[RSF] Chiaiano è sola?

Delete this message

Reply to this message
Author: Information Guerrilla newsletter
Date:  
To: forumroma
Subject: [RSF] Chiaiano è sola?






link di riferimentohttp://www.chiaianodiscarica.it / http://napoli.indymedia.org / http://www.inventati.org/radiolina /
http://www.insutv.itin diretta
audiohttp://stream.teknusi.org:8000/chiaiano.m3uin diretta videohttp://www.chiaianodiscarica.itsiete
tutti invitati ad inserire questo codice all'interno delle vostra pagine web,
per rompere l'isolamento mille occhi su chiaiano con la diretta audio/video in
streaming:<script src="http://www.mogulus.com/scripts/playerv2.js?channel=napoli_attiva&layout=playerEmbedDefault&backgroundColor=0xffffff&backgroundAlpha=1&backgroundGradientStrength=0&chromeColor=0x000000&headerBarGlossEnabled=true&controlBarGlossEnabled=true&chatInputGlossEnabled=false&uiWhite=true&uiAlpha=0.5&uiSelectedAlpha=1&dropShadowEnabled=true&dropShadowHorizontalDistance=10&dropShadowVerticalDistance=10&paddingLeft=10&paddingRight=10&paddingTop=10&paddingBottom=10&cornerRadius=3&backToDirectoryURL=null&bannerURL=null&bannerText=null&bannerWidth=320&bannerHeight=50&showViewers=true&embedEnabled=true&chatEnabled=true&onDemandEnabled=true&programGuideEnabled=false&fullScreenEnabled=true&reportAbuseEnabled=false&gridEnabled=false&initialIsOn=true&initialIsMute=false&initialVolume=10&width=640&height=480&wmode=window" type="text/javascript"></script>Sono trascorsi alcuni giorni dalle cariche di polizia, dalla
tregua stipulata con il sottosegretario Bertolaso e dall’entrata dei tecnici
nelle cave per verificarne l’idoneità a ospitare una discarica da 700mila
tonnellate. Nell’attesa, gli abitanti di Chiaiano, Marano e Mugnano continuano a
presidiare pacificamente i luoghi della contesa. Nei capannelli
che si formano tra i gazebo all’ingresso delle cave, le persone ripercorrono a
mente fredda gli ultimi avvenimenti, analizzando il resoconto fatto dai media
degli eventi di cui sono state protagoniste. E in quei racconti, nessuno si
riconosce.Nei giorni di fuoco della protesta i cronisti di radio,
giornali e televisioni hanno descritto chi si opponeva alla discarica come una
folla di strani e sconsiderati personaggi, inventando storie di armi, droga e
camorra per screditare i più giovani e attivi; insinuando come gli uomini
sacrificassero senza scrupoli madri, mogli e figli sulla prima linea delle
barricate; diffondendo notizie palesemente false come quella delle bombole del
gas legate a un petardo, non confermata neanche dalle forze
dell’ordine.Gli editorialisti “democratici” (inutile soffermarsi sugli
altri) hanno sostenuto, come fanno ormai puntualmente quando una comunità si
oppone alla devastazione del territorio in cui vive, come sia giusto chiedere
questo sacrificio alla gente di Chiaiano, quanto sia dolorosa ma inevitabile la
decisione di scaricare i rifiuti nelle cave; con le solite acrobazie verbali,
hanno giustificato la violenza sui manifestanti con la presenza di infiltrati o
lanciatori di pietre, compatendo le persone “perbene” che protestavano come se
fossero in balia di imprecisati manovratori o diabolici facinorosi di
strada.Era accaduto lo stesso a gennaio, a Pianura, nei giorni in cui
l’opposizione dura e determinata degli abitanti della zona flegrea aveva
impedito la riapertura di una discarica chiusa da tredici anni, un provvedimento
che a posteriori è stato unanimemente giudicato deleterio dalle stesse
istituzioni. Come a Pianura, anche a Chiaiano il sindaco di Napoli e i
componenti del consiglio comunale si sono tenuti a distanza, mostrandosi
colpevolmente incerti e confusi sulle decisioni da prendere; la stessa linea ha
adottato il governatore della Regione, che ormai da mesi ha abdicato alle sue
funzioni per chiudersi in un bunker da cui uscirà solo tra un anno per
occupare la sua poltrona nel parlamento europeo. Entrambi si sono limitati ad
approvare, e anzi a sollecitare, le misure anticostituzionali adottate dal
governo centrale.Come a Pianura, gli abitanti di Chiaiano, Marano e
Mugnano chiedono di non fare una discarica in un terreno palesemente non idoneo,
già destinato a parco naturale. In cambio ricevono dalle elite intellettuali e
istituzionali della città, nel migliore dei casi silenzio e indifferenza, se non
esplicito scherno e rimprovero. È questo – l’isolamento, la demonizzazione, il
pregiudizio – quello che si merita Chiaiano e con Chiaiano tutta la
città?L’emergenza come tecnica di governo dura in Campania dai mesi
successivi al terremoto del 1980. Un dispositivo che consente di espropriare la
democrazia ai cittadini per comporre interessi non sempre trasparenti, come
emerge da numerose inchieste giudiziarie. Ma se questo è il meccanismo, perché
non provare a uscirne con un radicale cambiamento, cercando di restituire
democrazia e responsabilità, ma anche le scelte ai cittadini. Oggi la loro
protesta non è solo localismo. È anche una reazione a questo esproprio di
democrazia.
Nella concezione della stampa, degli intellettuali, della classe
dirigente, la parte giovanile e sottoproletaria di questa città appare sempre
passiva rispetto alla cosa pubblica, oppure se si mobilita lo fa perché
prezzolata da loschi interessi. Al contrario, con i suoi codici e le sue
contraddizioni, questa composizione sociale (tutta o in parte) cerca una
collocazione nel sentimento civico della comunità, riuscendo finalmente a
interagire con altre tipologie di cittadini che si riconoscono in questa
lotta.Si cita spesso la camorra. Come una spiegazione che non spiega
molto, perchè non si prova mai davvero a ricostruirne gli interessi. Se
analizziamo il passato recente, la camorra sembrerebbe più incline all’apertura
che non alla chiusura delle discariche, avendo dimostrato di saper entrare nel
loro funzionamento (compravendita dei terreni, trasporto dei rifiuti,
sversamenti abusivi, ecc.). E se la camorra può far pesare i suoi interessi in
queste vicende, le responsabilità non sono certo dei cittadini che protestano ma
dei gruppi dirigenti che gli hanno più volte aperto la porta.Il decreto
Berlusconi si inserisce perfettamente in questa filosofia emergenziale. E lo fa
in più punti: nella costituzione di una superprocura che controlli le inchieste
accettabili e quelle “inadeguate”, col rischio che queste ultime siano sempre
quelle che colpiscono chi ha maggiori poteri e responsabilità nello sfascio;
nella possibilità di agire in deroga alle norme igienico-sanitarie e ambientali;
nella possibilità di stoccare in discarica diverse tipologie di rifiuti speciali
e tossici; nello stanziamento senza controllo di altri 150 milioni di euro che
permetterà di assegnare le infrastrutture senza gara d’appalto; nello stabilire
uno stato d’eccezione con norme penali /ad hoc/ per colpire chi protesta. Allo
stesso tempo non si aggiunge niente per il problema dello sversamento abusivo di
rifiuti tossici, che sembra del tutto rimosso.Ma esistono altre vie
d’uscita dall’emergenza. Un piano con dieci discariche e quattro inceneritori è
un piano di trent’anni fa. Si è cominciato chiudendo le discariche (come
chiedevano le direttive europee) e si finisce con l’aprirne dieci. Ma se davvero
il commissario aveva poteri speciali, negli ultimi mesi avrebbe dovuto ridurre
drasticamente gli imballaggi, separare almeno il secco dall’umido per togliere
la parte putrescente, provvedere ad allestire impianti per la trasformazione dei
rifiuti differenziati, in grado di ricavare compost (utile per bonifiche e
agricoltura), nuovi polimeri dalla plastica, nuovo vetro. La Sassonia (Ansa, 21
maggio) ci ha appena detto che differenzia “a valle” la nostra immondizia.
Percentuali altissime con impianti che potrebbero essere costruiti in breve
tempo e con tecnologie molto più semplici degli inceneritori. Perchè non si può
virare il piano in questa direzione, visto che questo chiedono le legittime
paure delle comunità? E perchè si continuano a fare scelte così bizzarre: aree
vulcaniche come Terzino; l’unico polmone verde di Napoli, come la Selva di
Chiaiano.Insomma, si chiede ai cittadini di sacrificarsi al buio, senza
nessun segnale di inversione reale di rotta, di emancipazione dalla sudditanza
agli interessi forti, di affermazione del principio di responsabilità per cui
chi ha sbagliato (e sono tanti, anche nell’imprenditoria, non solo Bassolino)
deve andare a casa.Con questo appello intendiamo esprimere la nostra
solidarietà alle persone che abitano nella zona delle cave, che animano i
presidi e partecipano alle manifestazioni contro la discarica; intendiamo non
rimanere in silenzio come i nostri politici e rivolgiamo ai mass media
l’esigenza di un racconto dei fatti il più possibile oggettivo, approfondito e
non pregiudiziale. Il territorio di Chiaiano non appartiene solo a chi lo abita,
ma è un patrimonio di tutta la città e da tutta la città va
difeso.Media Center Chiaia No