rispondo ad uno spezzone solo della tua - interessante - email per
ragioni di tempo. spero il discorso continui.
sto per scrivere un pippone, purtroppo.
intendevo 'decrescita' nel senso che gli da Serge Latouche, un tipo di
cui ho letto un libro un paio di anni fa [1].
in quel libro (e nelle parole di chi 'bazzica' la tematica) per
'decrescita' si intende un particolare indirizzo che si vorrebbe dare
allo sviluppo dell* societa'.
non si tratta di un'ideologia, ma di 'idee', per come l'ho letto io.
qui spiego qualche 'idea' in soldoni; il libro [1] lo consiglio caldamente a chi
ha sviluppato una certa sensibilita' (orticaria?) nei confronti del nostro
'sistema' di vita ; purtroppo l'ho avuto in prestito, quindi non posso nemmeno
citarne pezzi ;) qui, ma cerco di fare un sunto di quel che ricordo.
il libro inizia con un riepilogo dei maquillage estetici che negli
scorsi decenni economisti, sociologi, politici, etc. hanno fatto attorno ai
termini e concetti di 'sviluppo', 'ricchezza', 'poverta', 'benessere',
'primo mondo', 'secondo mondo', 'terzo mondo', 'quarto mondo', e a
seguire, 'sviluppo sostenibile', 'sviluppo concreto', 'sviluppo durevole',
'sviluppo naturale', 'sviluppo critico', 'sviluppismo', 'sostenibilita', e una
marea di altri termini (tra quelli appena citati avro' fatto qualche
errore, ma credo di aver reso l'idea.).
attorno a questi termini sono state create teorie e dottrine di lettura
e proposte di sperimentazione nell'economia.
es.: una dottrina che propugna lo "sviluppo durevole" di un paese
"sottosviluppato" spingera' per "donare" a quel paese l'attrezzatura per
allevare mucche, piuttosto che mandar loro sacchi e sacchi di latte in
polvere.
in maniera da creare in quel luogo disagiato dei presupposto allo "sviluppo"
(assumendo che lasciare loro un'infrastruttura tecnologica di allevamento
contribuisca in qualche modo al loro "sviluppo").
(e qui ho appena citato un clamoroso episodio reale).
ho scritto "sviluppo" tra virgolette, perche' lo stesso concetto non e'
affatto chiaro. come si misura ? in dollari ? in yen ? in numero di
automobili ? in ore all'anno in cui si sta davanti al caminetto a
scherzare o al pachinko a giocare in solitudine ?
o secondo una metrica di "felicita" che misura il livello di serotinina
nel sangue ?
beh, Latouche fa notare che tuttora il PIL (Prodotto Interno Lordo) e'
l'indice piu' seguito da chi governa.
quindi Latouche, e molti altri mettono in dubbio la credibilita' di
questo indice come sviluppo 'umano'.
sebbene molti cerchino di trovare 'metriche' (metodi di misura)
alternative al PIL, basate su parametri statistici tra i piu' vari
(es.: scolarizzazione, sanita' pubblica ) per lo 'sviluppo' umano,
con risultati piu' o meno validi, c'e' un aspetto che balza all'occhio:
in tutti questi studi si fa riferimento a qualche concetto di 'crescita'
o di 'aumento' di qualche grandezza.
in particolare, la stessa pratica di associare l'abbondanza materiale al
benessere materiale (si, materiale) non va lontano:
che me ne faccio io, bambino, di un mare di giocattoli che mi si rompono
dopo una settimana, se non mi avvelenano prima ?
o, calando nel 'materiale' i byte di nei quali noi indubbiamente sentiamo
la presenza :
che me ne faccio io, nerd panzuto e annoiato ma stanco, di giga di codici
sorgenti di programmi scritti male e non pensati alla collaborazione tra
loro ?
( per un controesempio 'pulito' sono i bellissimi grafici sulla struttura
di Unix nel primo documento che mi viene in mente [2]; il secondo
esempio e' uno spunto per la capanna delle lamentazioni )
tornando al discorso:
il concetto di "sviluppo" non e' per nulla chiaro, e in questi anni
viene messo in discussione come mai prima.
a braccetto con lo "sviluppo" c'e' "crescita".
viviamo in un mondo di dimensioni finite : osservando che le metriche
economiche indicano ai governanti che "siamo piu' poveri" perche' dovremmo
"produrre di piu'" (faccio notare che di questi tempi in politica si parla
seriamente di politiche per innalzare il numero di ore lavorative [4] )
per "incentivare l'economia", si da credito al dogma assurdo e senza
fondamento che la mera produzione materiale (produrre di piu', comprare
di piu', vendere di piu' (e qui sta il grosso della forza lavoro)) sia
la risposta ai problemi della societa'.
dopo questo quadro angosciante della situazione, Latouche non propugna
rivoluzioni rumorose, guerre, partiti politici, o soluzioni della
cuccagna. ( a dire il vero, sara' che si sta facendo molto tardi.. ma me
lo ricordo un po' troppo vagamente ),
ma presenta la "decrescita" come pratica nella quale (sperabilmente)
in maniera dolce, 'naturale', la societa' si presta a "decolonizzarsi
dal produttivismo" (questa frase l'ho coniata io ora al volo).
es.: invece di produrre X scatole di SPAM, guadagnando Y dinari, e
mettendoci Z ore, ne produci N/2, ricavandone M/2 monete,ma
guadagnandoci Z/2 ore libere.
se della mia giornata passo 3 ore nel traffico per guadagnare N rupie di
cui N/4 servono a mantenermi l'auto, _e_ ho un'alternativa per
guadagnare 3/4 rupie a fronte dello stesso numero di ore lavorative da
casa, non mi risparmio la fatica di stressarmi in auto ?
le formule dell'economia non sono senz'altro queste ma molto piu'
incasinate :D. pero' le osservazioni sui bilanci attuali di
lavoro-sostentamento-surplus per me ci stanno perferttamente.
l'idea di produrre e consumare di meno ma in maniera piu' oculata
la vedo come una pratica di vita adottabile da chi sente questi problemi
e vuole comunicare nella maniera piu' concreta e immediata
un'alternativa.
tutta quest'email in effetti l'ho scritta per difendere una parola:
GRAVE :). pero' "regredire" non ci stava proprio, no ?
se qualcuno arriva fin qua nella lettura, magari si trova anche le
energie per sviluppare il discorso verso i nostri amati wafer di silicio.
[1] Serge Latouche,
Come sopravvivere allo sviluppo. Dalla decolonizzazione
dell'immaginario economico alla costruzione di una societa'
alternativa (Survivre au développement, 2004), Bollati Boringhieri,
Torino, 2005
[2] Balachander Kirshnamurthy,
Practical Reusable UNIX Software ,
http://www.research.att.com/~gsf/publications/prus-1995-1.pdf
[3] William Cheswick,
Unix On My Mind
http://www.cheswick.com/ches/talks/uomm.pdf
[4] mi sfugge, l'avevo letto sul cartaceo di Repubblica a fine giugno
On 20080708@14:23, drama wrote:
> dezperado ha scritto:
> > ...
> > si e' parlato di lamentazioni riguardo alle tecnologie attuali (mail di
> > eflags), o di pallidi tentativi di riscossa (parola chiave : 'decrescita',
> > e' possibile correlarla alla pratica delle tecnologie e pratiche di
> > interesse dell'hm ? imho si )
>
> perche' decrescere? perche' regredire? non basterebbe continuare a
> progredire cambiando punto di vista?
> ....