Rete contorg8
per la globalizzazione dei diritti
Mercoledì 20 agosto dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di 
genova, 325° ora in silenzio per la pace.
Incollo di seguito il volantino che verrà distribuito: un articolo del 
presidente della sezione italiana di Amnesty Internationale
Le pagine del Rapporto Annuale 2008 di Amnesty Intemational (Al) e gli 
aggiornamenti relativi ai primi mesi dell’anno dovrebbero risuonare ccine un 
campanello d’allarme per il futuro dei diritti umani, che non godono certo di 
buona salute neanche in Italia. Oltre ai temi sui quali Al è impegnata ormai da 
anni, ha infatti dovuto denunciare il pericolo di un’erosione dei diritti 
facilitata dalle dichiarazioni discriminatorie dì esponenti delle principali 
forze politiche dei diversi schieramenti e da un linguaggio giornalistico 
cnminogeno e allarmistico. È ìnfatti irresponsabile e pericoloso parlare di una 
tendenza alla violenza e all’illegalità di gruppi di persone e minoranze, in 
base alla nazionalità, all’appartenenza etnica e al luogo in cui dimorano. Come 
sottolineato anche dall’OSCE, la ncorrente stigmatizzazione di gruppi quali rom 
e immigrati aumenta il rischio di violenze contro di loro, come è accaduto 
negli ultimi mesi nel nostro paese. 
Ma su altri fronti non vediamo lo stesso zelo: non è accettabile che l’Italia 
continui a essere inadempiente rispetto ai suoi obblighi contro la tortura; 
nemmeno la XV legislatura ha portato all’approvazione di una legge che ne 
definisca il reato. Gli stessi PM del processo per Bolzaneto, nella 
ricostruzione degli avvenimenti che hanno colpito oltre 250 persone nel luglio 
2001, hanno segnalato che è difficile fotografare i fatti accaduti con l’
attuale codice penale, che non include il reato specifico di tortura. 
Tutto ciò dovrebbe essere inaccettabile non soltanto per gli attivisti per i 
diritti umani, ma per chiunque consideri la giustizia e i diritti umani come 
valori fondanti dello stato di diritto e che, oggi più che mai, dovrebbe 
attivarsi per fare sì che ci si nsvegli da questo sonno della ragione prima che 
possa generare mostri. 
Ci auguriamo, in vista del 60° anniversario della Dichiarazione universale dei 
diritti umani, che questo 2008 possa condudersi meglio di come è iniziato. Ci 
aspettiamo che la nuova presidenza degli Stati Uniti cambi strategia nell’
ambito della lotta al terrorismo e che questa possa essere riportata nell’alveo 
del diritto e della legalità, coerentemente con la sentenza di giugno della 
Corte suprema federale degli Usa, che ha riconosciuto ai detenuti di Guantànamo 
il diritto di ricorrere alle corti civili federali contro la propria 
detenzione. Ci auguriamo che la Cina colga l’occasione delle Olimpiadi per 
migliorare il suo curriculum in tema di diritti umani, sia al suo interno che a 
livello internazionale. Questi cambiamenti saranno sostenuti da Al con le 
azioni, internazionali e nazionali, dei propri Gruppi e quelle disponibili sul 
proprio sito web affinché l’anno del 60° anniversario della Dichiarazione 
universale possa finalmente rappresentare una svolta positiva per il futuro deì 
diritti umani. 
Paolo Poliliiati 
Presidente della Sezione Itallana 
di Amnesty Intemational 
www.amnesty.it
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