«Genova torni alla gestione pubblica del servizio idrico»

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Aihe: «Genova torni alla gestione pubblica del servizio idrico»


dal ³Corriere Mercantile" del 6/7/2008



la proposta di bruno (se-rc), guardando a parigi

«Genova torni alla gestione pubblica del servizio idrico»

Il consigliere comunale propone di costituire un¹azienda speciale del Comune
dopo che, a fine 2008, scadrà la concessione affidata a Mediterranea Acque



?Far ritornare pubblica la gestione dell¹acqua a Genova, guardando a Parigi.
A lanciare questo sasso nello stagno nel dibattito politico, è il capogruppo di Se-Rc in consiglio comunale, Antonio Bruno. «A fine 2008 - ricorda Bruno - scadrà la concessione per i servizi idrici affidata a Mediterranea Acque
(società partecipata a maggioranza da Iride Acqua-Gas con i Comuni di Genova e Torino maggioritari) con il 68,323% delle azioni, ma anche dalla multinazionale francese Veolia Eau al 17% e da Impregilo con il 5%. E¹ una buona occasione per ridiscutere la gestione dell'acqua nella nostra
provincia». E le ragioni per riaprire questo dibattito, secondo Bruno, sono molte. Una è «il costo per il servizio a Genova aumentato del 14%, mentre - sottolinea - grazie all'aumento delle tariffe, i ricavi sono 122 milioni di euro, l¹ 1% in più rispetto al 2006. Anche i consumi sono aumentati dell'1% rispetto al 2006 e sono stati distribuiti agli azionisti 4.595.398,74 euro
di dividendi. Introiti che un¹ azienda senza fini di lucro avrebbe investito in manutenzione impianti, lotta agli sprechi e tariffe sociali per poveri».
E proprio in considerazione di questo, secondo il consigliere, è utile guardare al caso di Parigi «dove, dopo una società di gestione mista pubblico-privato (rispettivamente 70%, 30%) consolidata nel 1987, si sta
tornando gradualmente ad una gestione pubblica dopo la vittoria della sinistra alle amministrative del 2001». Bruno cita in proposito alcune dichiarazioni di Anne Le Strat, presidente generale di ³Eau de Paris², circa la volontà dell¹amministrazione comunale parigina di tornare, dopo venticinque anni, ad una gestione interamente pubblica dell¹acqua, considerata più efficiente.
«Chiediamo che anche a Genova - afferma - si rifletta su un passo come questo, costituendo un tavolo tecnico che studi i passi verso la ripubblicizzazione dell'acqua, che si può attuare costituendo una azienda speciale del Comune a cui affidare la gestione delle reti idriche di Genova
e provincia». Nel caso di Genova un problema in più sarebbe costituito dal fatto che dal 2003 il Comune non è più proprietario degli impianti, visto
che le dighe Brugneto e Val Noci e altri impianti idrici erano stati venduti ad Amga (da cui poi è nata Iride) per ripianare il deficit di Amt. «Io chiedo che, almeno, si faccia uno studio sulla fattibilità di questo
percorso- spiega Bruno - perché è importante aprire una riflessione politica su questo tema».
?a.c.



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