http://www.ilsecoloxix.it/genova/2008/07/05/1101609392134-sparito-video-diaz.shtml
Sparito video sulla Diaz
05 luglio 2008
Graziano Cetara
«Le immagini del massacro appena compiuto furono riprese e immortalate da
uno dei giornalisti aggrediti alla Diaz quella notte. La sua telecamera è
ancora conservata nell’ufficio dei corpi di reato. La videocassetta
misteriosamente è sparita». La voce del pubblico ministero Francesco
Albini Cardona risuona nel silenzio dell’aula bunker, amplificata dai
microfoni di palazzo. Nessuno fiata, tra la schiera degli avvocati. E
dagli altoparlanti non esce nemmeno il solito fruscio.
È uno dei momenti chiave della seconda giornata di requisitoria al
processo ai 29 tra poliziotti e funzionari accusati di aver fatto
irruzione nella sede del Genoa social forum, le scuole Diaz e Pertini, la
notte del 21 luglio del 2001 al termine del G8 di Genova. Giovedì era
toccato al pm Enrico Zucca, raccontare dell’«omertà della polizia» nel
corso delle indagini, delle difficoltà a ricostruire persino la
composizione della pattuglia da cui tutto sarebbe nato, il gruppo di
agenti bersagliato da una sassaiola «mai dimostrata». «L’irruzione nella
sede del Gsf fu decisa per salvare l’immagine della polizia dopo i
fallimenti dell’odine pubblico dei giorni precedenti - aveva detto Zucca -
servivano arresti e serviva un’azione più incisiva. Fu decisa dall’alto e
messa in pratica alla Diaz».
Questa irruzione è andata in scena nuovamente nel giorno della seconda
puntata dell’atto di accusa finale. Senza filmati. «Non servono» ha
spiegato il pm: «Le parole dei protagonisti bastano e avanzano. Ascoltare
le loro testimonianze è come vedere».
E sembra di assistere alla proiezione di un film, appena il pm Albini
Cardona comincia la narrazione: «Quando la polizia è entrata chi era nella
scuola ha cominciato a fuggire. Chi dalle finestre, usando le impalcature.
Chi nascondendosi in uno sgabuzzino, chi scappando verso i piani alti,
alla ricerca di un’aula o un laboratorio nel quale rinchiudersi».
I primi agenti del reparto mobile di Roma incontrano un gruppo di no
global spagnoli: «Erano inginocchiati con le mani alzate. Pronunciavano
frasi non violente. Sono stati presi a calci, pugni, a colpi di manganello
impugnato a martello, sono stati investiti da un lancio di sedie». È il
primo atto di un pestaggio vero e proprio, dove il “bastardi” urlato dagli
agenti con casco e tute imbottite si sovrappone alle urla di dolore e
paura delle vittime. Nel primo dei locali dove tutto comincia si accalca
un numero di poliziotti superiore alla quantità di ragazzi, inermi.
«Ma cosa volevano fare quegli agenti? - si è chiesto il pubblico ministero
- continuavano a colpire alla testa e a dire “Nessuno sa che siamo qui, vi
ammazziamo tutti. “Adesso piangete, ieri pensavate di essere forti in
piazza”». Una ragazza ha raccontato di «sentirsi una cittadina onesta» e
di aver accolto gli agenti con la carta di identità in mano: «L’hanno
colpita con un calcio in faccia».
Il pm ha proseguito elencando il bollettino di guerra delle ferite subite
dai no global picchiati alla Diaz. È un elenco di fratture, agli arti e
alla testa, di ematomi, contusioni, traumi cranici, ferite. Un lungo
elenco di manifestati colpiti anche quando erano a terra sanguinanti e
inermi. «Mi coprii la nuca perché sapevo che la testa era l’unica cosa che
potevo salvare per sopravvivere. So cosa vuol dire sopravvivere, la mia
famiglia che è ebraica me lo ha insegnato dopo aver evitato le camere a
gas», è una delle testimonianze ricordate in aula.
Una ragazza «fu sollevata da terra dopo essere stata colpita in ogni modo,
sbattuta contro i ganci di un attaccapanni, presa a ginocchiate
nell’addome, e poi gettata dalle scale. Sentivo la polvere di un
estintore, usato su un altro ragazzo, farmi bruciare le ferite».
Melanie Jonasch, 28 anni nel 2001, studentessa berlinese di archeologia,
fu quasi uccisa. Fu il suo corpo esanime in un lago di sangue a indurre il
funzionario di polizia Michelangelo Fournier a urlare basta ai colleghi
nel tentativo di fermare «la macelleria messicana». A qualcuno erano già
state tagliate delle ciocche di capelli, come uno scalpo. «Quello che ci è
stato raccontato non era incredibile. - ha detto allargando le braccia il
pm Albini Cardona - stentavamo a credere alle nostre orecchie, ma fummo
convinti dell’attendibilità di quelle testimonianze».
«Fu un pestaggio - ha sottolineato il magistrato - e non venne mai fornita
alcuna prova che vi fosse una giustificazione al comportamento degli
uomini che entrarono alla Diaz. Non fu posta alcuna resistenza da parte
dei manifestanti, non ci fu ancun lancio di oggetti e non c’è alcuna prova
sul luogo specifico del ritrovamento di armi all’interno della scuola.
Anzi - ha sottolineato il pm - abbiamo provato la provenienza esterna
delle due molotov. Non solo. Nei verbali di arresto, nei resoconti
ufficiali della polizia su quella sera non c’è traccia di quanto
raccontato da testimoni esterni alla scuola o ripreso dalle telecamere».
«Quanto accaduto in quei giorni rappresenta una ferita ancora da
cauterizzare nella coscienza civile del Paese. È una ferita che si può
sanare solo con il pieno accertamento della verità, sia nelle aule
giudiziarie, sia in altre sedi», ha spiegato a margine Ermete Realacci
(PD), commentando la requisitoria. Il Verde Paolo Cento«Le violenze alla
scuola Diaz furono una pagina vergognosa per la nostra Repubblica».
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Commenti inseriti 15—pagina 1 di 2
05/07/2008 19:17
joska, genova
A me sembre sciocco stupirsi che sia sparito il video: è dal 2001 che
assistiamo a sceneggiate vergognose, omertà degne di "cosa nostra" dei
tempi d'oro, Signori, la verità non si è voluta cercare (e trovare) quando
era il momento; adesso con l'aria che tira cosa vi aspettate? Comunque la
pagina più vergognosa della storia degli ultimi anni, ha lasciato il
segno, ed ogni volta che si vede una divisa verrebbe da interrogarsi... o
no?
05/07/2008 19:03
CLAUDIO, GENOVA
Hanno pichiato persone tranquille,invece i violenti non li hanno neanche
cercati perchè le forze dell'ordine avevano paura.Questa mattanza è opera
dell'imput della destra VERGOGNA Berlusconi Fini Bossi e Casini .
05/07/2008 18:08
ugo la manna, genova
Ma perche' le forze dell'ordine italiane non hanno in bella mostra, come
gia' da anni in tutta Europa e oltre, un bel numero scritto in grande
sulla tuta e sul casco? Sarebbe certamente facile identificare gli agenti
che compiono abusi. O magari meglio di no....casomai ci fosse un altro
G8.....
05/07/2008 16:29
Emj x Dave
Attento Dave!Mia nonna diceva:"a chi rie du mà du vixin u sò u l'é pé
cammin
Un giorno potresti essere scambiato per un altro e ricevere lo stesso
commovente trattamento.....
05/07/2008 16:02
Antonella L., Genova
Quando voglio conservare qualcosa che ritengo particolarmente importante
lo memorizzo su due computer, lo stampo, lo salvo sulle pennine, ne
faccio, insomma, tante di quelle copie da star sicura che non rischio di
perderlo.
Possibile che nessuno abbia pensato a duplicarlo?
05/07/2008 15:59
Bruno P, Savona
Premesso che esiste la Polizia e l'Ordine anche in Italia e nella
democrazia , i Carabinieri hanno il massimo della fiducia, come anche i
poliziotti che per 1000 euri al mese fanno quello che la gente comune ha
paura , vera paura , di fare , si deve comunque prendere atto che prima
sono sparite le famose bottiglie Molotov, poi che è stato forzato il
sistema informatico del Tribunale di Genova e adesso che è sparita
un'altra prova !! Insomma .....
05/07/2008 15:29
Thomas, Germania
Dopo 7 anni si arriva finalmente a una conclusione. Sembra di essere in
Sudamerica o nel Africa Centrale.
In fondo siete dei poveracci, voi Italiani, costretti di vivere con un
governo e una casta politica eletta da voi stessi.
05/07/2008 14:26
Ed, New York
Io penso che, fra le tante cose scritte e dette a proposito di
quell'orribile evento, la cui esecuzione porta alla mente cio' che
successe in Abu Ghraib e di cui ben poco si ottenne, in termini di
prosecuzione delle **menti** che scrissero **emendamenti
anti-costituzionali** per agevolare l'esecuzione di tali nefandezze,
diffuse in tutto il mondo come se fosse un nuovo film **per
intrattenimento**, poco si e' letto al riguardo della organizzazione della
sicurezza per quegli eventi, che non e' conpletamente affidata alle forze
dell'ordine del Paese ospitante.
Allego un link, in cui si vede il Nostro Super Poliziotto Boss assieme
alle grandi cariche, che riceve, nel 2006, una MEDAGLIE di altissimo
prestigio per la sua **collaborazione**
Da notare che la persona ha in effetti fatto cose contro la Criminalita'
organizzata: credo che la MEDAGLIA abbia un significato piu'
ampio..Leggete (non ho la versione italiana, se esiste)
http://www.fbi.gov/pressrel/pressrel06/degennaro
05/07/2008 14:24
Dario X Dave., Genova
...dì un pò,ma tu devi aver preso parecchie botte in testa in quei
giorni,vero?!...prima di scivere certe strXXXate pensa a quanti sono stati
vigliaccamente massacrati di botte dai tuoi
amici(?)/colleghi(?)/idoli(?),che a volte si sentono come quei signori con
la camicia nera negli anni '20 (certo che quando c'era lui potevi dormire
e lasciare la porta di casa aperta!)...c'era chi dormiva nella scuola,e
giù botte(e questo sì che è coraggio!),c'era chi manifestava pacificamente
in mezzo alla strada,e giù botte...dove erano questi signori,che oggi
hanno il casco blu,mentre black block o chi per loro, sfasciavano
tutto?...MOLOTOV FINTE e SASSAIOLA MAI DIMOSTRATA...ma ti rendi conto?!? e
ancora: continuavano a colpire alla testa e a dire “Nessuno sa che siamo
qui,vi ammazziamo tutti.Adesso piangete,ieri pensavate di essere forti in
piazza”..questo è il coraggio delle TUE forze dell'ordine al sevizio del
potente e non dell'onesto cittadino..Grazie...ma tanto Dave se la ride...6
un mit
05/07/2008 13:09
Roberto
Alcuni furboni, tutori dell'ordine, hanno fatto sparire la cassetta che li
inchiodava. Ma è andata male perchè testimonianze bastano e avanzano.
Zucca rappresenta la giustizia e l'imparzialità. Con questo pm la legge è
uguale per tutti. Grazie!
--
Carlo
Forum Per La Sinistra Europea - Genova
http://versose.altervista.org/
Coordinamento Genovese contro l'Alta Velocità
http://notavgenova.altervista.org/
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