Re: [Hackmeeting] aspetti inaspettati, ma presenti, nell'hac…

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Autore: drama
Data:  
To: hackmeeting
Oggetto: Re: [Hackmeeting] aspetti inaspettati, ma presenti, nell'hacking
Elettrico ha scritto:
> per cui è pur vero che
> ognuno ha le sue spinte individuali, ma partire da quelle vorrebbe dire
> avere forti basi di psicoanalisi, partire invece ad analizzare il
> vettore risultante di tutte queste spinte vuol dire potersi concedere di
> sapere qualcosa di meccanismi sociali, politica e magari statistica...
> più abbordabile, no? :)
>


tanta raggione.

> permettetemi poi una puntata riguardo a necosi e su come vengono
> trattati i niubbi: qui il punto non è come si spende il tempo, il punto
> è che quando io e altri eravamo niubbi e venivamo insultati (eh,
> incredibile, anche noi! :P) facevamo sì discussioni, ci offendevamo, ma
> a questo seguiva una crescita. il fatto è che ora se uno arriva e quota
> di merda e tu gli dici "porcodio quoti di merda" la risposta non è
> incazzarsi ma capire, la risposta nel 90% dei casi e fottersene. certo,
> il singolo esempio preso da solo può sembrare stupido, ma non si può far
> finta di niente, esiste un approccio collettivo diverso, e non è colpa
> di necosi o di xyz, è proprio un costume affermato quello di non voler
> fare la "fatica" di entrare in un gruppo, capendone modi, consuetudini,
> forza e anche limiti. niente, adesso deve essere tutto plug'n'play: mi
> iscrivo, mando una mail piena di idiozie e pretendo d'essere al massimo
> leggermente ripreso. non è questione di nonnismo o cazzate simili (per
> favore, sembra che siamo il pd che chiama dei fischi "violenza") ma è
> una maniera di comunicare e un sistema di consuetudini che esiste e che
> va preso, analizzato e capito per quello che è.


Pero' considera anche un'altra cosa, quando nel 1812 eravate niubbi voi,
il gruppo hm era un neonato. Non era 'ufficialmente' riconosciuto da
nessuno e da nessuna autorita'. Questo faceva si che il gruppo fosse
molto piu elastico e adattabile, che il suo 'io' fosse meno affermato.
Tu ti prendevi gli insulti ma avevi cmq la percezione di partecipare a
una creazione collettiva, non per qualche tuo talento personale ma per
il semplice fatto che hm si stava ancora creando.
E l'uomo essendo un piccolo dio, le cose le fa a sua somiglianza, le
consuetudini che chiedi siano accettate le hai contribuite a creare. Se
uno arriva qua, probabilemente possiede uno spiccato
narcisismo-egoindividualismo (connotato essenziale per riuscire a
sopravvivere a tutte le ore solitarie passate davanti a un picci) e si
aspetta si di dover impare le dinamiche del gruppo ma anche di avere la
possibilita' di riadattarle a SUA immagine e somiglianza, esattamente
come quelli che, prima di lui, hanno contribuito a dargli forma.
Altrimenti si incappa nel rischio di percepire il gruppo come fortemente
autoritario e assolutamente poco libertario, a cui segue la classica
inferenza "ne faccio/cerco uno nuovo, vadano in culo 'sti stronzi".

Col passare del tempo pero', e questo vale per _qualsiasi_ aggregazione
di persone, le dinamiche interne tendono a fossilizzarsi e a essere
sempre piu' pensanti, inviolabili e, per il tanto utile quanto
inaffidabile principio dell'induzione, prevedibili. Questo alimenta i
comportamenti (ma non solo) tipo:"non pubblico il mio ultimo progetto li
senno' mi infamano/derubano/sviliscono/..." nonostante sia passato
parecchio tempo dall'ultima volta che sia stato proposto qualcosa del
genere in lista e quindi non si possa dire con certezza come questa
reagirebbe.

Quando un gruppo/individuo comincia ad avere un identita' forte data da
una lunga esperienza, da riconoscimento esterno e tutte le amenita' che
contribuiscono a rafforzare l'idea di 'io' (anche se collettivo) gli
diventa sempre piu' difficile riuscire a riadattarsi alla realta'
esterna, perche' e' un contributo che puo' dare principalmente chi non
appartiene ancora al gruppo e non ne condivide ancora tutte le sue
credenze. (nel caso di un individuo e' la capacita' di trascendere le
proprie credenze).

Quando questa situazione si verifica -individuo poco
trascendente/gruppo troppo chiuso- si manifesta a livello individuale
in ottusaggine, vedi ex-sessantottini filomaoisti che ancora ti vengono
a dire che mao ha insegnato a leggere a tante persone; a livello di
gruppo si manifesta in forti reazioni interne che placano qualsiasi
presa di posizione di spunto individuale che esula dalle consuetudini
del gruppo, soprattutto se la fonte non e' un 'insider' affermato.

In poche parole quando si invecchia, si e' tanto saggi quanto
rincoglioniti. La natura ha usato come soluzione a questo problema il
meccanismo 'morte/nascita con mescolamento'.

Ma come si fa a dare organi sessuali ad un gruppo?

> in qualsiasi gruppo più o meno eterogeneo togli consuetudini e
> meccanismi affermati e il gruppo si distrugge, con buona pace degli
> intenti collettivi e individuali.


Questo e' vero. Ma conosci qualcosa creato dall'uomo di eterno e
immutabile? Non dovrebbe avere un gruppo, soprattutto se orizzontale,
dei meccanismi interni che gli permettano di rinnovarsi?
Cioe', con buona pace di Darwin, se i connotati di hm nel 98 lo
rendevano adatto alla crescita, questo non si puo' affermare con
certezza per il 2008. E dal momento che per cambiare qualcosa
all'interno di un aggregato di persone hai bisogno di gente nuova, non
sarebbe meglio avere una politica un po' piu' soft con gli ultimi
arrivati? e non mi riferisco al linguaggio usato nei loro confronti,
ne' a creargli un contesto artificiale e ovattatto ma a qualche sorta di
coinvolgimento che gli dia la stessa percezione che avevi te, e quindi
gli stimoli, quando questo gruppo si stava ancora facendo.


Forse (ma forse eh) pecchiamo tutti leggermente in umilta'. E ripeto
FORSE.

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Fai cio' che vuoi, basta che lo fai te.

Unica Legge Galighina