http://www.agi.it/ultime-notizie-page/200807161955-cro-rom1172-art.html
G8: DIAZ, PM, FU UNA SPEDIZIONE PUNITIVA
(AGI) - Genova, 16 lug. - "Gli imputati del VII nucleo sperimentale e al Reparto Mobile di Roma sono da considerarsi responsabili delle azioni lesive ai danni degli occupanti scuola. Responsabilita' che e' a titolo concorso ed e' sostenibile dalle modalita' dell'azione. Tutti gli appartenenti a quel nucleo, che fu il primo ad entrare alla Diaz, hanno constatato l'assenza di resistenza al momento dell'ingresso e, al contrario, anche la violenza ingiustificata da parte di poliziotti del loro reparto e a di altri". Lo ha dichiarato il pubblico ministero Francesco Cardona Albini che stamane ha proseguito la requisitoria, giunta alla quarta udienza, nel processo per la sanguinosa irruzione allla scuola Diaz durante il G8 del 2001 a Genova. In particolare, il magistrato ha illustrato "i criteri utilizzati dalla pubblica accusa per determinare l'accertamento delle accuse di lesioni a carico di Francesco Canterini, all'epoca dei fatti capo del Reparto Mobile di Roma e del VII nucleo sperimentale, del suo vice Michelangelo Fournier, dell'ispettore Basili - istrutture del nucleo con funzioni di riferimento e qualifica tali da ritenerlo rappresentativo nell'ambito della catena di comando con la responsabilita' di 70 uomini del VII nucleo sperimentale e con la possibilita' intervenire con funzioni direttive - e degli 8 capisquadra". "Si e' trattato di una spedizione punitiva - ha ribadito Cardona Albini - con i relativi ordini per occupare la scuola: in questo senso vanno gli indizi di omogeneita' nel comportamento degli agenti, indipendente dal reparto di appartenenza, la presenza di funzionari dirigenti e di una catena di comando anche superiore a queste figure".
http://www.agi.it/genova/notizie/200807161954-cro-r012792-art.html
G8: DIAZ, PM, DA NUCLEO-CANTERINI FOURNIER SPEDIZIONE PUNITIVA (2)
(AGI) - Genova, 16 lug. - Pur in assenza di risultanze che consentano di imputare la provenienza dell'ordine di irruzione e di singoli atti di violenza, "l'individuazione di comportamenti penalmente rilevanti a carico di chi aveva ruoli di comando e' passata da evidenze probatorie - ha spiegato il magistrato - che evidenziano un'azione collettiva, caratterizzata da un intento comune, testimoniato dalle grida di battaglia al momento dell'ingresso che preannunciavano il comportamento poi posto in essere, dalla presenza di insulti e minacce da parte dei poliziotti ripetuti a tutti i piani.
Comportamenti che danno il senso della carica di aggressivita' e che confermano l'ipotesi della spedizione punitiva". Secondo le testimonianze delle parti offese, la condotta dei poliziotti era caratterizzata da una "forte aggressivita' e da gesti ripetuti che vanno oltre l'esigenza operativa della messa in sicurezza dell'edificio". "La decisione di focalizzare l'attenzione su vertici dei nuclei che sono intervenuti - ha spiegato Cardona Albini - deriva dall'esistenza di un anonimato generale dei singoli poliziotti che impediva di localizzarli all'interno dell'edificio e quindi di attribuire specifiche azioni di violenza nei confronti delle persone offese.
Nonostante l'eterogeneita' dei reparti che hanno partecipato a questa operazione e l'impossibilita' di stabilire chi fossero i poliziotti dei reparti intervenuti, esiste tuttavia un elemento di collegamento non trascurabile, costituito dall'impianto audio-fonico che consentiva contatto tra i caposquadra e gli appartenenti alle singole squadre, strumento che era in dotazione sperimentale ma che connotava il profilo organizzativo del reparto. Le indicazioni di violenze perpetrate da persone in borghese non consente di stabilire l'appartenenza a singoli reparti ne' ad uno stesso reparto, ma le condotte lesive da parte di persone del Reparto Mobile e del VII nucleo sperimentale sono riferibili solo a questo reparto e attribuibili alla linea di comando del reparto stesso. Del VII nucleo hanno testimoniato solo il comandante e il vice e non singoli appartenenti. In fase di indagine, e' mancato infatti il riscontro tra gli elenchi dei partecipanti all'operazione forniti poi dalla Questura e situazioni specifiche: alcuni tra i poliziotti indicati erano in malattia, altri erano autisti.
Non si poteva quindi avere certezza di quanti parteciparono all'operazione". (AGI) Cli/Ge/Rus (Segue)
http://www.agi.it/genova/notizie/200807161954-cro-r012793-art.html
G8: DIAZ, PM, DA NUCLEO-CANTERINI FOURNIER SPEDIZIONE PUNITIVA (3)
(AGI) - Genova, 16 lug. - Il pm ha quindi contestato i racconti degli 8 capisquadra del VII nucleo che intervennero nell'operazione Diaz, "connotati tutti dalla conformita' a quanto elaborato nella relazione di servizio di Fournier e dall'affermazione che, al momento dell'ingresso del VII nucleo, fossero gia' presenti nella scuola operatori di altri reparti, responsabili quindi dell'operazione di messa in sicurezza dell'edificio". "Su tutte - ha sottolineato Cardona Albini - spicca la vicenda riferita da Fournier, che, alla fine della sua versione, scegli di adeguarsi alle versioni dei capisquadra e riferisce che erano in corso pestaggi - prima omessi - ma che erano messi in opera da altri, non dal suo reparto". Secondo l'accusa, invece, gli eventi hanno provato che "il VII nucleo non viene scalzato da altri, nella Diaz ci sono sempre appartenenti al VII nucleo. Ciascuno degli appartenenti al nucleo si e' trovato nei luoghi e nelle situazioni che risultano interessate da condotte lesive ed e' impossibile non abbiano concorso a provocarle, o direttamente o non impedendo che venissero poste in essere. Al contrario, gli appartenenti al VII nucleo dicono che c'era qualcuno prima di loro: se possiamo considerarlo un alibi, l'alibi e' fallito. Il VII nucleo ha una sorta di ubiquita' in tutti luoghi in cui furono commesse lesioni. In piu', Fournier riferisce del suo intento finale di interrompere questa condotta con l'urlo di "basta basta" e con il gesto di togliersi il casco, confermato anche da altri testimoni. Il "basta basta" di Fournier (come il tentativo di aiutare i feriti da parte dei capisquadra) e' un tentativo di cessare le violenze alle quali si e' partecipato ed e' un tentativo tardivo rispetto agli esiti delle condotte di violenza. Era troppo per tutti e qualcuno alla fine per fortuna e' stato risparmiato". In merito poi all'utilizzo del manganello, Cardona Albini ha ribadito che venne usato al contrario provocando lesioni gravi e fratture, circostanza confermata anche dalle testimonianze delle parti offese e dagli accertamenti dei carabilieri del Ris che hanno rinvenuto tracce di sangue sull'impugnatura di uno di questi 'tonfa'. "La partecipazione di altri reparti - ha aggiunto il pm - non elide il contributo causale degli appartenenti al VII nucleo che hanno preso possesso dell'edificio con un comportamento militare in 5 minuti, come hanno detto tutti. L'intervento di Fournier - ha ribadito il magistrato - e' tardivo e non e' espressione di una dissociazione e dell'impedimento degli abusi in corso. Alla contestazione in termini di concorso si e' aggiunta condotta omissiva: ciascun imputato era in posizione di garanzia rispetto a condotte poste in essere da reparto e aveva l'obbligo di vigilare su comportamento appartenenti al reparto stesso. Si tratta di un contesto operativo in cui sono tutti insieme e tutti insieme caricano, entrano e mettono in sicurezza edificio. Questo e' il quadro complessivo che riguarda le responsabilita' degli imputati chiamati a rispondere a titolo concorso". "L'operazione - ha concluso il magistrato - e' cessata per l'intervento di personalita' politiche del Genoa Social Forum e per l'incapacita' gestirla rispetto a situazione che si stava delineando, in mancanza di presupposti che la legittimassero'. (AGI)
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Carlo
Forum Per La Sinistra Europea - Genova
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Coordinamento Genovese contro l'Alta Velocità
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