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RAPPORTO SULLA TORTURA IN COLOMBIA 2008



La Coalizione Colombiana Contro la Tortura, integrata da: Asociación
de Familiares de Detenidos Desaparecidos (Asfaddes), Asociación
Minga,Colectivo de Abogados José Alvear Restrepo, Comisión
Colombiana de Juristas, Corporación Avre, Corporación Reiniciar,
Fundación Comité de Solidaridad con Presos Políticos (Fcspp),
Organización Mundial Contra la Tortura (Omct) e Terre des Hommes, ha
dato a conoscenza i dati relativi ai casi di tortura avvenuti nel 2007.
Dal rapporto emerge che nel 90.1 per cento dei casi il responsabile è
lo Stato colombiano: nel 70.4 per cento per azione diretta di agenti e
militari, nel 19.7 per cento per l'uso della strategia paramilitare.

Questi dati evidenziano, insieme a quelli corrispondenti ai massacri,
assassinii, sparizioni forzate, sfollamenti, intimidazioni e minacce, di
come il terrorismo di Stato venga metodologicamente applicato dal regime
colombiano ai danni di un popolo vittima di quello che deve essere
considerato come un vero e proprio genocidio.











LO STATO COLOMBIANO VIOLA LE CONVENZIONI DI GINEVRA



Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) ha manifestato
profonda inquietudine per l'uso indebito del simbolo della Croce
Rossa nell'operazione che portò, lo scorso 2 luglio, alla
liberazione di 15 detenuti in mano alla guerriglia delle FARC. L'uso
di questi simboli è regolamentato dalle Convenzioni di Ginevra e dai
suoi Protocolli Aggiuntivi. Il lavoro umanitario del CICR, come
organizzazione imparziale e neutrale dipende dalla fiducia che le due
parti coinvolte nel conflitto ripongono in questi accordi internazionali
e, di conseguenza, in questi emblemi.

Questa "profonda inquietudine" suona però come un eufemismo
davanti all'evidenza del video trasmesso dalla televisione
colombiana RCN, dove si vede chiaramente un militare indossare una
pettorina con il simbolo della Croce Rossa. A questo indignante, quanto
criminale atteggiamento del governo colombiano, sarebbe dovuta seguire
una energica condanna per quello che è considerato un crimine di
guerra. Fino a quando la cosiddetta "Comunità
Internazionale" continuerà a tollerare queste violazioni?











LA COLOMBIA MANDA TRUPPE IN AFGHANISTAN: PRIMO PAESE LATINOAMERICANO



La Colombia sarà l'unico Paese Latinoamericano a inviare le
proprie truppe in Afghanistan. Parteciperà nell'ambito della
missione della forza internazionale per il mantenimento della pace in
Afghanistan <http://it.wikipedia.org/wiki/Afghanistan> (ISAF) della
NATO. Rafforzerà, con una compagnia formata da un centinaio di
soldati, il contingente di 800 effettivi dell'esercito spagnolo che
opera nella zona di Qal-i-Naw, capitale della provincia di Badghis, al
Nord-Est del Paese. La Spagna offrirà addestramento,
l'infrastruttura e l'equipaggiamento alle truppe di Bogotà
per quello che definisce "un aiuto impagabile".

La Spagna ringrazia e, sulla base di prove inesistenti e montature
mediatiche, perseguita la militante pacifista Remedios Garcia Albert,
colpevole di denunciare le violazioni dei Diritti Umani, i crimini e i
massacri compiuti dal narco-governo di Uribe. Le motoseghe
dell'esercito paramilitare colombiano varcheranno l'Atlantico,
per portare la dottrina della guerra sporca, di cui sono maestri, al
servizio della NATO.











MATEMATICAMENTE IMPOSSIBILE CHE URIBE GODA DELL'84% DEL CONSENSO



Secondo l'inchiesta realizzata dalla società Gallup Colombia
Ltda, il Presidente Álvaro Uribe Vélez godrebbe di un 84% di
popolarità a livello nazionale. La "buona immagine" del
mandatario colombiano, sarebbe balzata ai massimi storici grazie
all'operazione che, lo scorso 2 luglio, portò alla liberazione di
Ingrid Betancourt e di altri 14 detenuti prigionieri delle FARC. Questo
sondaggio è matematicamente falsato, vediamo perché:

la Colombia possiede 44.000.000 di abitanti, di cui 27.000.000 sono il
suo potenziale elettorale. Uribe ha ottenuto, nell'ultima votazione,
7.300.000 voti, mentre l'astensione è stata approssimativamente
del 53,2%. L'84% di 44.000.000 è 36.960.000, ovvero molto
superiore agli abitanti a cui è consentito il diritto a votare.
L'84% dei 27.000.000 colombiani aventi il diritto al voto equivale a
22.680.000, ovvero tre volte tanto i voti riscossi da Uribe. Se
applichiamo questa percentuale alla popolazione elettorale, risulta che
solo il 27% ha votato per il Presidente, mentre se la si applica a tutti
gli abitanti, scende al 16,59%. Se compariamo questi dati con
l'alta percentuale di astensionismo vedremo che l'83,41% della
popolazione colombiana NON si sente rappresentata da Uribe e che il 73%
degli elettori NON ha votato per Uribe e non condivide le sue politiche.
La matematica non è un'opinione!











IL PCC DENUNCIA ENNESIMO CRIMINE CONTRO PROPRI DIRIGENTI IN ARAUCA



La Direzione Esecutiva del Partito Comunista Colombiano, denuncia il
vile assassinio del dirigente regionale del Dipartimento di Arauca Luis
Mayusa Prada. Riconosciuto militante della scomparsa Unión
Patriótica (UP) e dirigente del Partito Comunista nella Regione, si
contraddistinse come leader sindacale nel Dipartimento del Meta, dove
ricoprì importanti cariche di responsabilità nella CUT (Central
Unitaria de Trabajadores de Colombia) e da dove fu obbligato a fuggire
per le ripetute minacce di morte ricevute. Integrava la Direzione
Regionale del Polo Democratico Alternativo nella regione araucana.

Con la morte di Luis Mayusa salgono a trenta i sindacalisti assassinati
nel corso del 2008. Questa sistematica mattanza vede come unico imputato
il terrorismo di Stato, che imperterrito continua a mietere,
metodicamente, nuove vittime tra file di coloro che rivendicano i
diritti dei lavoratori, che denunciano le violazioni dei Diritti Umani
perpetrati da un governo paramilitarizzato, criminale ed illegittimo, e
che lottano per la costruzione di una Nuova Colombia.











RIFORME COSTITUZIONALI PROPOSTE DAL GOVERNO MINACCIANO INCHIESTE SULLA
"PARAPOLITICA"



Secondo quanto denuncia l'ONG che si occupa della difesa dei Diritti
Umani, Human Rigths Watch, la proposta di riforma costituzionale
presentata dal Presidente Uribe, favorirebbe quei Congressisti che
collaborarono con gli squadroni della morte, nei procedimenti in corso.
Questa riforma sottrarrebbe alla Corte Suprema la competenza esclusiva
nel processare congressisti in carica, per trasferirla ai tribunali
locali. Il testo non chiarisce a quale organismo spetterebbero le
investigazioni; se ai pubblici ministeri della Procura Generale della
Nazione o se ai giudici del tribunale di Bogotà. "Questa proposta
non ha altro proposito che quello di aiutare i membri della coalizione
che appoggia Uribe a liberarsi dalla Giustizia", ha dichiarato
José Miguel Vivanco, direttore della Divisione delle Americhe di HRW.

Occorre evidenziare di come il 20% dei membri Congresso colombiano siano
inquisiti per paramilitarismo; oltre 60 siano i congressisti indagati e
la metà si trovino agli arresti. Tra i nomi di questi ultimi spiccano
quelli di Mario Uribe, cugino del Presidente (che tentò la fuga dal
Paese), e Carlos García, presidente del partito uribista della
"U". Questa riforma dovrà essere approvata dal Congresso
colombiano, ma vista la paramilitarizzazione dello stesso, non
incontrerà grandi attriti. Esautorare la Corte Suprema dalle indagini
sulla parapolitica, rappresenterebbe un ulteriore passo in avanti sul
terreno dell'impunità, a beneficio dei compari di cosca di Uribe.











ALTI DIRIGENTI CANADESI RIPUDIANO IL TRATTATO DI LIBERO COMMERCIO CON LA
COLOMBIA



Quattro dei principali leader sindacali, che rappresentano oltre un
milione di lavoratori del settore pubblico canadese, hanno manifestato
la propria contrarietà riguardo la disposizione del Canada a firmare
un trattato di libero commercio con la Colombia. La decisione, presa
dopo una recente visita nel Paese latinoamericano, si basa sulla
constatazione delle continue violazioni dei Diritti Umani che stanno
subendo i sindacalisti colombiani, sul fatto che non esista un marco
giuridico che garantisca pieni diritti ad una contrattazione collettiva
e che ai lavoratori pubblici venga negata la possibilità di negoziare
i propri diritti. La Commissione responsabile per gli Affari e Relazioni
Esteri già si pronunciò a suo tempo, nel Parlamento canadese,
contro la firma di questo trattato fin tanto che il governo colombiano
non abbia dato piene garanzie in materia di Diritti Umani e sindacali.

La Colombia rappresenta oggigiorno il Paese più pericoloso al mondo
per l'attività sindacale. Dall'inizio dell'anno sono 30 i
sindacalisti assassinati e il tragico bilancio è destinato a salire.
L'annientamento dell'opposizione sociale e politica, attraverso
la guerra sporca, è sempre stata la strategia impiegata dal governo
come risposta alle giuste rivendicazioni popolari. Il TLC porterebbe
beneficio solo alle grandi compagnie multinazionali e ai grandi
investitori stranieri, oltre che ai politicanti colombiani collusi con
il paramilitarismo.