Author: ANDREA AGOSTINI Date: To: forumgenova Subject: [NuovoLab] legambiente : santilario strada si strada no
Santilario strada si strada no.
La vicenda è nota: una lettera del Comune di Genova comunica alla direzione della Scuola Agraria l'avvenuto svolgimento della valutazione preliminare ( e progettuale ) per la costruzione di una strada che attraversando i terreni della scuola arriverebbe nell'intenzione dei tecnici comunali fino a via alla Serra di Musanego ai confini col Comune di Bogliasco. La ragione addotta è nobile, portare la strada nei pressi di un gruppo di case e di abitanti che da tempo in vario modo la stanno richiedendo stufi di percorrere a piedi le creuze e le stradicciole fino alle loro residenze e ancor piu' desiderosi di potersi permettere di raggiungere un ospedale in caso di malori o di permettere ai pompieri un intervento piu' rapido ed efficace in caso di incendi.
Le richieste sono giustificate, i propositi della Amministrazione sono nobili, ma..........
La storia indica a noi ambientalisti che le cose non vanno sempre nel modo in cui dovrebbero andare ed in particolare cio' avviene nel levante cittadino e ancor piu' a Santilario.
La vicenda è nota e con le stesse motivazioni e le nobili intenzioni il comune ha costruito una strada sul lato ovest di Santilario, verso San Rocco.
Ricordo ancora le manifestazioni di protesta di noi ambientalisti e dei rappresentanti del centro destra in comune e in circoscrizione ( curiosamente arrivati loro a governare il Municipio hanno cambiato linea ).
La ragione è semplicissima: abusi edilizi, speculazione fondiaria, invasione del traffico non residenziale.
E' noto da tempo la selva di trasformazioni ( tutte consentite dall'Amministrazione Comunale ) che hanno fatto diventare pollai e fienili residenze, strade interpoderali rampe d'accesso per le ville, parcheggio sconsiderato lungo la strada e nella piazza della chiesa, ristrutturazioni di manufatti agricoli con moltiplicazioni dei volumi ( il tutto sempre approvato dall'Amministrazione Comunale e dalla Soprintendenza senza colpo ferire ), stiamo parlando di decine di interventi che noi chiamiamo abusi edilizi e che la burocrazia comunale chiama riqualificazioni, ricuciture, recupero.
E' di pochi giorni la notizia che una nota famiglia molto attiva sul piano edilizio in tutto il Levante ha comperato ampie porzioni dei terreni in zona e non certo per pascolare i propri greggi. Anche qui niente di illegale, tutto perfettamente conforme alla legge.
Certo un'area agricola abbandonata se raggiungibile con una strada ( a spese del comune ) diventa una miniera d'oro da valore pressoche' zero a 10-16.000 al mq. E si sa, cosi' come nel Piano Urbanistico Comunale del 2000 con la successiva norma del trasferimento di volumi centinaia di ettari di zone agricole inedificabili nel levante cittadino sono diventate edificabili, vere miniere d'oro per i proprietari terrieri e per i costruttori.
Ora tutto cio' non dovrebbe piu' ripetersi, la nuova Amministrazione sostiene una nuova visione della politica del territorio, non piu' case in collina, non piu' costruzioni a fini speculativi, una diversa cultura del territorio.
Le idee programmatiche sono lodevoli, ma gli strumenti ? Ecco gli strumenti, le competenze, quelli proprio non ci sono.
I dirigenti dei settori " caldi " della politica del territorio sono gli stessi che negli ultimi dieci anni sono stati interpreti di un disegno urbanistico sostenuto e deliberato dalla precedente giunta che ha portato ad una massiccia immissione di cemento in aree di alta qualità ambientale con interventi in molti casi anche molto deboli sulla qualità del costruito.
In secondo luogo nella Amministrazione Comunale i tecnici che si occupano di questi temi urbanistici hanno poco dimestichezza coi piani urbanistici perchè chi ha lavorato al PUC del 2000 non lavora piu' in comune, perchè il pur lodevole progetto di Urban Lab pur dichiarando di lavorare per la formazione del nuovo Piano Urbanistico di Genova Renzo Piano, il primo consulente della nostra Sindaca ha dichiarato che fara' un piano per progetti, non per sistemi urbani e territoriali e che si dichiara non urbanista infatti non risulta abbia mai redatto nella sua prestigiosa carriera un solo PRG.
In questa cornice appare molto credibile che la strada a Santilario est farebbe da apripista alla speculazione come la strada a ovest. E che si usi danaro pubblico per favorire la speculazione immobiliare è ( in particolare di questi tempi ) un insulto alla ragione. Molte aree la cui destinazione d'uso in termini di infrastrutture non è definita dal Puc diventerebbero luogo di interventi commisurati caso per caso col sistema delle varianti favorendo pratiche speculative e una distorsione dell'uso del suolo urbano.
Ma gli abitanti di Santilario ovest? Non hanno dei diritti ?
Si, certamente, vivere in campagna in piena città e' un fatto di scelta di vita , ma tuttavia è una scelta che molti di loro hanno fatto ben consapevoli dei disagi a cui andavano incontro, quasi nessuno di essi è un residente di seconda o terza generazione, questi vivono in grande maggioranza nella zona sopra la chiesa e non sarebbero favoriti ne dalla strada a est ne da quella a ovest.
E allora che si fa?
Le associazioni ambientaliste e in particolare Legambiente hanno da tempo formulato proposte.
Non è questo il luogo per entrare nel dettaglio ma faccio qui alcuni rapidi accenni: una variante di salvaguardia al Puc avrebbe il pregio di bloccare ogni possibile edificazione fino alla stesura del nuovo PRG che si annuncia tra due anni, non un tempo infinito, ma certo un tempo in cui l' Amministrazione potrebbe dotarsi degli strumenti tecnici e operativi necessari per impostare un Piano Urbanistico che sia specchio delle proprie intenzioni programmatiche ( e che noi potremmo condividere )
Un'altro inbtervento semplice e a costo zero sarebbe richiamare ai propri doveri i proprietari fondiari delle centinaia di ettari di aree ex agricole presenti nel comune, aree che sono inutilizzate e fonti di guai, incendi, crolli, smottamenti. E' evidente che la richiesta di tenere i propri terreni in condizioni compatibili con interesse pubblico ( magari con l'aiuto dell addebito dei costi per gli interventi pubblici a salvaguardia del territorio ) ridurrebbe di molto l' abbandono di terre che diventerebbero fonte di reddito per molte persone, perso agli anziani, alle cooperative che avvalendosi dei finanziamenti regionali ed europei potrebbero col loro lavoro invertire una tendenza storica in tutta la Liguria e procurarsi di che vivere e mangiare.
Invece la non gestione delle ex aree agricoile porta la generalizzazione , se non si cambiano le regole, della speculazione fondiaria .
Proprio a Santilario e in particolare nella zona ovest , di queste aree ex agricole ce ne sono a bizzeffe e gli incendi ( che come si sa non nascono dal nulla e anche recentemente hanno colpito una vasta area ex agricola dove, guarda caso arriverebbe la strada ) ) sono frutto di quell'abbandono che i proprietari fondiari hanno decretato e che le autorità pubbliche hanno sin qui tollerato svenandosi in interventi costosissimi quanto non risolutivi per mettere mano a dissesti territoriali e incendi.
Credo che un una variante generale al Puc, preventiva sarebbe uno strumento di salvaguardia di quel territorio oltre che utile sul piano etico sarebbe anche incidente sui costi .Un tale risparmio potrebbe essere reinvestito in zona con interventi a basso impatto ambientale e a costo certamente molto piu' basso per la comunità.
Ricordo in ultimo che giusto undici anni fa il progetto per una cremagliera che servisse Santilario era pronto e i finanziamenti predisposti. E che fu una scelta politica della successiva Amministrazione Pericu ( che ha governato la citta' in modo ben ben diverso dalla precedente Amministrazione Sansa e da quel che si propone l'attuale Amministrazione Vincenzi ) non attuare questo intervento. Ha preferito monetizzare gli abusi-condoni e costruire strade, case e parcheggi negli uliveti ( per l'ultimo a Santilario si vocifera di 100.000 a posto macchina ) fuori da una prospettiva di assetto urbanistico ed ambientale.
A nostro giudizio le possibilità ci sono e sono quelle di venire incontro ai residenti senza danneggiare in alcun modo l'interesse pubblico.
Nl quadro di una revisione sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale sarebbe possibile trovare soluzioni.
Legambiente su questo terreno di eco-urbanistica e' disponibile a dare il proprio contributo senza preclusioni con molta concretezza.
Andrea Agostini
Presidente Circolo Nuova Ecologia Legambiente Genova