Author: ANDREA AGOSTINI Date: To: forumgenova Subject: [NuovoLab] Genova :case e box al posto del verde. Ad Albaro riparte
la protesta
dal CORRIERE MERCANTILE
18-09-2008 5
L'INSEDIAMENTO PREVISTO IN VIA BOSIO
Case e box al posto del verde Ad Albaro "riparte" la protesta
Presentato il nuovo progetto firmato da Grattarola
Un palazzo da 8 appartamenti e 28 box interrati, in una delle ultime aree verdi di Albaro. E' quello che potrebbe "crescere" in via Bosio, in un'area di proprietà della Parini Immobiliare. La nuova versione del progetto, ridimensionata rispetto alla prima e firmata ancora dall'architetto Vittorio Grattarola, è stata presentata lunedì scorso nel municipio Medio Levante, alla presenza di consiglieri municipali e di esponenti del comitato di cittadini e di associazioni ambientaliste che si oppongono alla realizzazione dell'intervento, anche in quest'ultima versione.
Il nuovo progetto prevede un palazzo di 2 piani con 8 appartamenti e due piani interrati ciascuno con 14 box, mentre quello precedente, contro il quale c'era stata una vera e propria "insurrezione" ad Albaro, prevedeva una torre da 8 piani più 3 di box interrati. All'origine di quesf ennesima operazione, ¦che cancellerebbe un'altra area verde nel levante genovese, c'è ancora una volta la norma sul trasferimento dei volumi che consente di ricostruire in un'altra zona della città i volumi demoliti altrove (in questo caso a Voltri). E il precedente progetto è
stato ridimensionato perché, prima che l'iter si concludesse, la scorsa amministrazione comunale - in seguito al ' 'pressing" di ambientalisti, cittadini e consiglieri comunali - approvò una norma che dimezzava l'indice di edificabilità e aumentava la superficie minima necessaria per costruire. Il primo progetto era così diventato incompatibile con le nuove norme ed è stato, quindi, riproposto in una versione ridotta che, però, non convince cittadini e ambientalisti e, a quanto pare, nemmeno il municipio Medio Levante «Quello è uno dei pochissimi spazi verdi rimasti ad Albaro - spiegano i rappresentanti del comitato - E' l'unica area dove, per esempio, si vedono ancora le lucciole, dove vivono i ricci e dove ci sono alberi ad altro fusto. Finché era di proprietà delle suore del Buon Pastore era tenuta benissimo,
mentre adesso non è più curata. Ma la cosa più grave - denunciano - è che fino al 2002 questa era un'area destinata a verde, poi trasformata in area in parte edificabile». «Non si capisce perché - rincara Andrea Agostini, presidente del circolo Nuova Ecologia Legambiente - i tecnici comunali abbiano permesso questa trasformazione, anzi-
ché mantenere il vincolo e imporre ai proprietari la manutenzione decorosa dell'area visto che in zona non mancano certo né i servizi né abitazioni di pregio». Ma, oltre che per la perdita del verde, i residenti sono preoccupati per le conseguenze che l'apertura del cantiere potrebbe avere per la stabilità delle abitazioni intorno. «Sotto
quell'area scorre il rio Parroco e, quindi, c'è una situazione molto delicata dal punto di vista idrogeologico - osservano - Al progetto, però, è stata allegata soltanto una relazione geologica che arriva fino a 3 metri e 90 di profondità, mentre il progetto prevede di scavare fino a quasi 5 metri». Motivo per il quale Agostini si chiede se «i tecnici comunali avessero dato parere favorevole al progetto precedente e possano darlo al nuovo senza sapere ancora che cosa c'è sotto la documentazione geologica presentata, visto che i carotaggi successivi sono previsti solo dopo che il progetto avrà ottenuto un eventuale parere favorevole». Altre obiezioni, di Legambiente e del comitato, riguardano poi l'impatto che avrebbero sul traffico sia ì cantieri che l'utilizzo dei 28 box, vi-
sto che le strade intorno sono molto strette. «Se il progetto sarà approvato noi ricorreremo al Tar ed eventualmente al Consiglio di Stato, certo non ci fermeremo» annunciano ì rappresentanti del Comitato, mentre Agostini, dopo aver rimarcato la contradditorietà fra l'eventuale realizzazione di quest'opera e «i principi enunciati dalla Sindaca e dal suo consulente Renzo Piano», rilancia la proposta di «una variante di salvaguardia che, bloccando l'assalto al verde, permetta di discutere con la dovuta pacatezza tra i vari soggetti interessati in vista della redazione del nuovo Puc». E l'adozione di «norme urbanistiche di salvaguardia che blocchino la cementificazione delle ultime aree verdi cittadine» viene chiesta anche dal consigliere comunale Gianni Bernabò Brea (La Destra), che ha presentato una mozione per chiedere anche al Sindaco «di intervenire urgentemente, nelle forme meglio viste, affinché sia impedito lo scempio edilizio di via Bosio». Adesso toccherà, quindi, al-l'arnniìnistrazione comunale dimostrare se intende iniziare ad applicare o meno le linee d'indirizzo del futuro Piano urbanistico.
[a.c]