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da repubblica.it
domenica 13 luglio 2008
Cemento a Sant´Ilario, sequestrata una villa
Sigilli ad un rustico, non si spegne lo scontro sulla nuova strada
I residenti: "Non possiamo stare isolati". Il Marsano: "Nessun dietrofront"
RAFFAELE NIRI
Il foglio, su carta intestata del Comune di Genova, non lascia spazio a dubbi: "Comune di Genova, Corpo Polizia Municipale, Reparto Ambiente e Territorio: Immobile e opere edili sottoposti a sequestro su disposizione dell´autorità giudiziaria di Genova. Vietato l´accesso".
Marta Vincenzi l´aveva detto, a Repubblica, all´inizio di questa settimana: «Il pensiero che la nuova strada di Sant´Ilario favorisca ricche famiglie e business, pur nascendo dalla buona intenzione di consentire l´accesso ai residenti, ha preoccupato anche me: infatti, da diversi mesi, sono in corso sulla collina di Sant´Ilario accertamento e verifiche da parte della Polizia municipale-reparto Ambiente e dell´ispettorato edilizio del Comune, finalizzati al contrasto di eventuali abusi edilizi che, ove riscontrati, sono già stati segnalati anche alla competente Autorità Giudiziaria».
Che non si tratti di semplice teoria lo dimostra il sigillo, apparso nei giorni scorsi, all´ingresso dell´ennesima villetta abusiva sequestrata su disposizione della magistratura. Come nel film di Bergman, siamo al settimo sigillo - tra cantieri piccoli e grandi, tra abusi minimi o enormi - che i vigili salgono ad apporre nella parte di Sant´Ilario più lontana dalla "grande" viabilità.
Il "rustico abusivo con cancello", sequestrato all´inizio di questa settimana, sorge a metà della stradina che rimane parallela (ovviamente in alto) a via del Commercio. Per chi è pratico della zona, superato San Rocco, arrivando da Sant´Ilario c´è una stradina che scende verso Nervi (dove passa l´itinerario Fie proveniente da monte Cordona), una che sale verso il pianoro recentemente acquistato da Ignazio Messina (pianoro dove tradizionalmente si fermavano gli scout) e una che rimane parallela (dove, appunto, è avvenuto il nuovo sequestro).
«Ma il problema di Sant´Ilario non è quello dell´illegalità diffusa - sostiene il presidente del circolo Nuova Ecologia di Legambiente, Andrea Agostini - Il problema è il sistematico assenso dato dai tecnici del Comune, nel silenzio della Sovrintendenza, ad un numero infinito di costruzioni. Oltre a questi permessi, poi, ci sono anche gli abusi: tu hai un ricovero per polli, lo accatasti e poi richiedi di trasformarlo. Noi non possiamo entrare nel merito delle compravendite private: nel caso dei Messina c´è un privato che vende e uno che compra. Il dato incredibile è che il Comune non abbia vincolato a servizi quell´area, che pure è zona da sempre usata per le soste, per i campeggi».
Come se ne esce? A Legambiente hanno un´idea: «Plaudiamo alle dichiarazioni del sindaco Vincenzi, ma se non fa una variante di salvaguardia ambientale che tuteli le aree comuni fino all´entrata in vigore del Piano regolatore generale, avremo una situazione di guerriglia continua, con atti di furbizia grandi e piccoli. Basterebbe una variante unica per salvare le aree da qualsiasi appetito».
Il dibattito sulla nuova strada di Sant´Ilario continua ad essere molto acceso. Come ha spiegato la Vincenzi «L´assenso dell´Istituto Marsano è conditio sine qua non, ma venendo meno, e non essendo per questa amministrazione una priorità, attualmente la pratica è sospesa. Ci auguriamo che i finanziamenti siano destinati, se sarà possibile, alla viabilità pedonale della zona senza operare nella costruzione della strada, ma con qualche ipotesi innovativa più rispettosa del valore paesaggistico». Nel frattempo il consiglio di Istituto e il collegio docenti del Marsano «hanno espresso unanime parere contrario alla realizzazione della viabilità a tutte le ipotesi sinora avanzate». Durissimi, infine, gli abitanti della zona: «Non siamo cittadini di serie B, paghiamo le tasse e abbiamo diritto ad una strada che colleghi casa nostra con il resto del mondo».
La sentenza
Il tribunale amministrativo respinge il ricorso di una coppia di residenti
E il Tar boccia gli ampliamenti "Sono soltanto opere abusive"
MARCO PREVE
Macchè ampliamento, quelle sono opere abusive, perdipiù realizzate «in una zona di rilievo paesaggistico» e quindi vanno demolite come già ordinato dagli uffici tecnici di palazzo Tursi. Non fanno sconti i giudici del Tar. Con una sentenza depositata il 4 di luglio, il tribunale amministrativo ha respinto il ricorso di una coppia di residenti di sant´Ilario, olivicoltori e gestori del nascente maneggio, che chiedevano la sospensione dell´ordinanza del 21 marzo di «demolizione di opere abusive realizzate in via Costa di Cantalupo».
La via è una strada sterrata che parte dal piazzale della chiesetta di San Rocco e corre parallela sopra via Gattego, la nuova strada che collega sant´Ilario a San Rocco e che sta creando apprensione tra gli ambientalisti per via di possibili speculazioni legate a ruderi e fienili della zona.
La sentenza riguarda « due muri a blocchetto, un sostegno in ferro e la copertura in legno di un preesistente fabbricato».
I proprietari avevano impugnato l´ingiunzione spiegando che «si è trattato di un´opera di manutenzione straordinaria non abbisognevole di titolo edilizio...» . Il collegio presieduto dal giudice Santo Balba ha invece rilevato come «... la nozione di manutenzione straordinaria non può essere sovrapposta all´ampliamento di immobile già presente ed andato distrutto» e quindi, concludono i giudici, qui si è di fronte a «una nuova costruzione per la quale sarebbe stata necessaria la richiesta del titolo edilizio».
Il Tar non ritiene neppure fondata la tesi dei due proprietari «secondo cui la demolizione delle opere comporterebbe il collasso delle altre strutture esistenti: la relazione allegata non individua quanto era ubicato nella località, sì che il motivo non appare neppure accoglibile».