[NuovoLab] Ucoii NO, Aic SI !!

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Autore: Edoardo Magnone
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To: Mailing list del Forum sociale di Genova
Oggetto: [NuovoLab] Ucoii NO, Aic SI !!
...Ovvero il "piatto servito freddo" sul tavolo genovese dallo chef di
partito Amato attraverso camerieri nostrani...

Edoardo Magnone


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Moschea verso l'accordo
Tursi concederà gli spazi

Lo sblocco della questione moschea passa attraverso uno snodo
fondamentale: non sarà direttamente la comunità islamica genovese o
una sua emanazione - e cioè il Centro culturale islamico - a costruire
il primo luogo di culto musulmano della Liguria, ma l'Associazione di
integrazione culturale (Aic), una sigla presente dal 2002 ma che non
ha mai fatto parlare di sé fino ad oggi. Il coinvolgimento dell'Aic è
lo strumento per bypassare il problema più ingente di tutta la
trattativa, capace di far saltare un accordo quasi fatto - ormai quasi
due anni fa - tra gli islamici, il Comune e i frati del Sorriso
francescano (disposti a permutare un proprio terreno con l'edificio di
via Coronata di loro proprietà): tener fuori dalla partita
l'associazione di comunità islamiche Ucoii.

Ecco, dunque, il passaggio: il Centro islamico culturale di Genova
aderisce all'Ucoii, l'Unione delle comunità ed organizzazioni
islamiche in Italia che si rifiutò di firmare una carta di valori
proposta dall'allora ministro degli Interni Giuliano Amato. L'Aic,
invece, con l'Ucoii non c'entra proprio nulla: è un'associazione del
tutto italiana che ha un presidente, da qualche settimana a questa
parte, italiano a tutti gli effetti. Ovvero, lo stesso Husein Salah,
capo della comunità islamica genovese. «È vero, ho preso la
cittadinanza italiana» conferma lo stesso Salah, in Italia dal 1985.

Ora, dunque, sarà un'associazione costituita da islamici ma italiana a
gestire la partita, l'Ucoii non verrà coinvolta. Non solo: l'Aic
firmerà - mercoledì - un protocollo che da una parte aderisce alla
carta dei valori proposta da Giuliano Amato (anche se l'adesione è
indiretta, perché dichiarerà consenso e condivisione con i principi
fissati dalla Consulta dei migranti della Prefettura di Genova),
dall'altra dichiara di rifiutare atteggiamenti di violenza, di
contrastare l'odio razziale e religioso, di rifiutare la
discriminazione verso il genere femminile. Questo documento, una
novità assoluta nei rapporti tra i Comuni italiani e le comunità
religiose islamiche, pone di fatto le basi per ogni possibile
trattativa. «Il Comune ci ha chiesto di sostituire al Centro islamico
un altro tipo di associazione, per evitare ulteriori polemiche e
trattare con un soggetto più vicino alla città», spiega Alfredo
Maiolese, italiano convertito all'islam che, in quanto genovese e in
quanto ambasciatore presso la Lega araba del Parlamento internazionale
(organizzazione parallela all'Onu) ricopre in questa partita un ruolo
di rilievo.

Tolta l'Ucoii dalla trattativa e messi nero su bianco i valori che il
proponente islamico deve condividere, rimane in piedi un altro
ostacolo: la proprietà dell'immobile. Ha suscitato molte polemiche la
possibilità che il Comune permutasse un proprio immobile con
l'edificio di via Coronata (perciò la giunta Pericu preferì mediare
tra privati). Quasi certamente, non sarà così. Se Tursi troverà
l'immobile che possa fare allo scopo, lo concederà in comodato d'uso,
e non in proprietà. Negli scorsi mesi è circolata con forza l'ipotesi
che una soluzione poteva essere trovata nell'edifico storico che meno
sembrava fare al caso: la Commenda di Prè, nel Medioevo ricovero dei
crociati. Qui, si diceva, dovrebbe nascere un centro polifunzionale
per le religioni, un luogo - all'ultimo piano - da affidare in toto ai
responsabili dei vari culti presenti a Genova. Anche, e soprattutto,
per pregare. La Commenda: soluzione "intermedia" alla creazione della
moschea vera e propria, fase di passaggio prima della creazione di un
edificio a sé stante. D'accordo i musulmani genovesi, d'accordo il
Comune, la cosa sembrava fatta.

Ma l'inchiesta di mensopoli ha travolto l'assessore all'immigrazione
(Massimiliano Morettini) che si stava occupando - assieme al
consigliere comunale Luca Borzani - della vicenda. L'ipotesi Commenda
non è caduta (anzi), come non è terminata la ricerca di un'alternativo
alla sede di via Coronata 2. Ora la firma del protocollo, forse entro
la fine dell'anno la svolta vera. Intanto la comunità islamica non sta
a guardare. È di due settimane fa l'incontro tra il cardinale Angelo
Bagnasco da una parte e Zahoor Ahmad Zargar, presidente della Comunità
dei Musulmani della Liguria, e Husein Salah dall'altra. «Il cardinale
ha assicurato il suo impegno per la nostra causa - riferiscono
entrambi - si è detto d'accordo sul fatto che debba esistere un luogo
di culto islamico».

http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/genova/2008/07/12/1101623655838-moschea-l-accordo-tursi-concedera-spazi.shtml