Autor: catecara Data: Para: critical mass roma Asunto: [cm-Roma] Fwd: danneggiato a Pisa (dai fascisti?) il Circolo
Anarchico di Vicolo del Tidi
Ricevo il messaggio qui sotto e lo giro in lista. Aggiungo che mi
arrivano voci strane da Pisa, quali ad esempio, l'organizzazione di
ronde notturne da parte dei bar di piazza delle Vettovaglie, che poi
e' esattamente a 2-passi-2 dal circolo anarchico di cui si parla.
Carissime e carissimi, mi permetto di segnalarvi una piccola
prepotenza
che ha prodotto danni molto limitati, ma che personalmente credo che
sia da non sottovalutare, anche perchè è l'ennesima testimonianza del
clima d'intolleranza che si respira ormai anche a Pisa...
Ieri, quando siamo andati ad aprire il Circolo Anarchico di Vicolo
del
Tidi (che, come sanno i suoi aficionados, è aperto il lunedì dalle 18
alle 19.30), abbiamo scoperto che le vetrine erano state devastate da
qualche bastardo che aveva "SCIENTIFICAMENTE" strappato tutti i
manifesti appesi, utilizzando un grattino o un altro strumento
apposito. Non è stato qualche ubriaco, perchè per fare tutto quel
lavoro c'è voluto sicuramente del tempo e dell'applicazione.
Potrebbero
essere qualche stato qualche fascista o qualche mentecatto che pensa
di
combattere il degrado strappando i manifesti di chi continua a
pensare
con la propria testa...
A rendere più inquietante il tutto c'è il fatto che il "massacro" di
manifesti è avvenuto tra la notte di sabato e lunedì pomeriggio, cioè
immediatamente dopo la grande manifestazione che aveva portato in
piazza migliaia di persone (la parte migliore della città) contro lo
sgombero di Rebeldìa
Seguiranno comunque aggiornamenti e comunicati...
saluti fraterni e libertari
robertino
PS per una coincidenza (o forse no) sul settimanale anarchico Umanità
Nova qualche settimana fa (sul n.19/2008) era stata pubblicato un
articolo che parlava proprio di quei figli di puttana che a Pisa si
divertono a "ripulire i muri". Lo ripropongo a chi ha voglia di
leggerlo:
Il tempo atroce e stupido dell'intolleranza
A Pisa da anni c'è un vecchietto malefico che se ne va in giro,
infagottato estate e inverno in abiti più grandi della sua taglia e
con
un berretto da baseball in testa, a staccare manifestini di
anarchici,
centri sociali etc. Dice di essere un reduce della Repubblica di Salò
(e come età potrebbe forse esserlo davvero, visto che dimostra un'
ottantina di anni piuttosto abbondante), di sicuro è stato ospite per
lunghi periodi degli ospedali e dei reparti psichiatrici locali. A
chi
lo rimprovera (non si becca mai niente di più, anche perché è
talmente
sgangherato e rimbecillito da fare più pena che rabbia) ribatte che
lui
lo fa per "tenere pulita la città" e che il Comune è d'accordo con
lui
e lo paga anche, nel senso che gli ha dato il tesserino per mangiare
alla mensa dei poveri.
Sempre a Pisa un paio di settimane fa alcuni studenti hanno sorpreso
una decina di uomini tra i 30 e i 50 anni, ben vestiti, all'apparenza
sani di mente, intenti a staccare manifestini dai muri, non prima
però
di averli fotografati. All'inizio si pensava che fossero sbirri, s'è
saputo poi che fanno parte di un "comitato di quartiere". Le foto le
mandano ai Vigili Urbani (perché provvedano a fare le multe agli
"imbrattatori") o le pubblicano su Luci Nella Città, un giornalaccio
dalla grafica orribile che viene distribuito una volta al mese
gratuitamente in edicola da dove lancia sperticate campagne "contro
il
degrado della città" devastata da mendicanti, scritte e manifestini
sui
muri, spacciatori e prostitute e, soprattutto, persone che la sera se
ne vanno in giro a parlare, suonare, ridere, ballare, corteggiarsi,
invece che starsene silenziose in casa a farsi fare il lavaggio del
cervello dalla TV come, invece, fanno i bravi cittadini.
I Giustizieri della Notte pisani, quando è stato chiesto loro perché
lo facevano, hanno detto che non lo facevano "per motivi politici",
lo
facevano per "tenere pulita la città", esattamente come l'ex
repubblichino col berretto da baseball (che, comunque, al confronto
loro è un eroe perché almeno ha il coraggio di andarsene in giro da
solo). Per tenere pulita la città si sono comunque lontani dagli
enormi
manifesti pubblicitari che a Pisa come altrove invadono ogni spazio
visibile e che trasformano le strade in sfilate di marchi
commerciali.
Hanno iniziato dai manifestini fotocopiati A3 attaccati con lo scotch
di carta degli anarchici, dei centri sociali, dei comitati contro l'
inquinamento, dei gruppi della sinistra radicale, dei collettivi
studenteschi, di chi non ha accesso ai media per diffondere le
proprie
idee e le proprie iniziative. Non è per "motivi politici" che li
staccano, ma guarda caso ad essere vittima della loro solerzia è chi
è
colpevole in un modo o nell'altro di dire cose diverse da quelle che
dice la propaganda di regime, che testimonia che possono esistere
altri
modi di vivere e di pensare, diversi dai sacri valori Casa-Chiesa-
Lavoro-Supermercato. E' questo che da fastidio a chi pensa che la
vita
dovrebbe essere starsene in casa ad annoiarsi in famiglia davanti
alla
TV.
La storia del comitato di quartiere che parte in 10 la notte per
staccare i manifestini è naturalmente soltanto una piccola e
squallida
storia di provincia, ma racconta un livore che non va sottovalutato.
Il
nostro tempo è segnato da un'intolleranza diffusa che produce sempre
più violenza a livelli grandi e piccoli. La pornografia securitaria
con
cui i media di regime diffondono la paura trova sponda nel cinismo
dei
politici che fanno di volta in volta della guerra agli immigrati, ai
drogati, ai mendicanti, ai writers un facile terreno di campagne
demagogiche che producono leggi liberticide, tanto a livello
nazionale
quanto a livello locale. La settimana scorsa la giunta "di sinistra"
del Comune di Firenze ha diffuso una bozza di regolamento della
pulizia
municipale, in cui come nella New York "zero tollerance" di Giuliani
sono proibiti dettagliatamente una serie di comportamenti da
sanzionare
che vanno dal giocare a frisbee e a pallone a suonare strumenti o
usare
impianti di amplificazione al fare scritte sui muri al mendicare all'
urinare per strada. La spirale dell'intolleranza è una spirale
crudele
e vigliacca che colpisce prima di tutto i più indifesi (le leggi
contro
i mendicanti sono quanto di più vile si possa immaginare), che
promuove
il conformismo a valore assoluto e che diffonde l'odio e la violenza.
In fin dei conti anche i giovani neofascisti che a Verona la sera del
primo maggio scorso hanno massacrato di botte Nicola Tommaselli erano
solo un tipo particolare di ronda. Era già successo più di una volta
nelle vie del centro del capoluogo scaligero, gruppi di giovani
neofascisti che aggredivano gli immigrati, i gay, i militanti di
sinistra, i giovani alternativi che infrangevano con la loro sola
presenza "il decoro". Al povero Nicola (ammazzato di botte forse
perché
portava il codino, forse perché portava il pizzetto e gli occhiali,
forse perché era amico dei writers, di sicuro perché non assomigliava
neanche un po' ai suoi assassini, tutti ben rasati, coi capelli corti
e
gli occhi spenti) è andata peggio che ad altri e allora anche i media
hanno dovuto accorgersene e hanno dovuto dire qualcosa. Perfino il
fetido Veltroni (che quand'era sindaco di Roma aveva fatto finta di
niente quando il suo concittadino Renato Biagietti era stato
assassinato a coltellate da due fascisti mentre tornava da una
dancehall reggae sulla spiaggia) s'è accorto che "in Italia ci sono
episodi di violenza neofascista". Poi si sono tutti corretti. Hanno
detto che era stata una ragazzata, una rissa come tante, succede che
ci
scappa il morto, "una volta su un milione" (ha pontificato il podestà
leghista di Verona Tosi che ha fatto della "tolleranza zero" e della
"lotta contro il degrado" i suoi gridi di battaglia). La violenza
neofascista è sparita presto dalle pagine dei giornali e dai tg, ma
le
aggressioni sono continuate. Il 4 maggio a Mira (VE) è stato
aggredito
un compagno dei Cobas. Giovedì 8 e venerdì 9 ci sono state a Figline
Valdarno (Fi), a Ciampino e a Roma altre aggressioni fasciste (a Roma
vittima dei fascisti è stato un compagno 18enne che si è ritrovato
una
squadraccia ad aspettarlo sotto casa). L'11 a Bolzano dei naziskin
hanno accoltellato due casentini. Il giorno dopo a Padova un giovane
è
stato aggredito all'uscita dal CSA Pedro. Il 14 a Torino c'è stata
una
aggressione con tirapugni e lame. Infine, venerdì scorso, il 16 a
Roma
un ventenne è stato aggredito a colpi di casco. Tutti questi episodi
sono finiti solo nelle pagine locali o nelle notizie in breve. I
media
di regime nel frattempo erano troppo impegnati ad aizzare i pogrom
contro i campi nomadi, incendiati di notte dai fascisti e dalla
camorra
e sgomberati di giorno dalla polizia nel plauso unanime dei
pennivendoli e dei politicanti che sono i primi responsabili della
cappa d'intolleranza e di violenza in cui stiamo sprofondando.