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著者: Edoardo Magnone
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To: Mailing list del Forum sociale di Genova
題目: [NuovoLab] Chi ha la responsabilità del clima omofobico di questo paese?
A proposito delle prese di posizione di esponenti del Pd sul Pride di Genova

Chi ha la responsabilità del clima omofobico di questo paese?

Lilia Mulas - Arcilesbica Genova

Mostriamo il nostro orgoglio passeggiando mano nella mano, ma
facciamolo in tant*, magari una volta al mese e in diverse zone della
città concordate. Per educare noi stessi al coraggio e loro al
rispetto. Per, appunto, il contro ce lo metta qualcun'altro.

Non mi unisco al coro di chi, meglio e più tempestivamente di me, ha
condannato l'ennesima aggressione di stampo omofobico avvenuta a Roma.
Neanche mi scandalizzo se Gianni Plinio, capogruppo di An in regione
si lancia in una crociata contro il Pride, è coerente con la linea
imposta dal suo partito, ampiamente discriminatoria nei nostri
confronti, nonchè nei confronti di rom, migranti, donne in condizioni
disagiate, precari, lavoratori presunti fannulloni e così via.
Ripeto, fa il suo mestiere e dal signore in questione non mi aspetto altro.

Mi disturbano invece tantissimo le esternazioni sprezzanti di due
esponenti cattolici del Pd,il senatore Gustavino e il presidente della
Provincia, Repetto.
Entrambe rilasciano dichiarazioni volte a minimizzare il valore del
Pride, visto come un fenomeno folkloristico volgare e inutile a
guadagnare consensi alla nostra causa.

Al presidente Repetto, secondo il quale "Genova rimarrà una città dei
diritti anche senza Gay Pride" ha efficamente risposto Cristina
Morelli ricordandogli la differenza tra diritti scritti solo sulla
carta e diritti goduti ed esercitati; senza parlare del fatto che
Genova non mi risulta essere una Mecca dei diritti gay, essendo città
aperta ma pur sempre italiana,con tutti i limiti che ciò comporta.

Al senatore Gustavino che "non spenderebbe una parola in favore di
simili manifestazioni" chiedo: perchè si è subito contraddetto? Non
avesse speso una parola era meglio, visto che di Pride non sa nulla:
dell'enorme lavoro di preparazione, tutto volontario, delle
rivendicazioni, della produzione di eventi culturali, del fatto che il
Pride dura tutto un anno snodandosi lungo le date del calendario LGBT,
alcune di queste, come il 27 gennaio, non hanno nulla di
folkloristico.

Mi chiederete che ci azzecca tutto questo con l'aggressione a Roma...
Ci azzecca perché, secondo me, questi signori, come tutti gli altri
che disprezzano e ci accusano di "esibizionismo" quando semplicemente
dimostriamo di esistere (i due aggrediti a Roma si tenevano per mano )
dovrebbero assumersi le loro belle responsabilità.
Hanno mai pensato che le loro parole possono indurre alla violenza ?
Per me "quelli così", specie se stanno in partiti e organizzazioni
"democratiche" da dove il colpo non te lo aspetteresti, e fa più male,
sono i veri mandanti di questi atti intimidatori.

Una proposta: facciamolo partire da qui,il Pride. Mostriamo il nostro
orgoglio passeggiando mano nella mano, ma facciamolo in tant*, magari
una volta al mese e in diverse zone della città concordate. Per
educare noi stessi al coraggio e loro al rispetto. Per, il contro ce
lo metta qualcun'altro.

14 settembre 2008

http://www.womenews.net/spip3/spip.php?article2539



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"Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli
uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la
rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un
ammutinamento potrà rovesciare" (Antonio Gramsci, febbraio 1917)
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