Chi puo' apra l'allegato perchè la grafica ha un senso...
Di seguito
il testo del volantino che sarà distribuito oggi alla Sapienza e
domenica all'iniziativa territoriale di Casalbertone...
Nella notte
tra il 12 e il 13 giugno un gruppo fascisti
ha tentato di piazzare un
ordigno esplosivo sul
cacello principale del Loa Acrobax, spazio
socioabitativo
che da più di 5 anni anima gli spazi
abbandonati dell’
ex
cinodromo.
Ecco i Fatti. Alle 2:30 del mattino una macchina,
con
fari
spenti entrata nel parcheggio antistante e
si avvicina al
cancello.
Scendono in tre e in mano
hanno una tanica, un tubo e
qualcos’altro…
Prontamente i compagni e le compagne che vivono
all’
interno del
Laboratorio reagiscono, mettendo in
fuga i 3 fascisti che
dopo qualche
minuto fanno
esplodere l’ordigno a poche centinaia di
metri.
Quanto
accaduto va preso seriamente in
considerazione e
facciamo dunque
appello
all’attenzione di tutta la società
sinceramente
democratica e
antifascista. Questo atto poteva avere
conseguenze tragiche, se non
avessimo avuto gli
occhi ben aperti, se
non avessimo applicato il
nostro
diritto di resistenza. Perché questo
è stato solo uno
degli
ultimi atti, alimentati dal clima di
intolleranza
e svolta autoritaria
che pervade il paese e che
denunciamo da anni. Perché voleva essere un
messaggio a tutti coloro
che portano avanti in questa
città e non solo
percorsi di conflitto in
risposta ai
bisogni reali della gente, a chi
propone un’altra
Roma, a
chi lotta per i diritti di tutte e tutti.
Perché
nel paese del
pacchetto sicurezza che, prevede il
“carcere
facile”, l’utilizzo dell’
esercito per problemi
di ordine pubblico, la
criminalizzazione di
qualsiasi
forma di protesta, le leggi razziali
sull’immigrazione
succede, semplicemente, che la legge non è uguale
per
tutti.
Succede
che, il 27 agosto del 2006, Renato esce da
una dance
hall reggae sulla
spiaggia di Focene,
insieme alla sua compagna e al
suo amico Paolo,
sono le 5 del mattino e vengono aggrediti da due
giovani armati di
coltello. Colpiscono Renato con
8 coltellate
violentissime. Renato, 26
anni muore
poche ore dopo in ospedale.Nella
disperazione di
quei
giorni i familiari, gli amici e i compagni si
trovano a spiegare una
scomoda verità: chi esce di
casa armato di
coltello per colpire
chiunque possa
essere considerato diverso, altro,
di colore, gay, di
sinistra è un fascista. Che solo a Roma, nell’anno
precedente ci sono
state più di 130 aggressioni di
matrice fascista.
Succede che sono
passati quasi 2
anni e che solo ora si apre il
processo per l’imputato
minorenne, e il PM sostiene che Renato sia
stato
ucciso al termine di
“banale diverbio degenerato
per futili
motivi”, e così lo uccidono una
seconda
volta. La giustizia non è
uguale per tutti.
Succede che la
notte dell’11 luglio 2007, un gruppo
di 20 esponenti di Fiamma
Tricolore, aggredisce gli
abitanti della casa
occupata di via de
Dominicis a
Casalbertone. Le famiglie difendono la
casa in cui,
in
totale armonia con il quartiere, abitano ormai da
7
anni. Quattro
occupanti vengono feriti, nasi e
costole rotte, uno
finisce all’
ospedale con 3 coltellate.
Dopo essere stati refertati
vengono
invitati a
riconoscere i loro aggressori e a denunciare
l’
accaduto.
Succede che in questi giorni, quasi un
anno dopo l’accaduto,
vengono
denunciati anche
loro per rissa aggravata. Vengono denunciati
per
aver
praticato il loro diritto di resistenza. La giustizia
non f
uguale per
tutti.
Succede che il 26 maggio Forza Nuova, noto partito
neofascista,
promuova un dibattito contro il
“negazionismo
antifascista” alla
Sapienza. Grazie
al tempestivo intervento degli
studenti,
l’
autorizzazione a svolgere questo incontro viene
negata.
Succede però
che la mattina successiva, un
gruppo di studenti dei
collettivi, viene
aggredito da
un gruppo di esponenti di Forza Nuova
armati di
spranghe
e mazze chiodate.
Gli studenti tentano di praticare
il loro diritto di
resistenza, di difendersi come possono, in fondo
sono proprio nel luogo
dove vivono e studiano tutti
i giorni.
Due di
loro vengono feriti e
devono essere portati
in ospedale. Dopo essere
stati refertati e
portati in
questura per ricostruire i fatti, vengono
invece
denunciati
per rissa aggravata. La giustizia non è
uguale per
tutti.
Uno di loro,
Emiliano, è ancora agli arresti
domiciliari. E a
lui e ai suoi
compagni e compagne
va la nostra solidarietà.
Crediamo
che la deriva
securitaria e autoritaria che
avvelena il clima di questo
paese sia un
pericolo
per tutte e tutti.Crediamo che sia ora che lo
sdegno
per
quanto avviene si faccia sentire.Non ci si può
girare dall’
altra parte
mentre c’è chi lotta per il
proprio DIRITTO a RESISTERE.
Se
la
giustizia non è uguale per tutti .
Allora noi scegliamo di
RESISTERE!
L.O.A ACROBAX PROJECT
LA LEGGE NON E’ UGUALE PER TUTTI
ALLORA SCEGLIAMO
DI RESISTERE
ROMA 19 GIUGNO 2008
ORMAI E’ UFFICIALE
MA
NOI SCEGLIAMO
DI RESISTERE NOI ABBIAMO GLI OCCHI BEN APERTI
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