a indurre a
questo clima di odio, dopo averla accusata di incitare gli studenti
alla sovversione.
Piedad è stata la mediatrice, insieme al Presidente venezuelano Hugo
Chávez, tra il governo colombiano e le Forze Armate Rivoluzionarie
della Colombia, nei dialoghi per raggiungere uno scambio umanitario
dei prigionieri di guerra. Questo suo mandato portò alla liberazione
da parte delle FARC di alcuni congressisti, come gesto di buona
volontà per il buon esito dell'accordo, che venne successivamente
boicottato da Uribe che scelse la linea dell'intransigenza e delle
bombe. Per il paramilitare della Casa de Nariño, i politici che, come
la Córdoba, si spendono per trovare una soluzione politica al
conflitto, rappresentano una seria minaccia per la sua politica
guerrafondaia.
OLTRE 3.500 PROCESSI APERTI CONTRO APPARTENENTI ALLA FORZA PUBBLICA
La Procura e la Magistratura colombiana hanno attualmente 3.546
processi aperti contro appartenenti ai vari corpi della Forza
Pubblica. Tra questi figurano alti ufficiali dell'Esercito implicati
in vari massacri, molti dei quali perpetrati congiuntamente con i
gruppi paramilitari. Nella stragrande maggioranza le vittime
assassinate sono civili, tanto che sono quasi un migliaio i
procedimenti che la Procura Delegata per i Diritti Umani ha avviato
verso capitani, maggiori e colonnelli delle forze militari. Solo nel
corso del 2008 sono 1.248 i militari destituiti perché investigati.
Tra questi, uno dei più riconosciuti ufficiali dell'Esercito; il
generale Rito Alejo del Río, conosciuto come "il pacificatore di
Urabà", agli arresti per vincoli con le squadracce della morte.
Il paramilitarismo, come strategia controinsurgente dello Stato,
continua imperterrito a mietere migliaia di vittime. L'organicità
delle forze armate ufficiali con il paramilitarismo è tanto palese
che, nonostante l'impunità raggiunga livelli altissimi, il governo
non riesce più a celarla dietro fasulli processi di pace come quello
di"Santa Fe de Ralito". La menzognera definizione di "attori armati"
con cui Uribe pretendeva identificare questa banda di criminali, non
era altro che l'ennesima cortina di fumo per dare una parvenza
di "neutralità e legalità" al suo governo narco-paramilitare.
SCIOPERO DEI TAGLIATORI DELLA CANNA DA ZUCCHERO
Sono circa ottomila gli operai che lavorano come tagliatori della
canna da zucchero nelle regioni del Valle e del Cauca che sono
entrati in sciopero. La mobilitazione ha lo scopo di ottenere
migliori condizioni lavorative ed economiche per i lavoratori, che
chiedono di essere assunti direttamente dalle imprese e non dalle
cooperative come avviene oggigiorno. I sindacati di settore chiedono
inoltre che venga rispettato il diritto al lavoro manuale contro la
crescente meccanizzazione e che si garantisca la sicurezza sociale,
non solo per i lavoratori, ma anche per le loro famiglie. Invece di
negoziare, i padroni degli zuccherifici, hanno ingaggiato nuova mano
d'opera aumentando la giornata lavorativa a 15 ore. Hanno intrapreso
una campagna calunniosa sui mass-media e minacciato di mandare
l'Esercito nei luoghi di concentrazione dello sciopero. Tutti gli
stabilimenti sono stati fortemente militarizzati.
Le lotte dei lavoratori colombiani per rivendicare i propri diritti,
sono da sempre oggetto di un accanimento feroce da parte del potere
oligarchico che detiene le terre ed i mezzi di produzione. Le perenni
violazioni di lesa umanità contro il movimento sindacale colombiano,
insieme alla sistematica violazione dei Diritti Umani, hanno fatto sì
che il Partito Democratico USA, soprattutto la sua base sindacale,
non voglia saperne di firmare un Trattato di Libero Commercio con un
Paese che continua ad attuare una vera e propria carneficina contro
coloro che difendono i più elementari diritti.
ENNESIMA CONDANNA PER IL REGIME COLOMBIANO
Il tribunale Internazionale d'Opinione, con sede a Bruxelles, ha
condannato lo Stato colombiano per violazione dei diritti umani. Il
presidente colombiano, Álvaro Uribe, viene segnalato come
responsabile di sfollamenti forzati, esecuzioni extragiudiziali,
sparizioni e torture nel suo paese. Secondo quanto comprovato dal
tribunale, questi delitti sono stati compiuti da militari, forza
pubblica in collaborazione con paramilitari, imprenditori e
multinazionali sotto la tutela o con la complicità di funzionari
pubblici.
Padre Francois Houtart, il belga portavoce dell'organismo - che
emette condanne simboliche - sottolinea l'importanza del ruolo dei
media sugli effetti delle sentenze del tribunale, ed esprime il suo
desiderio di organizzare un tribunale sulla concentrazione dei media,
benché riconosca che questo sia un obiettivo molto difficile da
raggiungere.
Le pratiche di violazione di diritti umani in Colombia sono
riconosciute da diversi organismi internazionali, e confermano il
carattere fascista e paramilitare del regime di quel paese; se è
chiaro perché i media dell'oligarchia in Colombia si sforzino di
coprire le malefatte dei loro padroni, non si capisce perché e fino a
quando i media della "civilissima Europa" potranno ignorare lo
scandalo del regime assassino colombiano.
INAUGURATA IN VENEZUELA LA PIAZZA INTITOLATA A MANUEL MARULANDA
Il 26 settembre a Caracas, nel popolare quartiere "23 de enero", è
stata inaugurata una Piazza allo storico leader guerrigliero delle
FARC-EP, Manuel Marulanda Vélez. Le diverse organizzazioni che
integrano la Coordinadora Continental Bolivariana hanno così voluto
rendere omaggio a colui che dedicò tutta la sua vita per la Pace in
Colombia. In concomitanza dell'evento, è stato presentato un libro
che ripercorre la vita di "Tirofijo", nonché un seminario
internazionale sul Diritto dei Popoli alla Resistenza Armata.
all'inaugurazione erano presenti diversi membri del Comitato Centrale
del Partito Comunista venezuelano, dirigenti della Coordinadora Simón
Bolívar, esponenti della CUT cilena, oltre a centinaia di persone
accorse per l'evento. Nella Piazza, costruita grazie al lavoro
comunitario e volontario, è stato sistemato un busto raffigurante
Marulanda con l'incisione: "EL HEROE DE LA COLOMBIA DE BOLIVAR".
Gli organizzatori sostengono che questo omaggio al leggendario
comandante guerrigliero, è una mostra di solidarietà del popolo
venezuelano a quello colombiano, che si vede oppresso
dall'applicazione sistematica del terrorismo di Stato da diverse
decadi. La solidarietà del popolo venezuelano, nasce dal sentimento
di unità latinoamericana, internazionalista ed antimperialista, quale
eredità culturale e politica lasciatagli dal Libertador Simón
Bolívar. L'integrazione degli Stati sud americani, che stanno
lottando per la formazione della Patria Grande, è vista come un
pericolo per le classi dominanti e le oligarchie, tanto che il
governo di Bogotà ha immediatamente risposto con una nota verbale di
protesta al governo venezuelano.
17.000 PERSONE SPARITE IN SEDICI MESI
Il capo dell'Unità di Giustizia e Pace della magistratura colombiana,
Luis González León, ha rivelato a Caracol Radio che le denunce di
persone sparite (desaparecidos) pervenute all'organismo che presiede
negli ultimi sedici mesi, sono state 17.000. La magistratura ha
ricevuto mensilmente una media di 1.062 denunce di persone sparite e
assassinate. Indagini di varie ONG difensore dei Diritti Umani,
sostengono che il 97% di questi crimini sia opera dei gruppi
paramilitari e della forza pubblica. La cifra è raggelante se si
pensa che sotto la feroce dittatura cilena del macellaio Pinochet, i
desaparecidos furono circa 3.000.
Questa è la realtà quotidiana del governo Uribe, che dietro ad
una "democrazia" di facciata, nasconde una delle peggiori dittature
che abbia conosciuto il continente latinoamericano. Le intimidazioni,
le minacce, le sparizioni, gli assassini ed i massacri sono le
colonne portanti della "sicurezza democratica" di cui tanto si vanta
l'illegittimo presidente di Bogotà. Per tutti questi crimini di lesa
umanità, Uribe dovrebbe essere giudicato per genocidio dalla Corte
Penale Internazionale. Un genocidio silenzioso che la "comunità
internazionale" fa finta di non vedere.
IL COMPUTER DI REYES MANIPOLATO DALL'ESERCITO COLOMBIANO
Una perizia del Ministero di Giustizia dell'Ecuador, datata metà
luglio, denuncia che l'esercito colombiano ha manipolato, nei giorni
fra l'uno ed il tre marzo, gli archivi del laptop di Raul Reyes. Il
CD consegnato all'Ecuador è stato realizzato il 9 marzo col programma
Nero; il giorno prima che giungesse in mano all'Interpol. Secondo
l'informativa diffusa i 45 archivi consegnati all'Ecuador hanno la
stessa data di creazione, di ultima modifica e di ultimo accesso.
L'informativa dell'Interpol riconosce che l'accesso ai dati durante i
giorni fra il primo ed il tre marzo non si accorda ai principi
internazionali per il trattamento di prove elettroniche, sebbene
neghi che presenti indizi di manipolazioni; ciononostante, il
Ministero dell'Ecuador insiste che ciò che è stato consegnato dalla
Colombia all'Ecuador e all'Interpol sia una copia di dati già
manipolati. Di fatto, la nota dell'Interpol asserisce testualmente
che "si lavora su copie digitali e non su dischi rigidi". L'Interpol
non ha dunque effettuato l'esame fisico-elettromagnetico sugli hard
disk del pc di Reyes che, secondo esperti informatici e la stessa
Interpol, è l'unico metodo valido per ottenere una copia esattamente
identica dei contenuti del computer.
Il computer di Reyes ha una storia formidabile; prima resiste ad un
bombardamento, poi si riproduce in tre hard disk differenti, e
successivamente distribuisce notizie ad orologeria, dispensando
informazioni sui rapporti fra le Farc ed il nemico politico di turno
del governo colombiano; prima Chàvez e Correa, quando lamentano
l'aggressività militare Uribista ed il suo ruolo destabilizzante
nella regione, poi diversi esponenti politici colombiani e
venezuelani critici verso il regime, passando per i nativi Mapuche e
addirittura si menziona l'ex presidente della Camera Casini, al punto
che ogni critica, ogni appoggio a chi denuncia il regime uribista
comporta puntualmente l'apparizione nelle mail di Reyes. E' evidente
che le informazioni che ammannisce il regime colombiano sono prive di
qualunque valore, e gli articoli sui giornali semplici veline della
propaganda governativa.