Anonymous wrote: > Il seguente testo è il mio resoconto dell'assemblea finale
> dell'HackMeeting 2008 tenutosi a Palermo nei giorni 26, 27 e 28
> settembre 2008 (per l'appunto).
>
> Ovviamente quello che scrivo è semplicemente quello che ho segnato io
> e quindi niente di "ufficiale" ma soprattutto è una cosa che chiunque
> ha partecipato alla suddetta assemblea ha il dovere di integrare e
> correggere.
>
> il report e' calzante di quello che e' stata l'assemblea finale,
anche se messo giu' cosi' non si capiscono i passaggi logici/illogici
che portano a dire una cosa piuttosto che un'altra. Cioe' il
fatto che all'hackit ci fosse venuta meno gente per alcuni
era stato un problema di ritardo della lista, per altri della data,
per altri del luogo difficilmente raggiungibile. Messa come e' messa
nel report sembra un elenco di concause approvate da tutti, mentre
la discussione era piu' dialettica, e simile a qualcosa tipo "secondo me
siamo
arrivati in ritardo", "bho, si' anche pero' e' la fase che e' sfavorevole,
e i pianeti erano allineati male", "la vita e' dura per tutti", "palermo
e' lontana".
A questo proposito pero' manca nel report un accenno ad una linea
che emergeva timida e trasversale da alcuni interventi. Cioe' che questa
cosa delle scarsa partecipazione e' un non problema, perche' se decidiamo
che misuriamo la riuscita dell'hackit in base al numero di persone che
partecipano, allora la strategia giusta probabilmente e' farlo sempre
in centro italia, sempre nella stessa citta', sempre nelle stesse date,
perche' a logica e' quello che ti permette di avere da un anno all'altro
i manifesti 6 mesi prima, e una logistica impeccabile.
Siccome pero' noi abbiamo scelto che non e' cosi', che ogni anno si cambia,
e che ci piace di andare anche nelle remote periferie dell'impero, allora
ci si accolla anche che qualche anno venga tanta gente e qualche anno no.
All'hackit a catania non erano venute le folle oceaniche, e neppure a
napoli,
e' evidente che al sud facciamo meno presa, che secondo me e' un buon
motivo per andarci piu' spesso.
Qualcuno timidamente ha provato a dire, ma "a noi che eravamo li'
l'hackit e'
piaciuto ?". A me personalmente si'.
Anche per le soluzioni l'elenco va interpretato nella stessa maniera,
qualcuno
diceva "dobbiamo lavorare di piu' durante l'anno e fare in modo che l'hackit
sia un festa", altri dicevano "certo pero' se avessimo la reception sarebbe
tutto un altro vivere" e via cosi'. Cioe' ognuno diceva la sua, quindi
l'elenco
delle cose non va letto come un ricettario emerso dall'assemblea, ma come
spunti di riflessione, di cui pero' magari il 50% sono minchiate, e altre
sono invece dritte utili per organizzarci meglio, o forse no.
Un'altra cosa che e' stata accennata in un intervento e, secondo me e'
molto interessante nella sua semplicita', e' il fatto che la comunita'
dell'hackit
esiste. Nel panorama di scollamento e caos generale, l'hackit esiste ancora,
che non e' poco in questi anni di morte di tutto, di scoramento generale, di
paure che immobilizzano. E' questa e' una base per progettare e costruire.
Queste poche righe per cercare di collocare e capire il clima dell'assemblea
che altrimenti dal report a punti appare troppo come un elenco di
lamentazioni,
seguito da un elenco di proposte confuse.