Oggi il governo Berlusconi dice tramite autorevoli suoi esponenti che l'ipotesi(a mio parere depistante) di missile francese che abbatte il Dc9 di Ustica di Cossiga è inattendibile probabilmente con il fine di screditare per sempre l'ipotesi missile e accreditare quella della bomba libica(a mio parere depistante) esplosa a bordo del Dc9, senza una reale volontà di dare verità e giustizia alle vittime di Ustica. Oggi il governo Berlusconi ha infatti probabilmente tutto l'interesse di proteggere da domande più stringenti della magistratura i responsabili politico-militari italiani la sera di Ustica. Il governo italiano (ed oggi quello di Berlusconi in carica) sembra impegnato da sempre infatti a fare al meglio fa gli interessi del governo americano, con la speranza di ricevere in cambio il "meritato premio per tanta fatica".Il signor Cossiga ha tutto l'interesse probabimente d'altra parte con queste nuove dichiarazioni a fare in modo che mai la magistratura le faccia a lui quelle domande stringenti su Ustica e non solo .Al link:
http://www.strageustica.altervista.org/pagina85.htmltrovate l'audizione del signor Francesco Cossiga alla Commissione stragi.Era il 1997 e quindi ben dopo il periodo(1985-1987) in cui il signor Cossiga oggi sostiene che gli fu detto che erano stati i francesi ad abbattere il Dc9 con un missile.Il signor Cossiga non si può essere dimenticato oggi però che nell'audizione del 1997 sul caso Moro diceva: "Non mi processerete", non può essersi dimenticato che su Ustica e Bologna nell'audizione del 1997 diceva che le possibilità che fossero stati i libici erano molto basse, che lui non sapeva se era con una bomba o con un missile che era stata fatta la strage di Ustica. Il signor Cossiga si sofferma in questa audizione anche sulla possibilità che possano essere stati gli Usa ad abbattere il Dc9 con un missile, leggerete infatti che non lo esclude.Sa molto bene il signor Cossiga che una volta che si arriverà da parte della magistratura alla conclusione che la Francia o gli Usa non hanno abbattuto con un missile a testata armata il Dc9, si screditerà l'ipotesi missile definitivamente e si metterà una pietra tombale sul diritto dei familiari delle vittime della Strage di Ustica per sempre alla verità e alla giustizia.In questa audizione del 1997 il signor Cossiga afferma anche che i codici per decriptare i tracciati radar della sera di Ustica ce li aveva l'Italia, non la Nato.A questo punto al signor Cossiga, ai vertici dell'Aeronautica quella sera di Ustica, come a quelli di oggi, al governo Berlusconi ricordiamo quanto scrisse il Capitano Mario Ciancarella al Capo di Stato Maggiore (all'epoca della lettera di Mario Ciancarella) dell'Ami Camporini e li invitiamo a rispondere.Il capitano Mario Ciancarella scriveva al generale Camporini: "(...) Lei sa bene che esistono direttive rigidissime sulle modalita’ di raccolta e distruzione di tutte le chiavi di letura dei codici cripto superati e sostituiti. Una rigidita’ addirittura feroce, fino a configurare l’Alto Tradimento per chi non rispetti scrupolosamente l’ordine della riconsegna, e della distruzione dei codici cripto. Ad Ustica questa rigidita’ sembra sciogliersi invece come neve al sole. Infatti, in questo quadro di condizioni militari di filosofia, di cultura e di operativita’, qualcuno vorrebbe farmi credere che sia possibile reperire improvvisamente un codice obsoleto e che avrebbe gia’ dovuto essere distrutto in tutti gli esemplari esistenti delle chiavi interpretative, “abbandonato in un cassetto” da uno sciatto non si sa chi, e li’ rinvenuto da non si sa chi, in circostanze imprecisate, e riconosciuto per arcani motivi, finendo col pervenire finalmente a quei giudici che cosi’ disperatamente avevano cercato di acquisirlo ed ai quali fino a quel giorno era stata opposta la impossibilita’ di esibizione per intervenuta distruzione. Cosa fa quel Magistrato? Si affretta ad utilizzare il codice, arrivando quasi a ringraziare per la collaborazione e beccandosi, con i Parlamentari referenti, la “laude alla italica sciatteria”. Neppure per un attimo si ferma per risalire a ritroso la catena di quell’incomprensibile rinvenimento tardivo. Era stato il Capo di Stato Maggiore a consegnarlo? Bastava chiedergli, costringendolo sotto minaccia di incriminazione, di dire da chi gli era stato consegnato, e cosi’ via via procedendo a ritroso si sarebbe arrivati a quell’anonimo rinvenitore al quale sarebbe stato possibile chiedere: “In quale cassetto esattamente lo ha trovato, e cosa conteneva d’altro il cassetto che lei stesse cercando?” Perche’ e’ ovvio che se il codice e’ stato rinvenuto solo fortuitamente e non in una sua caccia disperata, quel cassetto deve essere stato aperto per altri motivi. Ma ancora gli si sarebbe potuto chiedere: “Cosa le ha fatto intuire, pensare, ritenere che potesse trattarsi proprio del codice cripto che ritenevamo ormai disperso perche’ distrutto per intervenuta sostituzione?”. I contenitori dei codici infatti non recano in chiaro ed a caratteri cubitali il rispettivo contenuto, ma solo quei numerini di riferimento che abbiamo visto per le buste Charlie. E poiche’ certamente il nostro uomo non aveva possibilita’ di utilizzare su qualche consolle radar il codice, onde poterlo riconoscere, avrebbe dovuto preconoscere quel numero identificativo (di un codice obsoleto) o essere affiancato all’atto di aprire il cassetto da qualcuno che potesse averne memoria (memorie di ferro, in certi casi, signori. In altri solo qualche mesto e meschino “non ricordo”). L’eventuale sicurezza dell’interessato nel riconoscimento del codice avrebbe inoltre potuto facilmente essere messo alla prova chiedendogli di fornire altri elementi identificativi di contenitori diversi del medesimo codice obsoleto, o di altri simili. Di fronte ad eventuali incertezze gli si sarebbe potuto chiedere di rivelare chi gli avesse ordinato di guardare proprio in quel cassetto proprio in quel giorno, e forse anche di ricordare proprio quel numero identificativo. A me non risulta che una simile attivita’ investigativa sia stata svolta; ma questo non mi impedisce di affermare che essa fosse necessaria per evitare il rischio di aver ottenuto tardivamente un codice di decriptazione opportunamente “adeguato” che consentisse cioe’ di vedere, leggere ed interpretare solo cio’ che era piu’ utile e funzionale agli interessi dei responsabili della strage. Ed e’ molto sospetta, mi lasci dire, la inerzia disciplinare di un Comandante che, rinvenuto un pur prezioso codice cripto che avrebbe gia’ dovuto essere stato tassativamente distrutto, si compiacesse della “italica sciatteria”, piuttosto che lavorarare per individuare il responsabile della mancata riconsegna (cosa estremamente semplice perche’ come abbiamo visto esiste una precisa procedura di consegna di ciascuna chiave cripto a precisi e rintracciabili Ufficiali responsabili), cosi’ come il responsabile della non rilevazione di quella mancanza di una delle chiavi di lettura consegnate al momento del loro richiamo per sostituirle, e dunque responsabile della sucessiva distruzione di un lotto di chiavi cripto verbalizzando che riferisse alla totalita’ degli esemplari ricevuti quando in realta’ ne sarebbe mancato uno. Via Signor Generale, sia comprensivo, questo non e’ affatto credibile in una organizzazione di uomini in armi, non ne conviene?(...) "Ricordiamo anche la nota che Mario Ciancarella ha scritto ultimamente dal titolo: " Ustica: l'ultimo depistaggio del senatore Cossiga" al link:
http://www.strageustica.altervista.org/pagina88.html, ricordiamo la documentazione pubblicata su
www.strageustica.splinder.com e su
www.strageustica.altervista.org. Invitiamo tutti i cittadini italiani a riflettere se non si stiano preparando le condizioni a livello politico affinchè le vittime di Ustica non possano più avere un giorno verità e giustizia e se non sia il caso ciascuno di dare il proprio contributo concreto affinchè ciò non accada, come già tanti amici tramite i loro siti e blog provano a fare, controinformando i propri lettori sulla Strage di Ustica e tanti altri delitti rimaste impuniti. Laura Picchi
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