[NuovoLab] effetti collaterali...

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Autore: Edoardo Magnone
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To: Mailing list del Forum sociale di Genova
Oggetto: [NuovoLab] effetti collaterali...
Appalti al ribasso: 130mila pasti in meno

Risparmio all'osso nelle mense scolastiche genovesi. Attraverso la
riduzione dei pasti, almeno 130mila in tutto le scuole entro il 31
dicembre, quando scatterà il nuovo appalto. E anche quest'ultima è una
partita in cui si gioca la possibilità di risollevarsi dallo stato di
indebitamento, conseguenza del taglio dell'Ici, dei mancati
finanziamenti del governo.

Dopo l'incontro del luglio scorso con tutti i dirigenti scolastici in
cui il Comune ha proposto di scegliere tra l'inizio dell'anno
scolastico senza mensa o l'alternativa di 12 giorni privi del servizio
da mettere a calendario entro il 31 dicembre, alcune scuole hanno
collaborato e presenteranno entro domani, dopo i molti passaggi
attraverso i vari collegi, il loro piano di risparmio. Altre si sono
rifiutate di aderire all'iniziativa e ieri pomeriggio l'assessore del
Comune Paolo Veardo, anche allarmato dallo stato di confusione e di
protesta che monta, ha garantito: «Le scuole che non collaborano, per
i loro più validi e diversi motivi, avranno comunque il servizio di
ristorazione completo e ordinario senza alcun depennamento. Alle
scuole che hanno scelto il panino diciamo grazie ma il pranzo al sacco
no... non vogliamo nuocere alle famiglie». Insomma chi ha espresso la
buona volontà di arrangiarsi con "l'imbottito", verrà premiato con la
recessione del Comune che si impegna a dare loro il regolare servizio
della mensa. Se entro la fine anno si cerca di portare a casa il
risparmio dei 12 giorni a fornelli spenti, attraverso vari "modelli"
quali le lectio brevis, l'introduzione del venerdi corto con la
frequenza solo al mattino, e inizialmente anche il pranzo al sacco
come risulta dal verbale del 21 luglio quando avvenne l'incontro fra
il Comune e i dirigenti scolastici, dal prossimo anno Tursi pensa di
proporre la sospensione del servizio mensa là dove nei pomeriggi ci
sono lezioni non curriculari.

Ma i tagli, si è detto, investono anche gli appalti per i sette lotti
"scaduti" e messi a gara nelle ultime settimane (si tratta di trovare
gestori che entreranno in servizio dal primo gennaio). Sette piccole
partite che il Comune gioca nell'ottica quasi esclusiva del ribasso.
La prima suggestione, davanti ai bandi di questi sette lotti, è quella
che si tratti dei primi appalti lanciati da palazzo Tursi dopo lo
scandalo Mensopoli. Ma la trasparenza, in questa partita, sembra
essere la sfida che meno spaventa chi ha redatto capitolati e
disciplinari. «Il nostro maggior timore è che siano scarsamente
remunerativi per chi parteciperà - sostiene Maria Angela Danzì,
direttore generale del Comune impegnata in questi mesi a rendere più
efficiente e trasparente il sistema degli appalti - l'inflazione in
questi mesi è cresciuta a dismisura, e siamo alle prese con criticità
legate al costo delle materie prime e budget risicati per lanciare gli
appalti. Ci sarà una riduzione, dei fondi a disposizione, e questo
potrebbe invogliare meno realtà a fare offerte».

Ci sono circa 60 milioni, a base d'asta, per i sette lotti messi a
gara (la presentazione delle offerte è fissata quasi in ogni caso a
settembre). Ma si conta, con la procedura impostata, di risparmiarne
almeno quattro. Settantuno, tra i cento punti a disposizione per la
valutazione dei candidati, saranno assegnati alle offerte economiche
più vantaggiose. Ventinove premieranno invece la qualità. In pratica,
dunque, chi farà l'offerta economicamente migliore avrà più
opportunità di vincere, da qui viene la previsione di taglio
ipotizzata. «Non si discute su un livello di qualità imprescindibile,
che a differenza degli appalti precedenti è stata inserita come base
di partenza da rispettare - inquadra Tiziana Carpanelli direttore dei
Servizi alla Persona - ma il punteggio privilegia il lato economico
della proposta, anche per lasciare il minimo possibile di
discrezionalità in sede di valutazione». Per il resto farà punteggio
la velocità di consegna, l'eventuale aggiunta di prodotti biologici in
più rispetto a quelli richiesti, il numero e la tipologia degli
automezzi utilizzati per consegnare i pasti. La trasparenza, secondo
chi ha redatto il disciplinare, è garantita da formule matematiche per
calcolare ciascuna delle proposte. Introdotto anche un nuovo sistema
di controlli, che vedrà il coinvolgimento delle associazioni dei
consumatori oltre che dei genitori dei bambini. Previsto anche un
innalzamento delle penali da pagare in caso di problemi sanitari
riscontrati in mensa.

http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/genova/2008/09/04/1101732651035-appalti-ribasso-130mila-pasti-meno.shtml