Autore: pipino Data: To: acrobaxlist, critical roma, allreds Oggetto: [cm-Roma] da lista ror vergogna italiana
Fatela girare, dopo averla letta, questa vergogna: tutta italiana.
Doriana Goracci
Si erano fermati fuori del paese, vicino Verona, solo per mangiare.
Sono stati picchiati, sequestrati e torturati dai carabinieri per
ore.
La loro testimonianza
Venerdì 5 settembre 2008, ore 12. Tre famiglie parcheggiano le
roulotte nel piazzale delle giostre a Bussolengo [Verona]. Le
famiglie
sono formate da Angelo e Sonia Campos con i loro cinque figli
[quattro
minorenni], dal figlio maggiorenne della coppia con la moglie e
altri
due minori, infine dal cognato Cristian Udorich con la sua compagna e
i
loro tre bambini. Tra le roulotte parcheggiate c´è già quella di
Denis
Rossetto, un loro amico. Sono tutti cittadini italiani di origine
rom.
Quello che accade dopo lo racconta Cristian, che ha trentotto anni
ed è nato a San Giovanni Valdarno [Arezzo]. Cristian vive a Busto
Arsizio [Varese] ed è un predicatore evangelista tra le comunità rom
e
sinte della Lombardia. Abbiamo parlato al telefono con lui grazie
all´aiuto di Sergio Suffer dell´associazione Nevo Gipen [Nuova vita]
di
Brescia, che aderisce alla rete nazionale «Federazione rom e sinti
insieme».
«Stavamo preparando il pranzo, ed è arrivata una pattuglia di vigili
urbani - racconta Cristian - per dirci di sgomberare entro un paio
di
ore. Abbiamo risposto che avremmo mangiato e che saremmo subito
ripartiti. Dopo alcuni minuti arrivano due carabinieri. Ci dicono di
sgomberare subito. Mio cognato chiede se quella era una minaccia.
Poi
cominciano a picchiarci, minorenni compresi».
«Appena siamo entrati,erano circa le due - dice Cristian - hanno
chiuso
le porte e le finestre. Ci hanno ammanettati e fatti sdraiare per
terra. Oltre ai calci e i pugni, hanno cominciato a usare il
manganello, anche sul volto... Mia sorella e i ragazzi perdevano
molto
sangue. Uno dei carabinieri ha urlato alla mia compagna: `Mettiti in
ginocchio e pulisci quel sangue bastardo´. Ho implorato che si
fermassero, dicevo che sono un predicatore evangelista, mi hanno
colpito con il manganello incrinandomi una costola e hanno urlato
alla
mia compagna `Devi dire, io sono una puttana´, cosa che lei,
piangendo,
ha fatto più volte».
Continua il racconto Giorgio, che ha diciassette anni ed è uno dei
figli di Angelo: «Un carabiniere ha immobilizzato me e mio fratello
Michele, sedici anni. Hanno portato una bacinella grande, con
cinque-sei litri di acqua. Ogni dieci minuti, per almeno un´ora, ci
hanno immerso completamente la testa nel secchio per quindici
secondi.
Uno dei carabiniere in borghese ha filmato la scena con il
telefonino.
Poi un altro si è denudato e ha detto `fammi un bocchino´».
Alle 19 circa, dopo cinque ore, finisce l´incubo e tutti vengono
rilasciati, tranne Angelo e Sonia Campos e Denis Rossetto, accusati
di
resistenza a pubblico ufficiale. Giorgio e Michele, prima di essere
rilasciati, sono trasferiti alla caserma di Peschiera del Grada per
rilasciare le impronte. Cristian con la compagna e i ragazzi vanno a
farsi medicare all´ospedale di Desenzano [Brescia].
Sabato mattina la prima udienza per direttissima contro i tre
«accusati», che avevano evidenti difficoltà a camminare per le
violenze. «Con molti familiari e amici siamo andati al tribunale di
Verona - dice ancora Cristian - L´avvocato ci ha detto che
potrebbero
restare nel carcere di Verona per tre anni». Nel fine settimana la
notizia appare su alcuni siti, in particolare Sucardrom.blogspot.
com.
La stampa nazionale e locale non scrive nulla, salvo l´Arena di
Verona.
La Camera del lavoro di Brescia e quella di Verona, hanno messo a
disposizione alcuni avvocati per sostenere il lavoro di Nevo Gipen.
di Gianluca Carmosino (Carta)
*Per chi ricorda sono incubi*
*Per chi dimentica solo nostalgie*