Fare politica comunista impiegando la tecnica del processo di rottura come stanno facendo vittoriosamente i compagni della carovana del (nuovo) P.C.I. come facevano i compagni del Partito comunista quando questo era Comunista.
Sfruttare le contraddizioni in seno alla borghesia per rilanciare un nuovo forte movimento comunista in Italia che punti alla realizzazione di una società socialista mobilitando tutte le forze sinceramente comuniste, antimperialiste, democratiche e rivoluzionarie che si mettono alla testa delle lotte delle masse popolari Italiane ( Val di susa, Vicenza, Napoli, scanzano, Brindisi, San Foca Lecce, ecc, ecc,) dove si è sviluppata la lotta contro i processi di devastazione ambientale, la difesa dei diritti dei migranti e le lotte per la difesa delle conquiste che le masse popolari Italiane hanno conquistato durante gli anni 40/ 50/ 60/ 70. del secolo scorso. IL documento politico qui sotto è esemplare delle tecniche che bisogna adottare per la ricostruzione di un nuovo movimento popolare comunista e rivoluzionario. Rosario.
(nuovo)Partito comunista italiano
Commissione Provvisoria del Comitato Centrale
Sito: http://lavoce-npci.samizdat.net
e.mail: lavocenpci40@???
Delegazione
BP3 4, rue Lénine 93451 L'Île St Denis (Francia)
e.mail: delegazionecpnpci@???
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Comunicato 4 luglio 2008
Festeggiamo la vittoria raggiunta nell'Ottavo Procedimento Giudiziario lanciato dalle Autorità Italiane contro la "carovana" del (n)PCI!
Avanti con forza nella campagna di propaganda del socialismo e nella campagna di organizzazione!
Raccogliamo i frutti della campagna elettorale di aprile e della campagna condotta contro l'OPG!
Prepariamoci a respingere i prossimi attacchi!
Approfittiamo delle condizioni favorevoli conquistate con la vittoria del 1° luglio per rafforzare la struttura clandestina del (n)PCI e per espandere la lotta per instaurare il socialismo!
Grazie alla resistenza che i compagni della "carovana" hanno opposto alla repressione e grazie alla solidarietà che con la nostra resistenza e con tutta la nostra attività politica abbiamo raccolto tra le masse popolari, l'Ottavo Procedimento Giudiziario contro la "carovana" del (n)PCI iniziato cinque anni fa è naufragato. Anche se Giovagnoli non si rassegnerà e, anziché concentrarsi tutto sul Nono Procedimento Giudiziario che ha già aperto, ricorrerà in appello, con la sentenza di non rinvio a giudizio del 1° luglio le Autorità Italiane hanno fatto un passo indietro! Come lo avevano dovuto fare le Autorità Francesi quando con l'ordinanza del 16 ottobre 2006 hanno lasciato cadere la stessa accusa che ci avevamo mosso tre anni prima su istigazione e per conto delle Autorità Italiane. La Repubblica Francese ha trovato troppo oneroso e controproducente mantenere il suo impegno. La Repubblica Pontificia a sua volta non ha ancora messo a punto un apparato legislativo e giudiziario adeguato a mettere fuori legge il Partito comunista. Le contraddizioni nel campo della borghesia imperialista sono troppo acute perché riesca ad adeguarlo. Le contraddizioni tra la borghesia e le masse popolari si vanno ogni giorno più acuendo e la borghesia deve stare attenta a ogni mossa che fa. Con il crollo della sinistra borghese la borghesia si è liberata di un sassolino fastidioso in casa propria ma ha perso un suo agente tra le masse popolari. Le masse popolari restano il "tallone d'Achille" della Repubblica Pontificia. Il Partito comunista va sempre più rafforzando il proprio legame con le masse popolari. Qui è la riserva senza fine della nostra forza. Ma questa riserva non entrerebbe in gioco se il Partito non avesse una linea giusta e non la rendesse, ogni giorno più, carne e sangue nel concreto della lotta di classe, grazie alla concezione materialista dialettica che guida le sue file e al crescente spirito di lotta che le anima. Senza la resistenza dei compagni della carovana e in primo luogo del Partito dei CARC e dell'ASP, la solidarietà delle masse popolari non sarebbe entrata in gioco. Senza la solidarietà delle masse popolari, di tutti gli organismi, dal SLL a Proletari Comunisti, e delle singole persone che in mille modi hanno contribuito alla battaglia contro l'OPG, la resistenza dei compagni non sarebbe stata altrettanto efficace. Ecco la dialettica avanguardia comunista - masse popolari che fa avanzare la Guerra Popolare Rivoluzionaria di Lunga Durata che farà dell'Italia un nuovo paese socialista, nell'ambito della seconda ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo. Questa è la trama principale degli avvenimenti e delle forze in campo. Ad essa dobbiamo fare riferimento costantemente per affrontare in modo giusto le nostre difficoltà, superare i nostri limiti, correggere i nostri errori, trovare soluzioni efficaci a ogni problema, trasformare i nostri punti deboli in punti forti ed avanzare nella mobilitazione, nella politica da fronte e nell'unità delle forze rivoluzionarie. La borghesia non ha futuro. Il clero non ha futuro. La Repubblica Pontificia non ha futuro. L'imperialismo USA e i gruppi sionisti d'Israele non hanno futuro. È sotto gli occhi di tutti quello che Ratzinger, Berlusconi e Bossi hanno da offrire alle masse popolari. Quello che avevano da offrire Prodi, D'Alema, Bertinotti, Epifani e Veltroni lo abbiamo tutti visto. L'imperialismo americano è al tramonto e i suoi satelliti e concorrenti europei e degli altri continenti lo seguono. Per quanto grandi siano ancora la loro potenza, la loro arroganza e le sofferenze che infliggono alle masse popolari in ogni angolo del mondo, per quanto estendano le loro aggressioni e i loro massacri, dall'Afghanistan alla Colombia, dalle Filippine allo Zimbabwe. Perché non c'è futuro per l'umanità nell'ambito della loro dominazione. Non hanno più nulla di positivo da offrire all'umanità. Il comunismo è il futuro dell'umanità e come un faro guida la lotta delle masse popolari di tutto il mondo: dal Nepal agli altri paesi dove la Guerra Popolare Rivoluzionaria è in avanzata fase di sviluppo. Guida anche il lavoro che noi facciamo qui in Italia su un numero crescente di fronti per mobilitare le masse popolari nella lotta che esse hanno bisogno di condurre per uscire dal marasma economico, politico, sociale, intellettuale, morale e ambientale in cui la borghesia li ha condotti e cerca ogni giorno di più di sprofondarle. La nostra strada è ancora lunga, ma è chiara ed è l'unica strada che ci porterà fuori dal pantano in cui la borghesia ha trascinato il nostro paese assieme al resto dell'umanità. I procedimenti giudiziari a ripetizione con cui le Autorità Italiane di ogni colore da più di vent'anni cercano di intimidirci e soffocarci, hanno rafforzato il Partito, grazie al suo giusto orientamento. Altri procedimenti giudiziari, altre manovre intimidatorie e operazioni persecutorie seguiranno e anzi si aggraveranno. Noi diciamo e dobbiamo dire la verità. Oggi festeggiamo una vittoria, ma altre battaglie ci attendono. Un'ondata di misure repressive dilaga in Italia e nell'Unione Europea. La borghesia e il clero stanno freneticamente promuovendo la mobilitazione reazionaria delle masse popolari. Non mostrano altra via d'uscita dalle sofferenze che il loro sistema infligge, altro rimedio alla speculazione, al carovita e alla precarietà, che scagliarsi contro gli immigrati e contro quanti altri non si rassegnano, che intensificare la partecipazione alla loro "guerra infinita al terrorismo". Cercano di dividere i popoli e le classi oppresse, per metterli l'uno contro l'altro. Discorsi ipocriti e untuosi, spedizioni squadristiche, operazioni di polizia e "interventi umanitari": questo è il loro arsenale. La borghesia e il clero colpiscono chi non si rassegna, colpiscono in particolare chi è centro promotore della resistenza delle masse popolari. È ovvio che le Autorità si accaniscono contro il Partito comunista, contro la "carovana" delle organizzazioni e degli individui in qualche modo ad esso contigui. Dobbiamo quindi rafforzare le nostre file e prepararci a maggiori battaglie, fino alla vittoria. Per questo la campagna di propaganda del socialismo e la raccolta organizzativa delle forze è la nostra parola d'ordine in questo periodo. È possibile sviluppare le lotte rivendicative su larga scala e conseguire in una certa misura vittorie con esse solo nell'ambito della lotta per instaurare il socialismo. Lottare per instaurare il socialismo non è una pia aspirazione e una dichiarazione di fede. È un'attività concreta. Negli anni scorsi la sua concretezza è consistita nel definire contro la deformazione dei revisionisti moderni e la denigrazione della borghesia e del clero in cosa consisteva il socialismo; nel rivendicare e valorizzare l'esperienza dei primi paesi socialisti che sono stati l'aurora turbinosa del futuro dell'umanità; nel comprendere perché il movimento comunista non era riuscito a instaurare il socialismo nei paesi più avanzati, nei paesi più maturi per il socialismo, nei paesi imperialisti; nel definire quale strategia i comunisti dovevano seguire e quale partito dovevano costruire. Ora questo lavoro a grandi linee è compiuto. La pubblicazione del Manifesto Programma del (n)PCI ha segnato il compimento di questa fase del lavoro concreto per instaurare il socialismo. Dire di essere favorevole all'instaurazione del socialismo e non essersi occupati negli anni scorsi di questi compiti era essere ingenui o imbroglioni, fare i furbi, credersi furbi ma in realtà perdere tempo. Oggi e nel periodo che ci sta immediatamente davanti, essere favorevoli all'instaurazione del socialismo concretamente vuole dire lottare, sulla base dei punti fermi stabiliti nella fase che ci sta alle spalle, per conquistare all'instaurazione del socialismo gli operai avanzati e gli elementi avanzati delle altre classi. Quindi consiste nel costruire nuovi Comitati di Partito clandestini, nell'elevare il livello del lavoro di quelli che già si sono formati, nel rafforzare la struttura centrale clandestina del Partito, nell'organizzare capillarmente la resistenza delle masse popolari su ogni fronte, nel convogliare le mille forme e iniziative della resistenza nel fiume della lotta per instaurare il socialismo. Senza questo tutti gli altri propositi sono velleità o imbrogli. Con questo, tutte le azioni e le idee di resistenza acquistano invece senso e diventano utili. La fedeltà del Partito all'adempimento di questi compiti è il motivo delle nostre vittorie. È anche il motivo della persecuzione che ha colpito e che colpirà il Partito, quale che sia il volto del Giovagnoli di turno, delle tristi figure che assumono in prima persona il ruolo del Torquemada di turno. La lotta contro la repressione, la resistenza alla repressione e la solidarietà con gli organismi e i singoli colpiti dalla repressione sono componenti indispensabili del movimento per fare dell'Italia un nuovo paese socialista!
Con un giusto orientamenti e una giusta linea, ogni vittoria diventa possibile!
Uniamoci sempre più profondamente ai popoli che da un capo all'altro del mondo resistono alla guerra di sterminio non dichiarata perpetrata dalla borghesia imperialista e dalle altre forze reazionarie!
La lotta per fare dell'Italia un nuovo paese socialista è il contesto necessario perché crescano su grande scala la coscienza politica e l'organizzazione delle masse popolari italiane autoctone e immigrate e si sviluppino con forza e con successo la loro lotta per la difesa e l'ampliamento delle conquiste e per un lavoro dignitoso e sicuro per tutti, la loro resistenza al procedere della crisi, la loro lotta contro il carovita, contro gli speculatori e contro la Corte Pontificia e le altre Autorità che li sostengono, contro lo squadrismo fascista e razzista e contro le Organizzazioni Criminali, per la civiltà e il benessere!
Che i lavoratori, le donne, i giovani più avanzati si arruolino nelle fila del Partito comunista, degli organismi della resistenza e delle organizzazioni di massa e contribuiscano alla rinascita del movimento comunista!
Rafforzare la struttura clandestina centrale del (nuovo)Partito comunista italiano, moltiplicare il numero dei Comitati di Partito clandestini e migliorare il loro funzionamento, sviluppare il lavoro sui quattro fronti indicati dal Piano Generale di Lavoro!
Costruire in ogni azienda, in ogni zona d'abitazione, in ogni organizzazione di massa un comitato clandestino del (n)PCI!
Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)
Via Tanaro, 7 - 20128 Milano - Tel/Fax 02-26306454
e-mail: resistenza@??? - sito:
www.carc.it
Direzione Nazionale
Comunicato DN del 15.07.2008
Chi paga le spese per i cinque anni di inchiesta per "associazione sovversiva" condotta dal giudice Paolo Giovagnoli?
Il 1° luglio il GUP Rita Zaccariello ha decretato il non luogo a procedere per l'Ottavo Procedimento Giudiziario (OPG) per "associazione sovversiva" (270 bis) portato avanti per cinque anni dal giudice Paolo Giovagnoli della procura di Bologna a carico del (n)PCI, del P-CARC e dell'ASP.
Questa è una grande vittoria frutto della battaglia che abbiamo condotto in questi anni, della nostra resistenza e della solidarietà ricevuta da più di 7.000 lavoratori, disoccupati, studenti, pensionati, casalinghe, immigrati, sindacalisti e sinceri democratici.
Adesso però chi paga le spese per i cinque anni di inchiesta condotta dal novello Torquemada? Chi paga per i soprusi e i danni materiali (sequestro di attrezzature, documenti, furto di somme sequestrate, danneggiamenti ad autoveicoli per inserire sistemi di controllo, ecc.) che abbiamo subito noi, i nostri familiari e le decine di persone che sono state coinvolte in indagini, pedinamenti, provocazioni varie?
Il giudice Giovagnoli per cinque anni ha utilizzato i fondi pubblici senza porsi limiti, senza che nessuno osasse chiedere conto dello spreco di decine di milioni di euro dell'erario: decine di perquisizioni, intercettazioni telefoniche e ambientali, microspie, sbobinature e trascrizione delle intercettazioni, pedinamenti, appostamenti, stipendi per le spie (Foglia e Cancello), utilizzo di varie "ditte esterne di sicurezza e controllo", finanziamento dell'attività del Gruppo bilaterale italo-francese sul terrorismo e le minacce gravi, spese per il trasporto da Napoli a Bologna della documentazione raccolta dal giudice Stefania Castaldi della Procura di Napoli nel suo Settimo Procedimento Giudiziario a carico della "carovana" del (n)PCI (è stato necessario un camion per il trasporto. che poi è stato rinviato al mittente dal Giovagnoli perché il materiale era messo in modo disordinato, quindi c'è stato poi un altro viaggio del camion da Napoli a Bologna), stipendi e spese di trasferta per i poliziotti italiani che hanno operato in Francia contro il (n)PCI, spese per il trasporto dalla Francia in Italia del materiale sequestrato in casa di Giuseppe Maj il 23 giugno 2003, traduzione dal francese all'italiano delle intercettazioni telefoniche fatte in Francia e dei documenti in lingua sequestrati, parcelle salate per consulenze varie (scrittura, vocali, ecc.) oltre agli stipendi per i topi d'archivio utilizzati per ordinare tutte queste informazioni raccolte e contribuire alla realizzazione del dossier.
Per cercare di rendere l'idea delle proporzioni esorbitanti e dello spreco di risorse pubbliche fatto dal Giovagnoli, facciamo un esempio: dal dossier emerge che per fare intercettazioni ambientali, telefoniche e realizzare il controllo GPS su uno dei compagni inquisiti, in un solo anno sono stati spesi dal Giovagnoli ben 89.000 euro (172 milioni di vecchie lire!). Se teniamo conto che in questa inchiesta sono "seguiti" con particolare attenzione dal novello Torquemada almeno venti compagni (e arrotondiamo per difetto, in realtà le persone in vario modo coinvolte sono alcune centinaia) e questo controllo è durato per cinque anni, ebbene ci troviamo davanti alla cifra di 8.900.000 euro (89.000 euro x 20 compagni x 5 anni - quindi 17 miliardi di vecchie lire)!!! E siamo solo alle intercettazioni!!! In questo calcolo non sono comprese tutte le altre attività su citate!!! Quanto costano gli appostamenti, i pedinamenti che in alcuni casi richiedono la mobilitazione da 10 a 20 segugi al giorno? Quindi si può tranquillamente parlare di centinaia di milioni di euro che il novello Torquemada e i suoi mandanti hanno tranquillamente utilizzato per un'operazione politica in un periodo che per le masse popolari e per i servizi pubblici si chiedono solo sacrifici e riduzione delle spese.
Queste "spese" sono state fatte utilizzando i soldi dei "contribuenti". Chi è che adesso le rimborsa? Verranno forse sottratte dallo stipendio del giudice Giovagnoli? Oppure chi utilizza i soldi dei contribuenti per motivi risultanti poi inconsistenti, la passa liscia? E poi ci dicono in tutte le salse che non ci sono i soldi per la sanità pubblica, per l'istruzione laica, per condizioni di vita dignitose, per dar lavoro e casa a tutti. dando la colpa allo "scarso senso civico" dei lavoratori che non accettano di pagare più tasse e di rinunciare a quel che resta dei diritti conquistati con dure lotte!!!
In effetti è vero che i soldi non bastano per la sanità pubblica, per la scuola laica e per permettere alle masse popolari condizioni di vita dignitose: se teniamo conto di tutte le inchieste e i controlli condotti in Italia contro i comunisti, gli antimperialisti, le avanguardie di lotta, i sindacalisti combattivi, i comitati di lotta e i sinceri democratici e se a queste spese uniamo i costi delle forze dell'ordine impiegate nelle manifestazioni e nei pestaggi e i finanziamenti per le "missioni di pace", ebbene ci troviamo davanti a cifre che sfiorano la metà della finanziaria!!!
Speriamo che il novello giustiziere della lotta agli sprechi nella pubblica amministrazione, il ministro Brunetta, metta il naso anche in questo colossale spreco di denari pubblici.
Lo sviluppo della repressione nei confronti delle avanguardie di lotta oltre a sferrare durissimi colpi ai diritti politici conquistati con la Resistenza, intacca in modo significativo anche le condizioni di vita delle masse popolari perché sottrae risorse economiche da campi e investimenti inerenti il benessere delle masse popolari (ospedali, scuole, case, occupazione, ecc).
E' per questo che diciamo che il novello Torquemada e i suoi mandanti devono pagare e restituire fino all'ultimo centesimo delle spese fatte nella loro inchiesta persecutoria! Ad ogni intercettazione telefonica, ad ogni pedinamento, ad ogni perquisizione Giovagnoli ha tolto pane dalla bocca delle famiglie senza reddito fisso, tetti alle famiglie senza casa, cure alle persone che non hanno i soldi per pagarsi visite mediche e operazioni chirurgiche!
Giovagnoli deve pagare! E se non può farlo, che venga buttato fuori dal corpo dei magistrati, per violazione dei diritti costituzionali e per dilapidazione di risorse pubbliche (soldi dei contribuenti) recando così un doppio danno ai lavoratori, studenti, pensionati, disoccupati, casalinghe e immigrati del nostro paese!
E' a gente come il Giovagnoli che bisogna prendere le impronte, altro che ai rom!
Chiederemo in tutte le istanze e con la mobilitazione popolare il risarcimento dei danni materiali e morali che abbiamo subito.