Autor: FAI Torino Data: A: cerchio Assumpte: [Cerchio] Torino: presidio antirazzista alla GTT lunedì 23
Torino: presidio antirazzista alla GTT lunedì 23
Lunedì 23 giugno ore 10
presidio di fronte alla GTT
in corso Turati C.so Turati 19/6
Il presidio è organizzato all'interno dell'Assemblea Antirazzista.
Per contatti:
assembleaantirazzistatorino@???
Di seguito uno dei volantini che verranno distribuiti
Rastrellamenti sul tram
In questi giorni si sono moltiplicate le retate e le incursioni di polizia e vigili urbani su tram e autobus, con l'ormai consueto contorno di insulti e intimidazioni ai danni di immigrati e immigrate.
L'autobus n. 47 è stato al centro di uno dei tanti episodi che avvengono ogni giorno sui mezzi pubblici cittadini: solo per caso è rimbalzato nelle cronache.
Sono le 8,30 del mattino del 4 giugno e al capolinea del 67 a Moncalieri il pullman è pieno di gente che va al lavoro o a scuola. Sale una pattuglia della polizia e intima a tutti gli stranieri di scendere, divide maschi e femmine, chiede il permesso di soggiorno. Molte persone avevano con sé solo la carta di identità italiana, altri il permesso di soggiorno, altri ancora né l'uno né l'altro.
I poliziotti condiscono il tutto con frasi quali: "non ce ne frega niente della vostra carta di identità italiana", "è finita la pacchia", 'l'Italia non è più il Paese delle meraviglie".
Gli agenti fanno salire tutti gli uomini su un cellulare e li portano via: il rastrellamento è finito.
Nessuno dei passeggeri rimasti sull'autobus è intervenuto. Molti, anche dai balconi delle case e dai marciapiedi, hanno applaudito.
Storie come queste, seppur raramente denunciate, sono frequenti. Alle incursioni razziste di polizia e vigili urbani si unisce l'azione di stampo poliziesco dei controllori della GTT.
I controllori sono da molto tempo complici delle espulsioni: non si limitano a multare chi non ha il biglietto ma, se il viaggiatore è straniero, chiamano la polizia. Spesso il viaggio in tram ha il suo capolinea al CPT.
Il CPT è la prigione dove i senza documenti vengono rinchiusi prima della deportazione. Sono uomini e donne emigrati dai loro paesi per fuggire la fame, la guerra, le persecuzioni, venuti in Italia per cercare un'opportunità di vita, per dare un futuro a se ed ai propri figli. Sono uomini e donne come i nostri padri che migrarono in Italia e nel mondo, sono uomini e donne che le leggi razziste di questo paese relegano nel limbo della clandestinità. Sono persone senza tutele né diritti che lavorano in condizioni bestiali e per campare la vita la rischiano ogni giorno, perché i padroni non regolarizzano per poter mantenere forte il ricatto. Anche i pochi che hanno le carte possono perdere tutto, perché chi perde il lavoro, perde anche le carte. Senza carte si finisce nel limbo degli irregolari e persino un banale viaggio in autobus diventa pericoloso.
Quelli che non pagano sono tanti, tantissimi: arrivare alla fine del mese non è facile e il costo del biglietti pesa sempre più sui bilanci di troppi, sia italiani che immigrati.
I trasporti pubblici dovrebbero essere gratuiti ed accessibili a tutti. Non è un'utopia. Basterebbe tagliare la spesa di guerra, ritirando le truppe dall'Afganistan. Sul fonte interno decine di milioni verranno spesi per i soldati che pattuglieranno le città, uno spot milionario per un governo che sulla - falsa - emergenza sicurezza ha fondato le sue fortune. L'emergenza, quella vera, quella del lavoro che non c'è, del lavoro che uccide, della precarietà a vita, dei servizi solo per chi paga, viene messa in secondo piano, nascosta dalla propaganda razzista, la propaganda che alimenta e propaga il fuoco della guerra tra poveri.
Esercito e polizia per le vie e sui tram servono solo a tenerci tutti, italiani e immigrati, sotto il tallone di chi, ogni giorno, lucra sulle nostre vite. I padroni e i governanti scommettono sulla guerra tra poveri, per imporre il loro ordine - un ordine fatto di violenza e sfruttamento bestiale. Sta a noi tutti, i senza potere, riallacciare i fili spezzati della solidarietà, resistendo ai soprusi, alle violenze, alle deportazioni.
Fermare i rastrellamenti sui tram è possibile. Basta volerlo.
Se saremo in tanti a metterci in mezzo, a protestare, a chiedere spiegazioni, i razzisti avranno la vita più difficile.
Federazione Anarchica Torinese - FAI
Corso Palermo 46 Torino - la sede è aperta ogni giovedì dalle 21.