Lähettäjä: ugo Päiväys: Vastaanottaja: aderentiretecontrog8, forumgenova Aihe: [NuovoLab] cassazione . "Non è stato un crimine di guerra "
«Niente processo. Mario Lozano eseguiva gli ordini»
Sara Menafra
Mario Lozano agiva «nell'esercizio delle funzioni di guardia e di controllo a
un posto di blocco» quando, il 4 marzo 2004 a Baghdad, aprì il fuoco contro la
vettura italiana che riportava a casa la nostra Giuliana Sgrena, uccidendo sul
colpo il dirigente del Sismi Nicola Calipari.
Lo pensa e lo scrive la prima sezione penale della corte di Cassazione che il
19 giugno scorso ha deciso che l'Italia non può processare lo specialista
americano e che ieri ha depositato le motivazioni di quella decisione. Ventuno
pagine in tutto, in cui si spiega che sono gli Stati uniti gli unici a poter
giudicare il soldato americano, perché protetto da «immunità funzionale»:
«Ritiene questa corte - si legge a pagina 11 - che il fondamento del primato
esclusivo della giurisdizione "attiva" degli Usa debba rinvenirsi nel principio
consuetudinario di diritto internazionale che sancisce la "immunità funzionale"
(ratione materiae), dalla giurisdizione interna dello stato straniero, nella
specie quello italiano, dell'individuo-organo il quale, come l'imputato Lozano
abbia agito iure imperii nell'esercizio delle funzioni di guardia e di
controllo ad un posto di blocco».
L'«immunità» di Lozano sarebbe frutto di un «principio di fonte internazionale
consuetudinaria», a detta della Corte, universalmente accettato «dalla
prevalente dottrina e dalle prassi giurisprudenziali, nazionali e
internazionali e recepito nell'ordinamento giuridico italiano».
Una eccezione a questo principio c'è, scrive la Cassazione - consigliere
estensore Giovanni Canzio, presidente Paolo Bardovagni - ed è nei «crimini di
guerra» o in quelli «contro l'umanità». I crimini nazifascisti, dalla sentenza
della corte suprema israeliana su Eichmann a quella italiana su Sant'Anna di
Stazzema. O, per parlare di Iraq, l'attacco italiano a Nassiriya, «l'uso delle
armi da parte di militari italiani di stanza in Iraq contro un'ambulanza
irachena e il personale addetto» e pure la sparatoria all'hotel «Palestine» di
Baghdad, «l'attacco intenzionale e indiscriminato da parte di un carro armato
statunitense contro l'hotel Palestine a Baghdad, ove erano notoriamente
alloggiati giornalisti della stampa internazionale, con la conseguente
uccisione di un giornalista spagnolo Josè Manuel Couso».
Non il caso Calipari, però. «Nonostante l'indubbia tragicità degli eventi
lesivi in danno di persone estranee al conflitto armato iracheno» e anche a
prescindere da «ogni valutazione di merito», o dalla effettiva necessità
militare e alla proporzionalità dell'attacco» o dalla eventuale «corretta
osservanza degli ordini e delle regole di ingaggio». L'omicidio di Calipari e
il ferimento di Giuliana e dell'agente Andrea Carpani sono un unico fatto
«isolato ed individuale» e non un crimine di guerra. Non importa se gli Stati
uniti non hanno processato il soldato Mario Lozano. L'Italia non può farlo. Né
ora né mai.
fonte "il manifesto2 del 25/08/08
ub
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Non potendo rafforzare la giustizia si è giustificata la forza B. Pascal
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