Comunicato stampa 184/08
del 22 luglio 2008
alla cortese attenzione
delle testate stampa e organi d’informazione
Oggetto: Don Andrea Gallo si limiti ai testi sacri. Se legge Gramsci,
esce non solo dal seminato ma pure dal seminario. Nota di rammarico di
Franco Maccari all’Arcivescovo di Genova
“Avevamo sentito molte scemenze e distorsioni
in merito al G8 ed assistito al tentativo politico partitico di
beatificare Carlo Giuliani - scrive oggi Franco Maccari, Segretario
Generale del Coisp, in una nota di rammarico indirizzata
all’Arcivescovo di Genova, Cardinale Angelo Bagnasco - ma questa è la
prima volta che ascoltiamo pericolose stupidaggini uscire dalla bocca
di un prelato.”
«Carlo è stato un partigiano della pace» ha
detto don Andrea Gallo, intervenuto in piazza Alimonda a Genova. «Carlo
può essere considerato un partigiano dei nostri giorni. Gramsci lo
scriveva nel 1917 nell’articolo “Democrazia è partecipazione”, dove
diceva di odiare l’indifferenza, “vivo perché sono partigiano”. Gramsci
non immaginava mai più quale significato avrebbe assunto questo termine
per la Resistenza. Carlo è partigiano perché ha scelto da che parte
stare. E quindi questo significa essere partigiano. L’unica gravità
dell’Italia in questo momento sono gli indifferenti. Quindi Carlo è un
partigiano, cioè sceglie la sua parte, e più passano gli anni, più ci
si accorge che era la parte giusta, contro la violenza, e sempre,
ancora una volta, per difendere e ricostruire, perché ogni tanto, a
cicli, la società degli uomini dimentica i concetti della democrazia,
delle tradizioni civili e culturali e allora si va verso un terreno
melmoso. Quindi, lo ripeto, per me Carlo è “partigiano della pace”,
perché sceglie la pace e non la guerra».
“Questo ignobile pateracchio
filosofico/storico pseudointellettuale - continua Maccari - ha
dell’incredibile e si commenta da solo. Nemmeno Bertinotti avrebbe
osato mischiare nel calderone i fatti di Genova, i partigiani, Gramsci,
la resistenza, la pace. Se don Andrea Gallo fosse andato ad Assisi a
parlare in questo modo di pace, lo avrebbero pacificamente preso a
calci nel sedere. A Genova, come al solito, è un’altra cosa, si può
mistificare tutto. Gramsci ha vissuto perchè partigiano, perché ha
scelto una parte, ma non ha mai scritto che la propria parte doveva
essere imposta con la sopraffazione e la violenza. Oppure don Gallo
intende aggiungerne capitoli propri?” “Secondo don Gallo la parte
giusta scelta da Giuliani sarebbe quella contro la violenza - prosegue
Maccari - infatti tutti ben sappiamo che gli estintori sono strumenti
di pace e questo punto non desideriamo sapere cosa rappresenti per lui
il crocifisso; peccato per don Gallo che l’estintore impugnato da
Giuliani non avesse la scritta “In hoc signo vinces”, con santa
benedizione dello stesso prelato. Non parli don Gallo della democrazia,
dimostra di non saperne nulla. Democrazia è poter esprimere il proprio
pensiero con strumenti civili e democraticamente condivisi. Mettere a
farro e a fuoco una città e assalire le Forze dell’Ordine non ci sembra
proprio essere democratici, partigiani della pace e simboli della
nonviolenza. Che ne parli poi in questi termini un prete, la cui
missione è essere portatore di pace, diventa un paradosso, un grave
atto pubblico diseducativo per i giovani sia a livello civile che
religioso. Se Giuliani era un “partigiano per la pace”, sarebbe
interessante sapere che ci faceva in piazza con estintore e
passamontagna. Ma forse a don Gallo questo nessuno l’ha detto e lui a
quei tempi era in una missione in Mozambico e non ha visto la
devastazione dei “partigiani per la pace”.”
Invieremo a don Gallo la foto di Giuliani mentre getta
l’estintore contro i carabinieri: lo riponga nel portafogli come
santino a protezione imperitura contro ulteriori letture, pensieri e
parole.
http://www.wikio.it/article/65116766
--
Carlo
Forum Per La Sinistra Europea - Genova
http://versose.altervista.org/
Coordinamento Genovese contro l'Alta Velocità
http://notavgenova.altervista.org/
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