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repubblica

G8 a Genova, le accuse del pm "Alla Diaz è stato un massacro"
Il blitz ricostruito in aula. Il magistrato: pestati no global inermi

La requisitoria al processo per l´irruzione nella scuola sette anni fa
MARCO PREVE


GENOVA - Anche un elenco di parti anatomiche serve a non disperdere il ricordo. Così, il «massacro della Diaz» - come ieri, alla seconda giornata di requisitoria finale, lo ha definito il pm Francesco Cardona Albini - può anche essere riassunto in un terribile elenco con il quale si scopre che nessuna porzione, anche minima, del corpo umano, la notte del 21 luglio 2001, è stata risparmiata: ulna, sopracciglio, piede, testa, inguine, naso, spalla, gomito, ginocchio, gluteo, polpaccio, schiena, fianco, e poi polmoni, costole, vertebre e si potrebbe andare avanti. Tutti bersagli per manganelli, anzi per i micidiali "tonfa", spesso impugnati al contrario, e poi per anfibi, mani guantate, ginocchiate.
Il repertorio completo delle brutalità è stato rievocato ieri mattina in aula a Genova, dove i pm Cardona Albini ed il collega Enrico Zucca provano a concludere il processo più delicato del G8, perché tra i 29 imputati ci sono i capi della polizia italiana e perché è quello che è valso un avviso di garanzia per istigazione alla falsa testimonianza a Gianni De Gennaro.
«Le testimonianze di uno studente dell´Oregon, di un violoncellista di Berlino, di un giornalista italiano, di un´esule turca e di altre decine di persone vanno a comporre il racconto fluente e senza esitazioni di quello che è stato un massacro. Il pestaggio di persone inermi». Comincia così il pm Cardona. Parole dure, come quelle del suo collega Zucca che il giorno precedente aveva sottolineato il «clima di omertà» che in tutto il processo ha permeato le testimonianze dei poliziotti».
Cardona ha ricostruito tutte le fasi dell´irruzione del nucleo sperimentale del reparto celere di Roma nella scuola dormitorio. E lo ha fatto rileggendo le testimonianze di tutti quelli che furono pestati e poi arrestati con l´incredibile accusa (poi archiviata) di associazione a delinquere. Ha poi ricordato la deposizione di Michelangelo Fournier, il funzionario vice dirigente del reparto mobile che ammise di essersi trovato di fronte a una «macelleria messicana»,
«Fournier - ha detto il magistrato - parla di macelleria ma poi, per amor di patria dice che i responsabili non erano i suoi uomini... tra l´altro grazie alla ricostruzione temporale di quella notte effettuata dalle parti civili attraverso immagini, foto, tabulati, siamo in grado di dire che la sua permanenza all´interno della Diaz è stata lunga, e dovrebbe avergli consentito di aver visto molto più di quanto ha raccontato».
La requisitoria riprenderà mercoledì prossimo. Il processo Diaz si salverà dall´eventuale sospensione, prevista dall´emendamento del pacchetto sicurezza, perché tra le contestazioni c´è quella di porto di armi da guerra, relativo alle due bottiglie molotov che furono introdotte nella scuola dalla stessa polizia. Un reato la cui pena non rientra tra quelle comprese nell´emendamento.
L´udienza di ieri ha riportato la questione G8 al centro del dibattito politico: «La requisitoria del pm conferma fatti di rilevanza penale gravissima e, soprattutto, descrive una pagina vergognosa per la nostra Repubblica» ha dichiarato Paolo Cento dei Verdi. «Vi è l´urgenza - dice invece Giovanna Melandri del Pd - di arrivare rapidamente ad accertare le responsabilità di coloro che parteciparono o rivestirono un ruolo nell´irruzione nella scuola Diaz. All´accertamento della verità giudiziaria che spetta alla magistratura affinché venga resa giustizia, deve corrispondere, inoltre, da parte delle forze politiche un faticoso lavoro per cucire gli strappi nel tessuto civile che quegli eventi hanno provocato, per fare in modo che non si ripeta mai più quanto accaduto nella scuola Diaz».

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