Secolo xix
Comune avanti tutta«Chiudiamo i bassi»
lotta alla prostituzione
L'assessore Scidone: «Domani un vertice per definire i dettagli»
IL COMUNE tira diritto. Domani pomeriggio l'assessore alla Sicurezza Francesco Scidone ha convocato un vertice tecnico per scrivere il piano operativo della delibera che chiude i bassi della prostituzione. Un'operazione che punta alla chiusura immediata di almeno 40 locali a piano strada, quasi tutti in centro storico, dove ragazze di ogni nazione ospitano clienti per lo più italiani a qualsiasi ora del giorno. Un "giro" organizzato e controllato, che secondo gli studi e le stime di Palazzo Tursi fattura decine di migliaia di euro in nero al mese e deprezza del 30-40% il valore immobiliare degli appartamenti ai piani superiori e dei palazzi vicini.
La giunta non ascolta dunque le proteste delle stesse prostitute - che sabato hanno scritto una lettera aperta al sindaco Marta Vincenzi - nè di chi invoca il rispetto di una sorta di tradizione della città vecchia. Scidone non crede alla versione romantica di chi vede nell'esercizio del mestiere più antico del mondo la conservazione di un modo di vivere ormai radicato, persino un tributo al poeta genovese Fabrizio De Andrè. «La realtà - conferma l'assessore - è ben altra. Basta chiedere a chi vive ogni giorno a contatto con questo mondo. Un mondo che fa degrado, che crea rumori molesti e assembramenti, che intacca il sistema della sicurezza e favorisce tutto un fiorire di attività poco lecite nei dintorni. Dalla ricettazione alla piccola criminalità».
Il plico di firme sul tavolo dello stesso Scidone, d'altra parte, racconta un romanzo del tutto diverso da quello dipinto dalle prostitute e da chi in qualche modo è intervenuto contro la delibera sui bassi. È un racconto di esasperazione, di convivenza forzata con un mondo non solo di sfruttamento ma anche di degenerazione. E, sempre secondo i residenti, parte di queste ragazze non sarebbero vittime del racket, ma semplicemente organizzate tra loro, protette da piccoli gruppi di malavitosi, e ben remunerate (per quanto possa essere considerato «ben remunerante» offrire sesso con chiunque passi in quei vicoli).
Scidone, in ogni caso, tiene a una particolare precisazione. La delibera sui bassi, dice, non è legata alle delibere che sono piovute dai Comuni di mezza Italia in questi giorni dopo il famoso decreto Maroni che consegna più poteri ai sindaci. «Dietro a questa delibera - spiega l'assessore - c'è il lavoro di un anno, fatto di ricerche e controlli. Di prevenzione e di analisi. Ci sono 30 mila euro stanziati dal Comune grazie al Patto per la Sicurezza, i fondi per sostenere le attività di sostegno delle associazioni di solidarietà e delle unità di strada». Soprattutto, cita i dati Scidone, ci sono i «300 controlli sui bassi, le 150 sanzioni per utilizzo contrario alle norme, quattro sequestri eseguiti e dieci in itinere. La nostra - contrattacca - non è una crociata contro le lucciole come pare di moda quest'estate. È una politica che ha ascoltato i residenti e studiato un piano di intervento». «La nostra - e così Scidone replica al vicepresidente della Provincia Marina Dondero, Rc - è tutto ma non un'operazione di immagine. È il lavoro puntuale, non demagogico e concreto di un anno».
È quel piano che domani pomeriggio sarà studiato tra i dirigenti e i tecnici dell'assessorato, insieme agli altri della giunta, con i vertici della Polizia municipale e con i tecnici dell'Avvocatura comunale. Saranno studiati i dettagli della delibera in modo da renderla effettivamente esecutiva. Il classico «chi fa che cosa, quando e come» della delibera, che a quel punto potrà dare i primi frutti nei primi giorni di settembre. Con una garanzia: «Al posto delle prostitute questi bassi non potranno ospitare attività ancor meno gradite. Niente esercizi pubblici, solo magazzini, fondi o piccoli laboratori artigiani come prevedono le norme. Tutt'al più si può pensare, in alcuni casi, a box per motocicli, sempre secondo le norme».
Giovanni Mari
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Carlo
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