Alessandro Dal lago
da "IL MANIFESTO" 11/07/08
Immaginate un bambino che un bel giorno si vede arrivare in casa un
gruppo di armigeri, accompagnati da qualche signora in divisa bianca e cuffia con
una croce rossa. Questi lo prendono, mentre la signora gli dice magari
«quanto sei carino, ma stai buono eh!», gli passano un tampone sul dito e glielo
premono su un pezzo di carta. E nel frattempo fotografano la sua famiglia e i vicini
di casa, dopo aver chiesto a tutti i documenti. E qualcuno se lo portano
anche via.
Come chiamereste questo episodio? Che cosa vi ricorda? E c'è bisogno di
qualche psicologo per capire che si tratta di un'orrida violenza fatta
su un bambino? Nel paese ipocrita in cui si vedono pedofili a tutti gli angoli
di strada, in cui i pluridivorziati tuonano contro il divorzio, in cui tutti
sviolinano sulla famiglia, in cui i nostri frugoletti sono sacri e ci
sorridono dalla tv, con i loro pannoloni asciutti e succhiando l'omogeneizzato che
fa tanto bene... Fascismo, punto e basta. Barbarie, se questa parola abusata
non chiamasse in causa brava gente che non parla come noi. E come chiamereste
quelle brave signore in divisa bianca? Gente la cui missione un tempo era
alleviare il dolore dei feriti, e oggi gestiscono l'ordine nei Cpt e
aiutano a schedare i bambini.
Il voto del parlamento europeo che stigmatizza le impronte prese ai
bambini è poco più di un gesto simbolico, e non annulla la squallida decisione della
Commissione europea sull'espulsione dei migranti e sull'internamento
fino a diciotto mesi nei Cpt. Ma se fa infuriare quel giovanotto divenuto
curiosamente ministro degli esteri e quell'altro tizio con baffetti, mosca e aria
ridanciana che dice di occuparsi di ordine pubblico, vuol dire che ha colpito nel
segno.
Vuol dire che ha detto, finalmente, quello che tanti di noi pensano, e che
l'opposizione di sua maestà bisbiglia talvolta con cautela, proprio
perché non può farne a meno. Che la storia delle impronte è ignobile e razzista.
Ed eccoci qua, nel 2008, a congratularci perché qualcuno in Europa dice le
cose come stanno. Come siamo finiti in basso, noi con la carta d'identità
italiana. E che diranno ora quelli, come Chiamparino, che minimizzano (o
magari le farebbero prendere anche loro, le impronte)? O Penati, quello della
provincia di Milano, che vuol dare le multe ai musulmani che pregano per
strada? E tutti i realisti del centro sinistra, come Cacciari, che van
d'accordo con Maroni, a onta di tutte le loro letture filosofiche? E che
dire di Beppe Grillo, che svela la sua natura pigliandosela con i Rom?
La verità pura e semplice è che tutta l'acqua sporca che ci cade addosso
non cola solo dal governo e dalla destra. Tutte le sciocchezze
sull'insicurezza, il realismo che strizza l'occhio al leghismo, il moderatismo che fa perdere
le elezioni, tutti quelli che vedono ma non protestano, perché fanno gli
accordi sotto banco per un telegiornale in più, ci hanno condotto a tutto questo.
E allora ben venga la condanna dell'Europa, per simbolica che sia.
Se e mai questo schifo finirà, solo allora si potrà ricominciare a
parlare di sinistra
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