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Autor: Carloge
Datum:  
To: Forumgenova
Betreff: [NuovoLab] Placanica e Taormina presentano denuncia contro ignoti

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Placanica e Taormina presentano denuncia contro ignoti
G8, Genova senza voce
di Angelo Pagliaro
foto internet
19/08/2008

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Mario Placanica, l'ex carabiniere di origini calabresi accusato di aver ucciso Carlo Giuliani in Piazza Alimonda durante il G8 di Genova nel 2001 ha presentato, alla procura di Catanzaro, denuncia contro ignoti per l'omicidio del giovane manifestante. Il legale di Placanica, l'avvocato Carlo Taormina, ha spiegato che la denuncia e' stata presentata dopo la risultanza di una comparazione tra le perizie di parte che indicherebbe l'assenza, nel corpo di Giuliani, di residui di camiciatura del proiettile che perforò il capo del ragazzo. "Se così fosse - ha detto Taormina - a sparare non e' stata la pistola di ordinanza di un sottufficiale qual era Placanica perche' i proiettili in dotazione ai sottufficiali sono obbligatoriamente camiciati''. La reazione di Vittorio Agnoletto, eurodeputato e portavoce del Genoa Social Forum al G8 di Genova, non appena appresa la notizia non si è fatta attendere: "Placanica faccia i nomi di tutti, ufficiali compresi, che erano con lui quel giorno sul Defender in piazza Alimonda". L'ex carabiniere, inizialmente ritenuto responsabile della morte di Carlo Giuliani e successivamente scagionato dalla magistratura, sostiene di non essere stato lui a sparare il colpo mortale quel pomeriggio. "Se veramente non e' stato lui - dice ancora Agnoletto, perché ha sempre rifiutato il confronto con i magistrati? Chi ha protetto in tutti questi anni? Abbiamo sempre detto che dietro la vergognosa archiviazione del processo per la morte di Carlo vi era la volontà di evitare il confronto in aula che avrebbe dovuto ricostruire cosa accadde il 20 luglio, individuando le responsabilità di personaggi di ben più alto livello di Placanica. Oggi e' quanto mai necessario riaprire quel processo".

Nell'agosto dello scorso anno, l'avvocato Carlo Taormina ha comunicato alla stampa di aver ricevuto da Mario Placanica "l'incarico di intraprendere tutte le iniziative giudiziarie necessarie al ristabilimento della verità sulla complessiva vicenda che lo riguarda a partire dai tragici fatti di Genova". Il noto legale ha aggiunto: "E' interesse di Mario Placanica rivisitare, attraverso indagini difensive e appropriate consulenze tecniche, tutti i particolari della vicenda, onde mettere in condizione l'Autorità giudiziaria di valutare giuridicamente il comportamento di chi, diverso da lui, esplose il colpo d'arma da fuoco che attinse al capo di Carlo Giuliani". E quell'espressione, "diverso da lui", riprende la convinzione espressa più volte dal padre di Carlo Giuliani che non è stato il carabiniere calabrese ad uccidere suo figlio. Ora un'azione legale tenterà di dimostrare l'estraneità del giovane ausiliario e la necessità di svelare alcune delle verità nascoste sui fatti di Genova. Il più importante degli interrogativi è quanti erano sul defender e chi ha sparato. Ad intorbidire le acque vi sono anche le minacce ricevute dall'ex carabiniere e dalla moglie, Sveva Mancuso, e i tentativi, più volte denunciati ai carabinieri, di tappargli la bocca con procurati incidenti d'auto. Ma andiamo per ordine riassumendo brevemente le dichiarazioni più importanti rilasciate da Placanica in fasi successive al quotidiano "Calabria Ora". Mercoledì 29 novembre 2006 Mario Placanica rompe il silenzio durato ben cinque anni e quattro mesi e rilascia al quotidiano calabrese un'intervista shock nella quale afferma: "Non ho sparato a Carlo Giuliani, sono un capro espiatorio usato per coprire qualcuno". E poi aggiunge: " Perché alcuni militari hanno "lavorato" sul corpo di Giuliani? Perché gli hanno fracassato la testa con una pietra".

Sempre su "Calabria Ora" del 5 dicembre 2006 Placanica rilascia nuove rivelazioni affermando di non aver mai compreso perché il suo collega, l'autista del defender Cavataio, gli prese la pistola d'ordinanza dopo gli spari di Piazza Alimonda ed afferma che a suo avviso è stato sparato un terzo colpo in Piazza Alimonda "magari dall'alto" visto che "una signora che abita al terzo piano di un palazzo che affaccia su Piazza Alimonda pochi minuti prima di quel tragico evento ha ricevuto la visita di un ufficiale dei carabinieri". Al giornalista che gli chiede :" Come sai che un ufficiale è salito nel palazzo? Placanica risponde: "Me lo ha confermato durante una telefonata lo stesso ufficiale". Dopo queste rivelazioni riportate immediatamente da tutta la stampa nazionale, il 14 marzo 2007, dopo neanche tre mesi, sempre dalla colonne di "Calabria Ora", il carabiniere calabrese, di fronte all'eventualità di essere convocato per un interrogatorio davanti alla Corte di Strasburgo, cambia atteggiamento e con grande sorpresa dei cronisti dichiara : "Di sicuro non andrò a testimoniare da nessuna parte, neanche se dovessero chiamarmi. In queste cose non mi intrometto. Non voglio sapere niente".

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Carlo

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