Re: [Hackmeeting] uso delle tecnologie d'anonimato

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Autor: jilt
Data:  
A: hackmeeting
Assumptes nous: Re: [Hackmeeting] obiettivo delle tecnologie d'anonimato
Assumpte: Re: [Hackmeeting] uso delle tecnologie d'anonimato
vecna wrote:
> netman wrote:
>
>> Se facciamo una statistica:
>> Quante persone anche nella "comunità hackmeeting" usano, ogni volta che
>> navigano (TOR + PRIVOXY)?
>
> io no, e sai perche' ? perche' e' lento, perche' non e' solo il web che
> vorrei anonimo e perche' non ho voglia di avviarmi privoxy + uagen +
> vidalia ogni volta. anche se ho il comodo torbutton, comunque non ho
> voglia.


dipende molto da quello che si vuole ottenere come vedi

>
> e se io non ho voglia, penso che mia sorella che tutto quello che vuole
> e' chattare e scaricare da emule, sia piu' legittimata di me a dire "che
> palle sto anonimato".


come molte persone che vivono nel mondo "occidentale" entrambi, sia tu che
questa tua (plausibile anche se fosse inventata) sorella, vi approcciate
alla macchina ed alla rete a cui accedete tramite la macchina, come ad una
tecnologia volta a sviluppare il vostro potenziale comunicativo, ci sono
persone che vengono da altri luoghi e che hanno una differente sensibilita'
nei confronti del mezzo informatico, come chi non riese a prescindere dalla
consapevolezza di poter essere controllato o manipolato quando lavorando su
una macchina e su internet.

http://www.manovich.net/TEXT/totalitarian.html

D'altronde sono in molti a difendere il surplus di codice binario che noi
tutti produciamo e/o pubblichiamo nella nostra quotidianita'
considerandolo come un dono di trasparenza e considerando come un'ipotesi
positiva il fatto che rimanga ben poco di privato al giorno d'oggi

Dal discorso di Gibson a roma:

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Che i nostri fratelli ancora più grandi, per il bene della sicurezza
nazionale, setaccino mari di dati, ancor più ampi e sempre più
trasparenti, può darci fastidio, ma questo è qualcosa con cui aziende e
persone hanno già avuto a che fare, e con cui avranno sempre più a che
fare. La raccolta e la gestione dell’informazione, a qualsiasi livello,
sarà autorizzata in maniera esponenziale dalla natura stessa del sistema,
così il sistema sarà globale, transnazionale e, in una versione intrinseca
del tutto inedita, non gerarchico.

La trasparenza è assenza del silenzio e dell’oblio.

Diventa difficile per chiunque, proprio per chiunque, come non lo è mai
stato in passato, tenere un segreto.

Nell’epoca della comparsa del blog e delle notizie che arrivano in rete
sfuggendo a ogni controllo, della scoperta di tecnologie e strumenti per
disvelamenti ed estrapolazioni automatizzate in evidenza di legami
contenuti in un largo ammontare di serbatoi di dati classificati e non, le
verità potranno essere già rivelate o essere destinate a venire alla luce
prima o poi. È qualcosa che vorrei sottoporre all’attenzione di ogni uomo
di stato, leader politico e dirigente d’azienda: il futuro, alla fine, vi
porterà allo scoperto. Non riuscirete a mantenere i vostri segreti. Il
futuro, maneggiando strumenti di trasparenza inimmaginabili, l’avrà vinta
su di voi.

Alla fine, quello che avrete fatto sarà sotto gli occhi di tutti.
-----------------------------------------------------------------

Qui c'e' il link all'intero discorso, che e' incentrato sul un'idea di
democratizzazione portata dalal rete (alla occidentale se la diciamo come
manovich):

http://www.festivaldelleletterature.it/2008/inedito.asp?lang=it&testo=129

Per quanto mi riguarda ho sempre pensato che eccedere con le misure di
sicurezza/paranoie sia sbagliato di base
ma che sia giusto utilizzare le tecnologie di anonimizzazione quando c'e'
necessita'

la necessita' se non sei consapevole dei poteri forti che operano sulla
rete e dei rischi che questo comporta per al tua privacy (porcoddio 91
persone che usano gmail in lista? ma leggere il lato oscuro di gugol
invece delle sclerate di noialtri in lista non farebbe bene alla salute?)
non c'e', semplicemente.

qui cito una cosa detta in chat da altri, l'anonimato serve a due cose:

_diffamare
_proteggere la liberta' di parola in un ambiente repressivo

...cosa ne pensate?

>
> per questo motivo, la soluzione tecnologica e' presente, ma rimane di
> nicchia.


perche' creare un surplus di soluzioni?

casomai addattarne una alle esigenze concrete di chi ne ha bisogno...

persino un'identita' multipla puo' servire a questo scopo
sapete quanti "pitagora" sono stati catturati dall'esercito romano ai
tempi del loro grande impero?

si trovavano con decine di "pitagora" in galera e non sapevano chi diamine
fossero ne' dove andare a cercare i loro familiari per torturarli o per
sequestrargli i beni...

uno dei primi nomi multipli della storia era usato soprattutto per
difendersi da ingerenze esterne da parte dei membri di una comunita'.

fa pensare questa cosa no?


> mentre enigmail, in qualche modo, fa sentire meno questo problema, e
> quindi vince.


dubito che un ragionamento sull'interfaccia semplice o complessa di una
applicazione risolva il problema, quando una persona ha bisogno di dire
qualcosa anonimamente s'ingegna, anche se la soluzione e' difficoltosa, la
cosa importante secondo me rimane la condivisione dei metodi e delle
consapevolezze di rischio per la propria privacy

in altre parole il problema e'
1) che alla sorellina sarebbe utile sapere meglio cosa tocca quando
sbatacchia i diti sulla tastiera e
2) che come lei c'e' mezzo mondo che di certe cose non si rende abbastanza
conto.

A questa meta' di mondo dovrebbe servire hackmeeting imho...
anche e sopratutto a me eh.. non ci capisco una sega io sono biondiccia

ciao
jilt