Da: marcobonuccelli@???
Data: 24-ago-2008 9.24 AM
A:
Ogg: Brevi considerazioni sulle dichiarazioni di Simoni e Mallegni con
preghiera di pubblicazione visto l'augurio pesante e violento di
scomparsa che mallegni fa ai comunisti
Brevi considerazioni sulle dichiarazioni di Simoni e Mallegni:
1) Il Presidente della Fondazione Versiliana ecc..ecc..Massimiliano
Simoni ha dichiarato che farà il possibile per convincere la signora
Assunta Almirante a non partecipare al dibattito sul 68 in programma
al "Caffè" il 30 agosto prossimo, per evitare nuove contestazioni e
spese aggiuntive alla Questura (per tutelare la sicurezza) .
Bene, Simoni finalmente (speriamo) ha capito che la nostra è una
Repubblica antifascista e che Pietrasanta e la Versilia sono terre che
hanno subito la violenza nazifascista e quindi non ne vogliono più
sapere di "revisionismi da operetta".
2) Il Sindaco di Pietrasanta Massimo Mallegni ha riconosciuto come
inopportuna l'iniziativa, della Fondazione Versiliana, su Almirante,
all'indomani delle celebrazioni del XII Agosto, giorno della strage di
S.Anna di Stazzema.
Benissimo, ha praticamente sconfessato l'operato di Simoni.
Entrambi però hanno aggiunto ai loro comunicati alcune affermazioni
veramente fuori luogo e sbagliate sotto ogni punto di vista:
a) il primo (il Multipresidente) ha parlato di contestatori della
"sinistra eversiva"; ricordo a Simoni che per eversivo s'intendono
gruppi che hanno obiettivi violenti e quindi lo invito a ritirare
quanto detto visto che le persone che contestavano erano appartenenti
a forze politiche democratiche che mentre civilmente protestavano (di
fronte a chi tentava di rivalutare pratiche politiche
incostituzionali) venivano aggredite a seggiolate.
b) il secondo (il Sindaco) ha affermato "che in questo Paese si
starebbe molto meglio se scomparissero i fascisti e i comunisti con i
propri eredi"; provo a far capire a Mallegni (ma sarà dura) che i
comunisti in Italia (con cui era alleato da ex-giovane socialista)
hanno contribuito non solo a liberarci dal nazifascismo ma hanno,
insieme ad altri, fatto diventare l'italia un paese moderno e
democratico dove sono cresciuti i diritti di tutti i cittadini, oggi,
purtroppo, messi in discussione dalla destra berlusconiana.
Aggiungo infine che in Italia non solo c' è ancora bisogno dei
comunisti ma faremmo invece volentieri a meno di evasori fiscali e
amministratori pubblici corrotti (di cui comunque non mi auguro la
scomparsa degli eredi ma solamente una condotta onesta rispetto ai
padri).
Marco Bonuccelli
Capogruppo Prc Provincia di Lucca
dalla cronaca di pietrasanta de "il tirreno" di oggi (DOMENICA, 24
AGOSTO 2008) sotto allegati tre articoli, i primi due in cui i
signori simoni e mallegni esternano e il terzo che chiarisce molto
bene l'inqualificabile e di parte gestione di 8 anni di "caffè della
Versiliana":
"Sicurezza, niente Caffè per donna Assunta.
Dopo contatti con le forze dell'ordine Simoni revoca l'invito
alla vedova Almirante.
La polemica del presidente «Vietato parlare di cosa non piace ai
gruppi della sinistra eversiva» ".
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PIETRASANTA. Versiliana off limits per Donna Assunta Almirante
che non sarà ospite del Caffè nell'incontro dedicato al '68 in
programma il prossimo 30 agosto. Una decisione presa dal Presidente
della Fondazione, Massimiliano Simoni dopo aver parlato con il
Questore di Lucca, Maurizio Manzo e i responsabili delle Forze
dell'Ordine e del Commissariato di Forte dei Marmi. In sostanza, per
questioni di sicurezza e per non inasprire un clima di tensione già a
livello di soglia, si è deciso per revocare l'invito alla vedova
Almirante.
«La Versiliana non è un fortino e nemmeno uno stadio da
barricare o da rendere inespugnabile nei confronti di chi non accetta
la dialettica democratica visto che è frequentato da famiglie, bambini
e da persone che scelgono il Caffè per trascorrere un pomeriggio o un
momento tranquillo ascoltando dibattiti e presentazioni di libri. La
Versiliana - spiega Simoni - è uno spazio di tutti e visto che sono
una persona responsabile, per garantire l'ordine pubblico ed evitare
una nuova contestazione pericolosa per chi ogni giorno la frequenta,
cercherò di far desistere Donna Assunta dal partecipare
all'appuntamento che non era, ci tengo a precisarlo, celebrativo, ma
solo di testimonianza sul '68. Non credo sia giusto, visto anche il
momento delicato delle forze dell'ordine e i costi che Commissariato e
Questura dovrebbero sostenere per garantire uno svolgimento tranquillo
e senza problemi dell'incontro, destinando 40 agenti per tenere a bada
nuovi potenziali contestatori e distogliendoli, in questo modo, dai
loro compiti di vigilanza. Però - spiega ancora Simoni - prendo atto
che in Provincia di Lucca e nella Versilia, non si può parlare,
liberamente, apertamente e pubblicamente di argomenti non graditi agli
ambienti della sinistra eversiva e ai gruppi ad essa collegati. E in
una democrazia, dove tutti hanno la possibilità di parlare e di dire
la propria, è un segnale molto negativo e pericoloso per la
collettività. La democrazia non può essere ostaggio di chi vuol
raccontare esclusivamente le proprie verità».
Luca Basile
La lettera a sorpresa di Mallegni che attacca destra e
sinistra «Spariscano fascisti e comunisti»
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PIETRASANTA. «Sarebbe meglio che non venisse». Missiva a
firma del sindaco Massimo Mallegni in riferimento alla presenza,
probabile, di Donna Assunta Almirante al Caffè della Versiliana del 30
agosto.
«Ho avuto modo di chiarire il mio pensiero relativamente
ai fatti accaduti in Versiliana lo scorso martedì, la rissa è sempre
sbagliata, sia verbale e in particolare fisica. Purtroppo ancora oggi
in Italia, ed in specifiche aree del territorio nazionale, non c'è a
una maturità sufficiente per poter consentire un pieno sviluppo della
democrazia. Come ricordo spesso a qualche amico americano: "voi siete
un popolo fortunato perché in America, nonostante le contrapposizioni
politiche anche accese, non avete i comunisti"».
C'è però un passaggio che suona anche velenoso per la
destra e in particolare - la lettura è nostra - verso Alleanza
Nazionale o qualcuno che la rappresenta. Eccolo.
«Allo stesso tempo però, visto che ancora oggi serve fare
questo tipo di dichiarazioni, è bene che chi ha nostalgia del
Ventennio faccia grossi esami di coscienza - attacca Mallegni - ed
eviti di coinvolgere le istituzioni e arricchire il dibattito politico
di questioni ormai condannate dalla storia che, a mio avviso, non
potranno mai essere riabilitate. Se da cattolico accetto il
pentimento, da socialista liberale e da repubblicano convinto ritengo
che i fascisti e i propri eredi è bene che si convincano che la storia
non solo li ha condannati, ma il popolo li ha anche ripudiati. La
Versiliana, come tutti i luoghi in cui è garantita la libertà di
espressione, è aperta a tutti: il nostro compito non è quello di
fornire delle interpretazioni, ma quello di fotografare gli eventi e
consentire a tutti di poter esprimere la propria opinione. È evidente
che a pochi giorni dalla ricorrenza dell'eccidio di Sant'Anna del 12
agosto 1944 la giornata dedicata alla figura di Giorgio Almirante può
apparire davvero fuori luogo. Penso fermamente - è la tesi piuttosto
drastica di Mallegni - che in questo Paese si starebbe molto meglio se
scomparissero i fascisti e i comunisti con i propri eredi. La storia,
e non ultime le elezioni politiche appena trascorse, hanno evidenziato
un messaggio chiaro ed indelebile in tal senso. Per il 30 agosto al
Caffè nessuno chiede a donna Assunta di non venire, ma forse sarebbe
davvero meglio che questo sentimento lo provasse da sé, questo è ciò
penso».
L.B.
Il pluralismo scomparso
Un errore il dibattito senza contraddittorio
FABRIZIO BRANCOLI
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Qualcosa ci ronzava in testa e non ci abbandonava, in
tutta questa storia di estremismi e risse, di accuse e seggiolate, di
volantini e di comunicati senza fine. Ronzava come una mosca rinchiusa
e nervosa. Succede, quando un dettaglio, apparentemente invisibile,
resta invece depositato nella memoria.
Poi la mosca ronzante l'abbiamo afferrata. «Il Caffè ha
parlato di Almirante, come non abbiamo mai avuto problemi a parlare,
nelle precedenti edizioni, di altri personaggi legati al mondo della
sinistra, e non avrei problemi, un domani, a fare un qualsiasi
incontro che parli di un personaggio del nostro '900». Così ha detto
Massimiliano Simoni, presidente della Versiliana, nel primo comunicato
dopo i disordini di martedì scorso.
La tesi. La tesi di queste affermazioni, sembra di
capire, è la seguente. Nel concetto che l'approccio di un dibattito
alle ragioni storiche di destra e sinistra debba essere uguale o
quantomeno simmetrico (come se, per esempio, Almirante e Berlinguer
fossero davvero le due facce di una stessa luna), Simoni ci dice che
la cosiddetta "inclinazione a destra" della Versiliana è una frottola,
perché al Caffè ci sono stati dibattiti anche su figure di riferimento
della sinistra. Allora seguiamo per un attimo questa linea teorica,
solo per amore di dialettica.
I "padri". Andiamo a cercare le figure di riferimento
della sinistra nel Novecento, quelli che, sempre seguendo la tesi,
hanno piena ospitalità tra i pini del Caffè. Intanto, per i
socialisti, vengono in mente Turati, la Kulisciof, Serrati, Labriola,
Matteotti, Nenni, Pertini, lo stesso Craxi. Per i liberal socialisti e
azionisti ecco Gobetti, i Rosselli, Ferruccio Parri, Altiero Spinelli.
Poi i comunisti "da manuale": Togliatti e Berlinguer, che diamine, e
naturalmente Gramsci, forse anche Ingrao, forse anche Di Vittorio per
il mondo del sindacato. Escludiamo i cattolici del partito popolare e
ovviamente i democristiani, che si sono sempre collocati idealmente al
centro e non hanno mai assunto la lotta di classe come riferimento
culturale (se non programmatico). Poi ci sarebbero gli anarchici.
Vogliamo stringere, andare in stretta sintesi? In piena
arbitrarietà, scegliamo quelli che sono stati dei simboli: Matteotti,
Rosselli, Parri per l'antifascismo, la Merlin per la battaglia sulla
prostituzione, Pertini per l'umanità, Spinelli per la visione
europeistica, molti altri come "padri fondatori" delle varie anime
della sinistra, storicamente divisa ma anche forte e vivace.
La scelta di Almirante. Si è dibattuto di queste figure,
negli ultimi anni (quelli di competenza "simoniana") al Caffè della
Versiliana? E si è costruito un "equilibrio", in questo senso, nella
programmazione di quest'anno? A noi non pare. In compenso si è puntato
forte sulla figura di Almirante. Per la verità, gli si è pure fatto un
piccolo torto perché si è allestito un dibattito su Almirante e Pino
Romualdi che, mutatis mutandis, e con tutto il rispetto, è un po' come
se parlando di sport si volesse dibattere sull'incidenza sul mondo del
calcio delle carriere di Diego Armando Maradona e Romeo Benetti, e
chiusa parentesi.
In ogni caso, per il presidente della Fondazione,
«Almirante è un personaggio che con la sua moderazione ha traghettato
la destra storica del Msi in una destra democratica ed europeista che
oggi si chiama An». Per molti altri però no: Giorgio Almirante è
(anche) responsabile di gravissime scelte, personali e storiche.
Condannare è un dovere. Abbiamo due domande per
Massimiliano Simoni. La prima è: come mai il presidente della
Versiliana non condanna, in ogni caso, il gesto di chi si alza dalla
platea brandendo una seggiola e si avvicina ad altre persone
minacciando (come minimo) di colpirle? Quale remota ragione impedisce
di dire che quel gesto, alla Versiliana, non si fa, che non ha alcuna
giustificazione, che merita un giudizio negativo senza appello?
A questo quesito Simoni ha risposto a voce, quando lo
abbiamo incontrato, l'altro ieri, cortese e sicuro come spesso gli
accade. La risposta che abbiamo ottenuto è per noi abbastanza
confortante: «Non l'ho condannato semplicemente perché quando mi è
stato richiesto un commento, non avevo ancora presente quello che era
accaduto. Ora, che mi sono fatto un'idea precisa, quel gesto lo
condanno sicuramente. Anzi, scrivetelo, è giusto. Contesto e critico
certe provocazioni, messe in atto da frange politiche di sinistra; ma,
certo, reagire in quel modo è profondamente sbagliato».
La correttezza del pluralismo. La seconda domanda è in
attesa di risposta. Visto che il confronto è il sale del dibattito e
dell'interesse, non era meglio, se proprio di Almirante si voleva
parlare, chiamare sul palco qualche aficionado e qualche oppositore?
Allestire un incontro al Caffè in modo diverso: da una parte chi
reputa Almirante una figura decisiva di quel "traghetto" verso la
destra moderata e moderna di cui ama parlare Simoni, dall'altra
qualche esponente del giudizio storico e politico contrario, il
giudizio che valuta Almirante per per il suo ruolo duramente
antipartigiano e per le sue vocazioni collaborazionistiche nella
Repubblica di Salò. E poi lasciare al pubblico, di fronte a tesi
opposte, la possibilità di farsi un'opinione.
Non sarebbe stato più interessante? Non sarebbe stato più
consono a una Fondazione pubblica? E soprattutto non sarebbe stato più
corretto?