[NuovoLab] Prostituzione, le due anime di Tursi

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Repubblica Genova

Prostituzione, le due anime di Tursi
Il Comune chiude i "bassi", ma lancia un piano di sostegno alle "lucciole"
DONATELLA ALFONSO
SE tra le prostitute dei "bassi" della Maddalena che il Comune si accinge a chiudere ci sarà chi vuole chiudere con quella vita, sappia che sempre il Comune una mano gliela darà: con il progetto Sunrise, con cui quasi 900 donne e ragazze, molte giovanissime, negli ultimi sette anni hanno potuto abbandonare la strada e trovare una nuova vita, lavoro e istruzione. Ma ci vuole un piano di respiro nazionale, spiega Roberta Papi, assessore ai servizi sociali, che insiste: bene i temi della sicurezza, ma quelli della solidarietà non ce li siamo dimenticati. Ma c´è contrasto tra "anime" diverse della giunta, allora? «No, non c´è stata alcuna discussione in giunta. I progetti vanno avanti, magari non tutto è stato spiegato, per questo lo facciamo ora» spiega Papi, che ribadisce come il Comune di Genova appoggi non solo il progetto, ma la necessità, sostenuta anche dall´Anci e da un buon numero di associazioni solidali, di un´unica iniziativa di carattere nazionale che garantisca linee di intervento e fondi a tutti i livelli. Perché da fare c´è molto, e i numeri lo dicono: negli ultimi tre anni le ragazze che con "Sunrise" hanno lasciato la prostituzione sono state una media di 140-150 l´anno. ma nei primi sei mesi dell´ultima sessione di attività, cioè dal settembre 2007 al febbraio scorso, erano già in 104 a chiedere un appoggio per lasciare la strada. Che significa essere ospitate in case protette e comunità per sei mesi, seguendo corsi di lingua e formazione professionale per diciotto mesi. Per chiedere aiuto c´è anche un numero verde: 800.290.290. «La maggior parte vengono segnalate dalle forze dell´ordine ma ultimamente il 26 per cento arriva spontaneamente allo sportello di segretariato sociale - ha spiegato la responsabile del servizio, Maria Rosa Scala - solo il 7,8 per cento abbandona durante i 18 mesi del progetto». Molte lavorano nei servizi, nella ristorazione, ma ci sono anche segretarie e impiegate. Non sono mancate le minorenni; al momento nelle comunità ci sono una dozzina di minorenni rumene e nigeriane; per loro, quando è possibile, si cerca do ricostruire i rapporti con le famiglie d´origine, oltre che creare una rete di appoggio tramite le ambasciate. Purtroppo i fondi restano risicati: per il 2007 il ministero delle pari opportunità ha investito 124 mila euro circa e il Comune oltre 400 mila.

Il responsabile della Sicurezza e il caso dei vicoli
Scidone: "Nessun accanimento ma la situazione è insostenibile"
l´appello L´intervento vuole arginare una situazione di degrado sempre più pesante
ASSESSORE Scidone, ma cosa fa il Comune? Da un lato aiuta le prostitute e dall´altro le combatte?
«Il problema dei bassi non è la lotta alla prostituzione, ma al come è esercitata in quel modo e in quei luoghi. E´ una maniera di agire su quanto sta accadendo, che è un degrado forte, sotto gli occhi di tutti».
Quindi non c´è una posizione anti-prostituzione e una d´aiuto...
«Ma io non ce l´ho con le prostitute dei bassi, mi riferisco ad un problema che riguarda una sola zona, quella della Maddalena, ed infatti l´ordinanza, di cui stiamo esaminando le prime bozze, si riferirà solo a quest´area; non al ghetto, per essere chiari. Anche se esistono altri casi di difficoltà: in vico Mele c´è un hotel i cui clienti, che magari prenotano via internet, quando arrivano e vedono il vicolo con le prostitute e magari gli spacciatori, prendono e se ne vanno. Dobbiamo far fallire anche chi lavora?»
La situazione è comunque pesante.
«Sì, è pesante. Ma non è una lotta alla prostituzione, bensì al degrado. E´ chiaro che quando se ne andranno dai bassi della Maddalena andranno altrove, o saliranno nelle case. Non è un reato, prostituirsi. E non spetta comunque ai comuni occuparsene: del degrado delle strade e della sicurezza dei cittadini, invece sì».
Il suo collega di partito Anzalone lamenta che non si prendano provvedimenti anche per via Sampierdarena, come il transito limitato ai residenti nelle ore notturne.
«Il fatto è che lì c´è la prostituzione di strada e questa, a meno di non intervenire con divieti di sosta com´è stato fatto in alcune località, non saprei come combatterla. ma poi, hanno un effetto, queste misure? Sulla Ztl in via Sampierdarena, sappiamo che è una cosa difficile da realizzare, a meno che non la chieda il municipio; possiamo discuterne. Ma ricordiamoci che le donne si sposteranno altrove, magari in corso Perrone. Possiamo solo chiedere alle forse dell´ordine maggiori controlli e la repressione di comportamenti degradanti».
Ma quando scatterà l´operazione-sgombero nei bassi?
«Stiamo predisponendo l´ordinanza, come dicevo. Potrebbe essere pronta per la fine della prossima settimana».
(d. al.)

L´assessore ai Servizi Sociali e il progetto Sunrise
Papi: "Sullo stesso problema modi differenti di risolverlo"
la richiesta Vogliamo che i ministeri delle Pari Opportunità e degli Interni siano al nostro fianco
ASSESSORE Papi, ma perché parlare oggi di questa iniziativa? Il progetto Sunrise va avanti da anni, sembra un modo di minimizzare l´impatto della chiusura dei bassi...
«Ne parliamo oggi perché il 12 settembre parte la nuova fase della campagna di Sunrise, e perché nella stessa data a Roma verrà chiesto un impegno forte ai ministeri, dalle Pari Opportunità agli Interni, per sostenere questo progetto, come chiedono l´Anci e le associazioni. E Genova, infatti, è sempre stata impegnata su questo fronte».
Quindi, non è che la giunta ha due posizioni diverse sulla prostituzione?
«Diciamo che, più che avere modi e pareti diversi, è che il Comune su un unico problema, così come ha fatto per i rom, vuole avere due maniere di risolverlo: coniugare al meglio la necessità di rispondere ai temi della sicurezza, sia per i cittadini che per le stesse donne, senza però abbandonare la socialità e la solidarietà. per quanto riguarda i rom, abbiamo parlato di un "modello Genova", forse insistendo un po´, ma mi sembra che dia buoni risultati. «
E quindi, sicurezza sì, ma ricordandosi di essere di sinistra...
«Vogliamo ribadire che è corretto avere un approccio legato al problema della sicurezza, ma non ci si può muovere solo in termini repressivi, perchè senza presa in carico di queste persone dal punto di vista sociale, è impossibile che le donne lascino la prostituzione. Specialmente se si tratta di vittime della tratta».
Quindi nessuna contrapposizione tra quello che dice lei e quello che dice Scidone?
«Ma no, Scidone e la giunta, a partire dalla sindaco Vincenzi, non possiamo chiudere un occhio rispetto al grande degrado del centro Storico, perché c´è, specialmente in alcune zone, e la chiusura dei bassi è una maniera per cercare di limitare un degrado che si riflette anche sulle donne che sono lì dentro. Però...
Però?
«Affrontare il problema della legalità significa sì tenere insieme la necessaria severità, ma non certo abbandonare la solidarietà umana, perché dietro ciò che appare, ci sono problemi forti, veri. E se il Comune dal 2000 sceglie di mantenere il suo impegno in questa iniziativa di recupero e appoggio, con le sue risorse, significa che ci crediamo davvero e che non lasciamo indietro nessuno, per quanto possiamo».
(d. al.)


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Carlo

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