Lähettäjä: SILVERIOTOMEO Päiväys: Vastaanottaja: social forum Aihe: [Lecce-sf] "Bifo" sul G8 in Japan
Rituali di rassicurazione
Franco Berardi "Bifo"
Ieri si sono incontrati i cosiddetti "grandi" dela terra. Devono parlare di cambiamenti climatici, crisi economica e guerra, ma in realtà più che una riunione sembra un rituale. E intanto il movimento "no global" sfila a poca distanza nell'indifferenza della città che ha accolto il summit
Si incontrano sotto il vulcano. Oggi è arrivato Berlusconi. Gli altri grandi del mondo stanno arrivando e nei prossimi giorni, sulle rive del lago Toja che nacque da un'eruzione di un vulcano attivo, si svolgerà il summit dedicato all'apocalisse. Il primo degli argomenti in discussione è il global warming, la devastazione dell'ambiente, la moltiplicazione inarrestabile degli eventi catastrofici. I grandi del mondo, che poi tanto grandi non sembrano essere, propongono un antidoto che in buon italiano sichiama veleno, in inglese si chiama "more of the same".
Sempre piu crescita sempre piu sfruttamento sempre piu competizione. La novità è un incremento dell'energia nucleare e un rilancio della produzione di carbone. Come rimedio al pericolo di devastazione dell'ambiente non c'è male, come consigliare una pera di anfetamina a un paziente ricoverato per un infarto.
I cosiddetti grandi del mondo hanno certamente altri problemi per la testa: la guerra dell'occidente procede da una disfatta iraqena verso una prossima disfatta afghana in attesa della disfatta pakistana. E la crisi dei subprime invece di risolversi si complica. E l'inflazione ha investito ormai l'economia del mondo. Capirai che gliene può fregare se i ghiacci del polo sono in fase di scioglimento definitivo, e se le città del mondo si trasformano in camere a gas.
Il summit sotto il vulcano del Toya Lake è un rituale. Rituali di rassicurazione, come una specie di danza globale della pioggia.
Anche il movimento noglobal, che un tempo fu grande, si riunisce per i suoi rituali.
A Sapporo, la capitale dell'Hokkaido, che si trova a qualche decina di chilometri del lago del vulcano, si è tenuta oggi la manifestazione convocata dal Forum antiG8summit giapponese.
Arrivo in Odoru Park alle tredici, quando comincia il concentramento. Il parco è stato affittato dagli organizzatori dell'antisummit per due ore di occupazione del suolo pubblico. Affittato, proprio così Quattro elicotteri sorvolano la zona, rumorosi e inutilmente minacciosi. Lo schieramento di polizia è impressionante, il parco è circondato, la città stessa è circondata, lungo l'autostrada pattuglie di militari con divise bianche perlustrano ogni centimetro di territorio. Arrivano i contadini coreani, e si tiene un'assemblea contro le politiche del neoliberismo, poi arrivano gruppetti di gente molto colorata, poco alla volta. Alle due e mezzo, poco prima dell'inizio del corteo, saranno si e no cinquemila persone. "Lotta contro il climate change" è una delle parole d'ordine più urlate. Uno slogan che non significa niente, come si fa a lottare contro la vendetta del cielo? Ciascuno ha i suoi rituali di rassicurazione. Il movimento degli uomini e delle donne che amano la vita e la pace fa la sua danza della pioggia.
Alle quindici parte il corteo, guidato da contadini vestiti di verde. Segue un coloratissimo pink block. Gente bellissima che salta canta e balla. Si sfila sul lato sinistro della strada, senza impedire al traffico di fluire. Il corteo di conseguenza è piuttosto stretto, file di tre, di quattro. In compenso è lunghissimo. Saranno forse diecimila persone. Le bandiere della CNT, un piccolo spezzone blackbloc che si nasconde la faccia mentre la folla del venerdi pomeriggio entra ed esce dagli innumerevoli store del centro senza neppure fermarsi a guardare. Un enorme schermo all'entrata di un outlet mostra immagini di un gruppo di orsetti rosa che fanno compere, poi il viso sorridente di una signorina gentile recita frasi di ossequio e di saluto per il prossimo Summit del Lago Toya. I bravi consumatori zampettano sui marciapiedi con i loro rassicuranti sacchetti colorati ripieni di merci.
Quando il corteo ha ormai raggiunto il suo punto d'arrivo, un delizioso parco con laghetto (senza vulcano) che si trova all'estremo nord della città, un plotone di poliziotti aggredisce il pulmino dei black bloc giapponesi (incredibile ma vero), spaccano i vetri del camioncino e arrestano un ragazzo. Non c'è nessuna ragionevole spiegazione dell'aggressione, ma intanto i fotografi si affollano lì intorno e la notizia, inevitabilmente, sarà questa.
Ma la notizia vera è che non c'è piu' nessuno che pensi sensatamente di fermare il treno lanciato a velocità crescente verso l'abisso. Elicotteri ronzano ancora sulla nostra testa, mentre ci stendiamo sul prato del parco, e guardiamo in alto, cercando uno spiraglio di azzurro che squarci le nubi.