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Auteur: Mgow
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À: forumgenova@inventati.org
Sujet: [NuovoLab] Manifesto degli Scienziati italiani contro il razzismo
*Di razza umana ce n'è una sola
Manifesto degli Scienziati italiani contro il razzismo*
http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=0&idart=12219
<http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=0&idart=12219>

**Di razza umana ce n'è una sola. Un concetto semplice, che nel 2008
dovrebbe appartenere al bagaglio culturale di ciascuno di noi. Ma
purtroppo, come le recenti vicende di cronaca insegnano, non è così.
Questa, amara, considerazione ha spinto il gruppo degli scienziati
italiani Contro ogni razzismo, durante un meeting tenutosi in provincia
di Pisa, a scrivere il Manifesto degli Scienziati Antirazzisti 2008.
L'iniziativa è sostenuta dalla Regione Toscana e punta a raccogliere le
adesioni del maggior numero possibile di studiosi.
''Le razze umane non esistono. L'esistenza delle razze umane è
un'astrazione derivante da una cattiva interpretazione di piccole
differenze fisiche fra persone, percepite dai nostri sensi, erroneamente
associate a differenze 'psicologiche' e interpretate sulla base di
pregiudizi secolari. Queste astratte suddivisioni, basate sull'idea che
gli umani formino gruppi biologicamente ed ereditariamente ben distinti,
sono pure invenzioni da sempre utilizzate per classificare
arbitrariamente uomini e donne in 'migliori' e 'peggiori' e quindi
discriminare questi ultimi (sempre i più deboli), dopo averli additati
come la chiave di tutti i mali nei momenti di crisi'', recita un quanto
mai chiaro Articolo 1 del Manifesto. I primi firmatari sono nomi di
primo piano della scienza, tra i quali spicca il Premio Nobel Rita Levi
Montalcini, Francesco Remotti, Elena Gagliasso, Alberto Piazza e tanti
altri.
Sembrano lontani i tempi del Manifesto della Razza, sottoscritto nel
1938 da professori universitari italiani, che rappresenta una delle
pagine più cupe della storia di questo Paese. Ma dopo settanta anni il
mondo accademico è chiamato a dare un segnale diametralmente opposto,
perché il razzismo è ancora tra noi. Anche se, come ricorda all'articolo
7, ''il razzismo é contemporaneamente omicida e suicida''.

*Manifesto degli scienziati antirazzisti 2008*

*I. Le razze umane non esistono.* L'esistenza delle razze umane è
un'astrazione derivante da una cattiva interpretazione di piccole
differenze fisiche fra persone, percepite dai nostri sensi, erroneamente
associate a differenze "psicologiche" e interpretate sulla base di
pregiudizi secolari. Queste astratte suddivisioni, basate sull'idea che
gli umani formino gruppi biologicamente ed ereditariamente ben distinti,
sono pure invenzioni da sempre utilizzate per classificare
arbitrariamente uomini e donne in "migliori" e "peggiori" e quindi
discriminare questi ultimi (sempre i più deboli), dopo averli additati
come la chiave di tutti i mali nei momenti di crisi.

*II. L'umanità, non é fatta di grandi e piccole razze.* È invece, prima
di tutto, una rete di persone collegate. È vero che gli esseri umani si
aggregano in gruppi d'individui, comunità locali, etnie, nazioni,
civiltà; ma questo non avviene in quanto hanno gli stessi geni ma perché
condividono storie di vita, ideali e religioni, costumi e comportamenti,
arti e stili di vita, ovvero culture. Le aggregazioni non sono mai rese
stabili da DNA identici; al contrario, sono soggette a profondi
mutamenti storici: si formano, si trasformano, si mescolano, si
frammentano e dissolvono con una rapidità incompatibile con i tempi
richiesti da processi di selezione genetica.

*III. Nella specie umana il concetto di razza non ha significato
biologico.* L'analisi dei DNA umani ha dimostrato che la variabilità
genetica nelle nostra specie, oltre che minore di quella dei nostri
"cugini" scimpanzé, gorilla e orangutan, è rappresentata soprattutto da
differenze fra persone della stessa popolazione, mentre le differenze
fra popolazioni e fra continenti diversi sono piccole. I geni di due
individui della stessa popolazione sono in media solo leggermente più
simili fra loro di quelli di persone che vivono in continenti diversi.
Proprio a causa di queste differenze ridotte fra popolazioni, neanche
gli scienziati razzisti sono mai riusciti a definire di quante razze sia
costituita la nostra specie, e hanno prodotto stime oscillanti fra le
due e le duecento razze.

*IV. È ormai più che assodato il carattere falso*, costruito e
pernicioso del mito nazista della identificazione con la "razza ariana",
coincidente con l'immagine di un popolo bellicoso, vincitore, "puro" e
"nobile", con buona parte dell'Europa, dell'India e dell'Asia centrale
come patria, e una lingua in teoria alla base delle lingue indo-europee.
Sotto il profilo storico risulta estremamente difficile identificare gli
Arii o Ariani come un popolo, e la nozione di famiglia linguistica
indo-europea deriva da una classificazione convenzionale. I dati
archeologici moderni indicano, al contrario, che l'Europa è stata
popolata nel Paleolitico da una popolazione di origine africana da cui
tutti discendiamo, a cui nel Neolitico si sono sovrapposti altri
immigranti provenienti dal Vicino Oriente. L'origine degli Italiani
attuali risale agli stessi immigrati africani e mediorientali che
costituiscono tuttora il tessuto perennemente vivo dell'Europa.
Nonostante la drammatica originalità del razzismo fascista, si deve
all'alleato nazista l'identificazione anche degli italiani con gli "ariani".

*V. È una leggenda che i sessanta milioni di italiani di oggi discendano
da famiglie che abitano l'Italia da almeno un millennio.* Gli stessi
Romani hanno costruito il loro impero inglobando persone di diverse
provenienze e dando loro lo status di cives romani. I fenomeni di
meticciamento culturale e sociale, che hanno caratterizzato l'intera
storia della penisola, e a cui hanno partecipato non solo le popolazioni
locali, ma anche greci, fenici, ebrei, africani, ispanici, oltre ai
cosiddetti "barbari", hanno prodotto l'ibrido che chiamiamo cultura
italiana. Per secoli gli italiani, anche se dispersi nel mondo e divisi
in Italia in piccoli Stati, hanno continuato a identificarsi e ad essere
identificati con questa cultura complessa e variegata, umanistica e
scientifica.

*VI. Non esiste una razza italiana ma esiste un popolo italiano.
*L'Italia come Nazione si é unificata solo nel 1860 e ancora* *adesso
diversi milioni di italiani, in passato emigrati e spesso concentrati in
città e quartieri stranieri, si dicono e sono tali. Una delle nostre
maggiori ricchezze, é quella di avere mescolato tanti popoli e avere
scambiato con loro culture proprio "incrociandoci"* *fisicamente e
culturalmente. Attribuire ad una inesistente* *"purezza del sangue" la
"nobiltà" della "Nazione" significa ridurre alla omogeneità di una
supposta componente biologica e agli abitanti dell'attuale territorio
italiano, un patrimonio millenario* *ed esteso di culture.

*VII. Il razzismo é contemporaneamente omicida e suicida.* Gli Imperi
sono diventati tali grazie alla convivenza di popoli e culture diverse,
ma sono improvvisamente collassati quando si sono frammentati. Così é
avvenuto e avviene nelle Nazioni con le guerre civili e quando, per
arginare crisi le minoranze sono state prese come capri espiatori. Il
razzismo é suicida perché non colpisce solo gli appartenenti a popoli
diversi ma gli stessi che lo praticano. La tendenza all'odio
indiscriminato che lo alimenta, si estende per contagio ideale ad ogni
alterità esterna o estranea rispetto ad una definizione sempre più
ristretta della "normalità". Colpisce quelli che stanno "fuori dalle
righe", i "folli", i "poveri di spirito", i gay e le lesbiche, i poeti,
gli artisti, gli scrittori alternativi, tutti coloro che non sono
omologabili a tipologie umane standard e che in realtà permettono
all'umanità di cambiare continuamente e quindi di vivere. Qualsiasi
sistema vivente resta tale, infatti, solo se é capace di cambiarsi e noi
esseri umani cambiamo sempre meno con i geni e sempre più con le
invenzioni dei nostri "benevolmente disordinati" cervelli.

*VIII. Il razzismo discrimina, nega i collegamenti, intravede minacce
nei pensieri e nei comportamenti diversi.* Per i difensori della razza
italiana l'Africa appare come una paurosa minaccia e il Mediterraneo è
il mare che nello stesso tempo separa e unisce. Per questo i razzisti
sostengono che non esiste una "comune razza mediterranea". Per spingere
più indietro l'Africa gli scienziati razzisti erigono una barriera
contro "semiti" e "camiti", con cui più facilmente si può entrare in
contatto. La scienza ha chiarito che non esiste una chiara distinzione
genetica fra i Mediterranei d'Europa (Occidentali) da una parte gli
Orientali e gli Africani dall'altra. Sono state assolutamente
dimostrate, dal punto di vista paleontologico e da quello genetico, le
teorie che sostengono l'origine africana dei popoli della terra e li
comprendono tutti in un'unica razza.

*IX. Gli ebrei italiani sono contemporaneamente ebrei ed italiani.*
Gli ebrei, come tutti i popoli migranti ( nessuno é migrante per libera
scelta ma molti lo sono per necessità) sono sparsi per il Mondo ed hanno
fatto parte di diverse culture pur mantenendo contemporaneamente una
loro identità di popolo e di religione. Così é successo ad esempio con
gli Armeni, con gli stessi italiani emigranti e così sta succedendo con
i migranti di ora: africani, filippini, cinesi, arabi dei diversi Paesi
, popoli appartenenti all'Est europeo o al Sud America ecc. Tutti questi
popoli hanno avuto la dolorosa necessità di dover migrare ma anche la
fortuna, nei casi migliori, di arricchirsi unendo la loro cultura a
quella degli ospitanti, arricchendo anche loro, senza annullare, quando
é stato possibile, né l'una né l'altra.

*X. L'ideologia razzista é basata sul timore della "alterazione" della
propria razza eppure essere "bastardi" fa bene.* È quindi del tutto
cieca rispetto al fatto che molte società riconoscono che sposarsi
fuori, perfino con i propri nemici, è bene, perché sanno che le alleanze
sono molto più preziose delle barriere. Del resto negli umani i
caratteri fisici alterano più per effetto delle condizioni di vita che
per selezione e i caratteri psicologici degli individui e dei popoli non
stanno scritti nei loro geni. Il "meticciamento" culturale é la base
fondante della speranza di progresso che deriva dalla costituzione della
Unione Europea. Un'Italia razzista che si frammentasse in "etnie"
separate come la ex-Jugoslavia sarebbe devastata e devastante ora e per
il futuro. Le conseguenze del razzismo sono infatti epocali: significano
perdita di cultura e di plasticità, omicidio e suicidio, frammentazione
e implosione non controllabili perché originate dalla ripulsa
indiscriminata per chiunque consideriamo "altro da noi".

Enrico Alleva/, Docente di Etologia, Istituto Superiore di Sanità, Roma /
Guido Barbujani/, Docente di Genetica di popolazioni, Università Ferrara /
Marcello Buiatti/, Docente di Genetica, Università di Firenze /
/Laura dalla Ragione, Psichiatra e psicoterapeuta, Perugia /
Elena Gagliasso/, Docente di Filosofia e Scienze del vivente, Università
La Sapienza, Roma /
Rita Levi Montalcini/, Neurobiologa, Premio Nobel per la Medicina /
Massimo Livi Bacci/, Docente di demografia, Università di Firenze /
Alberto Piazza/, Docente di Genetica Umana, Università di Torino /
Agostino Pirella/, Psichiatra, co-fondatore di Psichiatria democratica,
Torino /
Francesco Remotti/, Docente di Antropologia culturale, Università di
Torino /
Filippo Tempia/, Docente di Fisiologia, Università di Torino /
Flavia Zucco/, Dirigente di Ricerca, Presidente Associazione Donne e
Scienza, Istituto di Medicina molecolare, CNR , Roma/