*Comunicato stampa Unaltracittà/Unaltromondo
Inceneritori, De Zordo: «Falsati i dati sulle diossine, *
ancora credibili i controlli standard in Toscana?».
La proposta: «Miliardi di euro nascosti nelle discariche.
La Regione Toscana 'recuperi' piuttosto che 'bruciare'»
L'indagine della Procura della Repubblica di Lucca sulla falsificazione dei
dati sulla diossina emessa dell'inceneritore di Pietrasanta apre uno
scenario inquietante, che se reale conferma l'inadeguatezza del sistema di
controlli in Toscana e la pericolosità conclamata di tali impianti per la
salute dei cittadini. Ancora una volta i toscani, denunciando i rischi
insiti alla gestione inceneritorista dei rifiuti, sono arrivati prima delle
amministrazioni locali preposte alla gestione dei rifiuti e alla tutela
della loro salute.
Necessario un salto di qualità culturale
Unaltracittà/Unaltromondo invita allora le amministrazioni pubbliche, in
primo luogo la Regione Toscana, a compiere un salto di qualità nella
gestione del ciclo dei rifiuti. Bene perseguire la riduzione, la raccolta
differenziata, il riciclo (ma servono certamente più risorse di quante
stanziate fino ad oggi), ma sono certamente maturi i tempi per esplorare
nuovi percorsi capaci di valorizzare anche i rifiuti accastatati un po'
ovunque nelle discariche toscane.
La proposta, seguire l'esempio inglese
La Gran Bretagna stima infatti che si possano recuperare dalle discariche
200 milioni di tonnellate di plastica dormiente che, riciclata o
trasformata, varrebbe 60 miliardi di sterline, ovvero 75 miliardi di euro.
Una vera miniera a cielo aperto, una risorsa, quella dei rifiuti, che una
volta tanto abbonda anche in Italia e nel nostro territorio. Continua ad
apparire quindi un paradosso la volontà di Comune e Provincia di Firenze,
con il placet della Regione Toscana, di voler costruire a tutti i costi un
nuovo, mega inceneritore nella Piana fiorentina, che oltre ad essere
estremamente pericoloso per la salute dei cittadini rappresenta lo strumento
ad hoc per 'bruciare', il termine è pertinente, centinaia di milioni di euro
in un momento di grave crisi economica.
Nel mondo, entro il 2030 - secondo dati Ocse - la produzione annuale di
rifiuti domestici toccherà i 3 miliardi di tonnellate, ovvero raddoppierà
rispetto al 2005. Secondo l'analisi della giornalista Emanuela Cartosio, che
ha condotto in Inghilterra un'inchiesta sul tema, in un anno il prezzo della
plastica ad alta intensità di polietilene è passato da 100 a 200-300
sterline la tonnellata; e sempre a Londra, ad ottobre, si terrà un meeting
internazionale dove esperti e manager dell'industria dei rifiuti, convinti
che l'alto prezzo del petrolio renda interessante l'idea anche sotto il
profilo economico, discuteranno di come tirar fuori dalle discariche quello
che ci è stato messo nel tempo. La loro attenzione è concentrata, per ora,
sulla plastica. Perché nelle discariche ce n'è tantissima, disseppellirla è
piuttosto facile, e riciclarla è remunerativo.
La Regione Toscana rimoduli il suo rapporto con la modernità
Gli amministratori, a partire dalla Regione Toscana e a scendere, dovrebbero
quindi superare quel gap culturale sul tema della gestione dei rifiuti che
anima la loro azione e che li lega anacronisticamente al dogma degli
inceneritori. E' sempre più necessaria una rimodulazione dei loro programmi
affinché i vecchi rifiuti vengano recuperati e i nuovi riciclati grazie alle
più moderne tecnologie. E' bene muoversi perché, come dimostra la vicenda di
Pietrasanta, la gestione del ciclo dei rifiuti è in mano a soggetti che non
rispettano gli interessi delle comunità.
Link utili:
http://www.oecd.org
http://www.closedlooprecycling.co.uk/