[NuovoLab] Buridda, avviso di sfratto

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Szerző: Carloge
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Repubblica Genova

Verso la conclusione la trattativa per la vendita da parte del Comune dell´ex facoltà di Economia occupata dal centro sociale

Buridda, avviso di sfratto
Sette milioni per i locali di via Bertani, c´è un compratore
Sette milioni di euro per comprare l´ex sede di Economia e Commercio di via Bertani, oggi occupata dal Buridda. Il Comune ha messo una condizione: l´immobile deve rimanere a destinazione scolastica. Il compratore ne ha messa un´altra: al momento della firma l´immobile (5.800 metri quadri) deve essere completamente vuoto. Affare fatto. L´anticipazione ha due conferme autorevoli: tanto l´assessore alla casa Bruno Pastorino quanto l´assessore al bilancio Francesca Balzani spiegano che «la trattativa è in dirittura d´arrivo, anche se non ancora conclusa». Ma i ragazzi del Centro sociale se ne andranno? «Ne abbiamo parlato tanto con Pastorino quanto col sindaco Vincenzi - spiega Manuel Chiarlo del Buridda - Noi svolgiamo una funzione sociale, ci sono una trentina di laboratori attivi, due concerti alla settimana, moltissime funzioni per i ragazzi e per gli immigrati. E´ evidente che non chiediamo in cambio un´altra struttura da seimila metri quadri, ma è altrettanto evidente che abbiamo bisogno di spazi congrui».

Buridda, addio al centro sociale c´è un compratore per via Bertani
"Sette milioni per l´ex Economia e commercio, resterà una scuola"
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RAFFAELE NIRI
Sette milioni di euro. C´è un´offerta ufficiale per i 5.800 metri quadri che costituiscono l´ex facoltà di Economia e Commercio, in via Bertani, da cinque anni occupati dal laboratorio sociale Buridda. Un´offerta nell´ambito scolastico e non della speculazione immobiliare che «il Comune di Genova è intenzionato a non lasciar cadere» come conferma a Repubblica l´assessore alla casa di Palazzo Tursi, Bruno Pastorino. «Ma, attenzione, non c´è ancora nulla di sottoscritto tra le parti, non siamo ancora in dirittura d´arrivo» prova a stemperare l´assessore al bilancio, Francesca Balzani, che però conferma l´esistenza di «una trattativa molto ben avviata, che ci consentirebbe di assestare una parte del bilancio» dopo i tagli indiscriminati del governo Berlusconi alle finanze locali.
Ma il gigantesco immobile di via Bertani, venduto per vuoto, vuoto non è: lo sanno benissimo i potenziali acquirenti che, tra le tante condizioni messe all´Amministrazione comunale, hanno chiesto «la totale disponibilità della struttura al momento della stipula del contratto d´acquisto».
Spiega l´assessore Pastorino: «Nel dossier sugli immobili di proprietà comunale che hanno bisogno di interventi, che Repubblica ha pubblicato nei giorni scorsi, al primo posto c´è l´ex facoltà di Economia, in via Bertani. C´è una condizione precisa, posta dall´amministrazione comunale, ed è venga confermata l´indicazione ad uso scolastico dell´immobile ed è esattamente il tipo di proposta che ci è stata avanzata». Ma l´eventuale ritorno di una scuola (pubblica o privata che sia) in via Bertani deve passare da una soluzione alternativa per il laboratorio sociale Buridda, che da cinque anni occupa gli spazi, lasciati vuoti per oltre un decennio, dell´ex Economia. «Ma credo che una soluzione si possa trovare - anticipa l´assessore - A novembre dello scorso anno il consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno che impegnava la giunta ad investire, in spazi dedicati ai giovani, una parte delle entrate straordinarie relative alle vendite. E´ evidente che il caso è esattamente questo: diciamo che su sei, sette milioni di entrate, uno potrebbe essere destinato agli spazi di aggregazione giovanile».
Dallo Zapata al Buridda, arriva una risposta identica: «Discutiamone pure, ma partiamo da un dato chiaro: i Centri sociali sono un valore, una risorsa. Bisogna crederci e investirci».
Spiega, ad esempio, Matteo Jade dello Zapata di Sampierdarena: «In città ci sono moltissime aree stupende, dalla zona portuale a Cornigliano, dalla Darsena al levante. Ebbene non c´è una volta che si senta dire a qualche nostro amministratore: bene, mettiamoci i ragazzi. Ciclo dopo ciclo, amministrazione dopo amministrazione, c´è una specie di rapporto sotterraneo tra gli assessori e i Centri sociali: riconoscono la nostra funzione ma, come dire?, quasi di nascosto. Eppure è evidente che siamo degli avamposti, che ad esempio noi a Sampierdarena svolgiamo un ruolo con i ragazzi sudamericani che, altrimenti, dovrebbe svolgere, in modo molto più oneroso, l´Amministrazione. A Roma già da dieci anni, o addirittura a Milano, il ruolo dei Centri sociali è riconosciuto. Il Comune di Genova, chissà perché, questo passo non lo fa».
Aggiunge Manuel Chiarlo del Buridda: «Ogni giorno, attorno ai nostri laboratori, passa un centinaio di ragazzi che diventano migliaia quando organizziamo i concerti, due volte alla settimana. In città gli spazi musicali, che erano già pochi, con la chiusura del Milk a Mura delle Grazie e, da tempo, della Panteca, sono ancora meno, E´ evidente che un eventuale trasferimento del Buridda non è solo un problema di noi che lo teniamo aperto. E´ un problema della città, nel suo complesso». Problema che a settembre sarà sulla scrivania della Vincenzi, insieme alla proposta di acquisto di via Bertani che potrebbe passare di mano già nei primi mesi del prossimo anno. Ammesso di trovare una soluzione condivisa per il Buridda.

I ragazzi a colloquio con Pastorino e la Vincenzi: "Noi, un presidio"
"Siamo disponibilissimi a trattare ma senza accordo occupiamo di nuovo"
"Abbiamo dato spazio, idee e fantasia a migliaia di ragazzi. E gli spazi musicali in città si stanno assottigliando"
«Siamo disponibilissimi a discutere, valutare, ragionare, misurarci. Ma è bene che a Tursi lo sappiano con chiarezza: se non si arriva ad un accordo occuperemo di nuovo e sappiamo già dove farlo».
Manuel Chiarlo, anima del "Buridda", ha le idee chiare e le ha già esposte non solo all´assessore alla casa Bruno Pastorino (entrambi fanno riferimento alla medesima sotto-area politica, la parte più movimentista di Rifondazione) ma anche al sindaco Marta Vincenzi.
«Sappiamo benissimo che un immobile come quello di via Bertani non è replicabile in altre zone della città. E sappiamo altrettanto bene che evidentemente qualcosa nell´Amministrazione comunale è cambiato, dopo l´uscita di Morettini e la dissoluzione dell´assessorato alle politiche giovanili. Manca un assessorato e manca anche una politica nei confronti dei giovani».
Significa che se il Comune riuscisse a vendere veramente via Bertani voi non vi muovereste di lì?
«Abbiamo parlato e ragionato insieme, ci hanno detto che ci faranno una proposta. La aspettiamo fiduciosi».
Cinquemilaottocento metri quadri tutti assieme non si trovano dietro l´angolo.
«Il sindaco Vincenzi ci ha prospettato l´ipotesi di distribuire le nostre attività sul territorio: oggi in via Bertani c´è la palestra, c´è lo spazio teatrale, c´è il laboratorio di fotografia e quello di sartoria, c´è un punto di prima accoglienza. C´è una radio potenziale. E, naturalmente, c´è lo spazio per la musica. Ci rendiamo benissimo conto che trovare un solo spazio per contenere tutte queste attività, più tutti i laboratori spontanei più tutte le mostre, non è semplicissimo. Ma... «
Ma?
«Non siamo certo noi a volercene andare da via Bertani. C´era uno spazio immenso, vuoto, un insulto alla collettività e sei anni fa l´abbiamo occupato. Negli anni l´abbiamo fatto funzionare, Buridda ha dato spazio, idee, fantasia a migliaia di ragazzi. Gli spazi musicali in città si stanno assottigliando drammaticamente: è un problema per i ragazzi, certo, ma è un problema anche per l´amministrazione comunale».
(r. n.)

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Carlo

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